Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

Vidal: Hamsik veste rossonero

Vidal: Hamsik veste rossonero
lunedì 14 aprile 2008, 00:002008
di Francesco Letizia

Pierpaolo Marino blinda il suo gioiello Marek Hamsik fino al 2013? Niente paura per le altre big: in Germania, a Leverkusen, gioca il clone del centrocampista slovacco. Si chiama Arturo Vidal, è cileno, ed è il giocatore più pagato della storia del suo campionato: scopriamo insieme uno dei futuri pilastri del calcio sudamericano

PIÙ CARO DI MATIAS FERNANDEZ
Arturo Erasmo Vidal Pardo nasce a Santiago del Cile il 22 maggio 1987 da una famiglia molto povera: cresciuto nei sobborghi della capitale, entra ben presto a far parte del settore giovanile del prestigioso Colo Colo, dove dimostra tutto il suo talento sin dalla tenera età. La carriera di Vidal è tanto breve quanto intensa: il suo esordio nel calcio professionistico arriva nell'Apertura cileno 2006, quando, nella sfida contro i rivali dell'Universidad, entra nei minuti finali sostituendo Gonzalo Fierro. E' il Colo Colo delle meraviglie, quello allenato da Claudio Borghi e soprattutto con Matias Fernandez, Humberto Suazo ed Alexis Sanchez come stelle: Vidal inizia a conquistarsi spazio, principalmente sulla linea difensiva, diventando a poco a poco parte integrante della squadra che vince Apertura e Clausura e sfiora in finale la Copa Sudamericana 2006, l'equivalente della Copa Uefa. Arturo, ritagliandosi i suoi spazi nella prima squadra, arriva alla convocazione nella Nazionale Sub20 che, a gennaio, gioca il Sudamericano di categoria: al fianco di talenti come Alexis Sanchez, Nicolas Medina, Vidangossy e Mauricio Isla, la stella più splendente è la sua, visto che riesce ad imporsi come leader della squadra e come vice-capocannoniere del torneo, con ben 6 centri, secondo solo all'uruguayo Edison Cavani. Un Apertura 2007 di discreto livello fa tuttaltro che abbassare i riflettori delle big europee su di lui: proprio alla vigilia del Mondiale Under 20 canadese, è il Bayer Leverkusen ad aggiudicarsi Vidal, con l'offerta record di 11 milioni di dollari, battendo così il precedente primato di Matias Fernandez, fermo "solo" a 9. L'investimento delle Aspirine viene sensibilmente valorizzato dal torneo mondiale che il giovane centrocampista disputa: le sue prestazioni maiuscole portano "la Roja" fino alla medaglia di bronzo, premiando così la sua scelta di saltare la Copa America per partecipare alla Coppa del Mondo giovanile. Qualificatosi così anche alle Olimpiadi di Pechino di cui sarà certo protagonista, Vidal sbarca in Europa, pronto ad affrontare la sfida della Bundesliga con il club di Leverkusen: 20 presenze in campionato (1251 minuti) e 9 in Uefa (704) testimoniano il suo ottimo ambientamento nel torneo tedesco, seppur in una squadra non esente da difficoltà e problemi.

UN JOLLY "DAL 2 ALL'11"
Prima di inquadrare tatticamente Arturo Vidal, bisogna fare una premessa: se qualcuno di voi lo avesse visto giocare un match in difesa e l'altro sulla trequarti, non pensi di aver confuso giocatore o di avere le traveggole. Ci troviamo difronte infatti ad un giocatore straordinario, forse unico, per duttilità, uno di quei giocatori che, come si suol dire, hanno vestito tutte e 10 le maglie dei giocatori di movimento: difensore centrale di una linea a 4, esterno sinistro di una a tre, terzino sinistro, esterno di centrocampo, mediano davanti alla difesa, trequartista...Nessuna consegna spaventa Arturo, fantastico jolly che tutti gli allenatori sognerebbero di avere. 181 centimetri per 75 kg, Vidal è però, se proprio vogliamo ingabbiarlo in una definizione, una mezzala: da qui il parallelo con il centrocampista del Napoli Marek Hamsik, a cui somiglia in diversi punti. Ciò che più entusiasma della stellina cilena è sicuramente la completezza: capace tanto di costruire l'azione quanto di romperla, tanto di creare pericolo in zona gol quanto di coprire le incursioni degli avversari, Arturo è aggressivo come un mediano e con il piede fino come un fantasista. Il bagaglio tecnico è sicuramente notevole, il suo tiro (sia con il destro che con il sinistro, essendo ambidestro) è incisivo quanto preciso e potente: rispetto all'azzurro, Vidal risulta più bravo nell'1 vs 1, mettendo proprio a servizio del dribbling la sua "sudamericanità". Caparbio, instancabile corridore e spina nel fianco costante della squadra avversaria, il centrocampista del Bayer Leverkusen ha ancora dei buoni margini di miglioramento: anzitutto nel feeling col gol, apparso sviluppato solo nei tornei contro i pari età. Se sulla carta infatti nulla mancherebbe per essere un incursore micidiale nella fase offensiva, con gli inserimenti che proprio stanno caratterizzando lo slovacco, c'è da dire che lo score di un solo gol nell'attuale Bundesliga è veramente misero. Il punto però su cui lavorare maggiormente è sicuramente quello caratteriale: c'è tanto da lavorare infatti sulla "testa" del giocatore, rimasta un po' troppo quella del ragazzo di strada di Santiago, cresciuto troppo in fretta, e poco adeguatosi alla realtà professionistica. Definirlo testa calda è forse però eccessivo, considerato anche l'immacolato box dei cartellini rossi in questa stagione: la rissa in cui è stato coinvolto però durante il Mondiale Under 20 non ha sicuramente giovato però alla sua fama. La radice di questa impulsività è probabilmente da ricercarsi nell'ambiente familiare, dove Arturo, maggiore di quattro fratelli, è diventato presto il capofamiglia, essendo i suoi genitori separati sin dalla sua infanzia: un talento da responsabilizzare dunque e se qualcuno riuscirà a metterlo nelle condizioni ideali di maturazione potremmo parlare sicuramente di uno dei prossimi craque del centrocampo del Calcio che verrà. Intanto il ct della Nazionale maggiore, Marcelo Bielsa, lo ha già reso titolare fisso della nuova "Roja", in cui Vidal ha già timbrato 8 presenze tra qualificazioni mondiali ed amichevoli.

PERFETTO PER IL MILAN
Curioso aneddoto sul suo soprannome, "Celia Punk": se il secondo aggettivo fa evidente riferimento alla sua pettinatura "alla mohicana", con la cresta al centro della testa, il nome Celia fa riferimento alla cantante di reggaeton Celia Cruz, eccentrica artista cubana. Per chi ha voluto sposare la tesi più innocente, questo sarebbe dovuto al ritmo dell'andatura del centrocampista, dolce come la musica della Cruz: pare invece che il parallelo sia nato dai compagni di squadra per la precedente pettinatura di Vidal, un caschetto un po' effeminato che gli ha procurato gli sfottò degli amici e l'odio smisurato per il nomignolo affibbiatogli. Sotto contratto fino al 30 giugno 2012 con il club della Renania, Vidal è, già dai tempi del Colo Colo, nel mirino di molti grandi club europei: a Leverkusen però sono entusiasta dell'investimento operato sul giocatore, curato in primissima persona dall'ex attaccante della Roma ed attuale ds delle Aspirine, Rudi Voeller. Certo rivalutare in euro gli 11 milioni di dollari spesi meno di 12 mesi fa, sarebbe già una plusvalenza del 157% rispetto al prezzo originario: facendo un forfait, 15 milioni potrebbero essere davvero il prezzo giusto per strappare il talento cileno alla Bundesliga. Ci sentiamo di consigliarlo ad esempio al Milan, il cui presidente Silvio Berlusconi aveva detto di voler puntare sul mercato estivo su "giovani affamati di successo, capaci di ricoprire più ruoli": un identikit che coincide con incredibile aderenza al profilo di Arturo Vidal, che darebbe quell'iniezione di freschezza all'ormai sfiancata linea mediana rossonera. D'altronde, da un rossonero all'altro, non ci sarebbe da cambiare neanche i colori sociali: il numero di maglia però sì, perché difficilmente il futuro capitano Ambrosini, lascerebbe quel 23 che da anni caratterizza la sua maglia, come quest'anno quella di Vidal.