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Chelsea-Juve anche per Trochowski. Napoli merita di più. Povero Balbo

Chelsea-Juve anche per Trochowski. Napoli merita di più. Povero BalboTUTTO mercato WEB
mercoledì 25 febbraio 2009, 00:002009
di Alfredo Pedulla'
Nato a Messina il 15 Aprile 1964, si trasferisce a Roma nel 1989 per lavorare presso la Redazione del Corriere dello Sport, fino al 2007. Opinionista di Sportitalia, ha vinto i premi "Oscar dei giovani", "San Silvestro d'oro" e "Beppe Viola".

Stasera Chelsea-Juve, emozioni forti. E' una sfida di Champions dal grande gusto: Drogba contro Amauri, Cech contro Buffon, Lampard contro Del Piero. Ma è anche una sfida che ha un importante retrogusto di mercato. Perché Chelsea e Juventus stanno seguendo lo stesso giocatore: nelle ultime ore il club di Abramovich è entrato in pista per aggiudicarsi Piotr Trochowski, il duttile centrocampista che ha trascinato l'Amburgo in testa alla classifica nella Bundesliga. Trochowski è un grande talento: giovane, di prospettiva, capace di coprire più ruoli nel centrocampo, bravo a colpire dalla distanza e ad illuminare la manovra con assist bellissimi. La Juve lo sta seguendo da tempi non sospetti,è arrivata prima degli altri sulla pista Trochowski. L'unico difetto dell'ispirato Piotr (ma non è colpa sua...) è che ha pochi sponsor, è un po' sottovalutato,forse è anche colpa dell'altezza non da gigante (mica deve giocare a basket...) e della scarsa attenzione di qualche addetto ai lavori. Quando la Juve ha avuto il buon senso e il buon gusto di seguirlo qualcuno ha parlato di seconda scelta, come se Kuyt (che agendo alla Nedved giocherebbe in un ruolo non suo: conviene?) fosse la panacea per assegnare l'eredità di Pavel. Metà marzo è la scadenza giusta per chiudere l'operazione con l'Amburgo che si è rassegnato a perderlo visto che il contratto di Trochowski è in scadenza nel 2010 e al momento non ci sono i margini per rinnovarlo. Contemporaneamente alla Juventus, si era mosso il Manchester City, negli ultimi giorni l'irruzione del Chelsea che ha apprezzato molto il ragazzo,lo ha fatto seguire e ha preso opportunamente il numero di targa. La valutazione oggi è di circa dieci milioni di euro. Oggi, oppure entro metà marzo. Se continuasse a giocare così, la valutazione potrebbe schizzare almeno fino a quindici milioni, proprio perché Trochowski è uno dei fiori all'occhiello di questo Amburgo capolista solitario e che sta coltivando il sogno (non impossibile) di portare a casa uno straordinario trionfo in Bundesliga. Gustiamoci stasera la sfida di Champions, sapendo che si scatenerà molto presto un'altra sfida sul mercato. Il sottovalutato Trochowski può essere la vera sorpresa del prossimo mercato che inevitabilmente si sta consumando in questi giorni con le prime, importanti, schermaglie.
Si parla molto di Napoli in queste ore. E noto che chi, appena un mese fa, diceva e scriveva che la società non doveva prendere rinforzi per non turbare gli equilibri (?) di spogliatoio, che l'organico andava benissimo così, che Reja era l'allenatore ideale, in poche settimane ha cambiato idea con un'incoerenza senza precedenti. Con il senno del poi, siamo bravi tutti. A fine maggio potrò dirvi con esattezza (quando sarà stata consumata l'ultima giornata...) chi ha vinto lo scudetto e chi è andato direttamente in serie A senza passare dalla tagliola dei playoff. Troppo semplice, troppo facile, troppo buffo. I tifosi del Napoli avrebbero meritato un maggiore rispetto all'inizio dell'anno nuovo da De Laurentiis che ha avuto il coraggio di dire che a gennaio i rinforzi non servono quando nel gennaio del 2008 spese circa venti milioni per rafforzare la squadra. A gennaio i rinforzi sono importatissimi, esimio presidente, soprattutto quando bisogna rinsaldare un sogno europeo. Non è importante che arrivi un altro argentino (Datolo),è molto più importante prendere quelli pronti immediatamente (un errore grave farsi sfuggire Pazzini, un errore quasi più grave non aver proposto un contratto a Panucci che in quella difesa sarebbe stato come Franco Baresi dei bei tempi). Su Datolo il buon Reja ha commesso uno dei suoi soliti errori grossi: lo ha sganciato contro il Bologna in un ruolo non suo, per poi dichiarare - sette giorni dopo- che non si era ambientato tatticamente per giocare da esterno sinistro. Non ci sono parole. Mi sembra soprattutto un dispetto a chi glielo ha portato, la reazione di chi si sarebbe aspettato di meglio e di più dalle operazioni di mercato. Leggo e ascolto autorevoli opinionisti (locali e nazionali) parlare di un Napoli spettacolare nella prima parte della stagione. Mi permetto di dire che il Napoli raramente ha giocato bene. Meglio ancora: ha dato spettacolo quando ha potuto contare sui migliori Hamisk e Lavezzi. Sono stati i soliti, non il coro. Soprattutto: ha dato spettacolo quando è stato trascinato, letteralmente trascinato, dal dodicesimo in campo che è il popolo del San Paolo. Non è un caso che in trasferta abbia fatto disastri, con un rendimento da retrocessione sicura. Sono giorni fondamentali per le strategie del Napoli: preparare il futuro, capire quali sono i rapporti tra De Laurentiis e Marino, evitare di fare sempre la spesa in Argentina. Esempio: il Napoli ha speso recentemente una trentina di milioni per prendere Navarro, Rinaudo, Pazienza, Datolo e Denis. Non sarebbe stato meglio spenderne nove o dieci per Pazzini e altri venti per uno o due campioni di maggiore e migliore qualità? I tifosi del Napoli hanno respirato calcio ad alti livelli e pretendono di continuare a respirarlo. Se non fosse possibile, sarebbe giusto e importante dirlo. Perché a Napoli non hanno gli occhi foderati di prosciutto: sanno capire se il progetto è competitivo, oppure se è una scorciatoia poco percorribile.
Due flash sulla serie B. Il presidente Piero Camilli, che a Grosseto ha fatto un ottimo lavoro pur avendo il vizio di licenziare allenatori come se fossero pupazzi e spesso umiliandoli, ha fatto un'uscita a vuoto denunciando qualcosa di irregolare, con l'ombra delle scommesse, eventuali e varie. Gli hanno chiesto le prove, non le aveva. E allora, che senso aveva parlare? Gentile Camilli, non c'è bisogno di chiacchiere. Porti le prove, se non le ha eviti di alzare un polverone. Patetica la situazione di Treviso con i giocatori che per la seconda volta nello spazio di due settimane respingono l'esonero di Luca Gotti perché lo ritengono l'allenatore ideale per giocarsi le residue chance di salvezza. Bel gesto, anche se un po' patetico. Povero Abel Balbo: lo hanno convocato per presentarlo allo stampa, si è defilato qualche minuto dopo fiutando l'aria che tirava. In serie B succede anche questo, siamo a livelli da voto "uno" in pagella. Gotti sarà contento di questa situazione che si ripete, pur di restare inchiodato - chissà - sulla panchina. Io sono di un altro avviso: quando una società ti manda via perché non crede in te, per due volte di fila, bisogna avere il coraggio (eufemismo) di farsi da parte. Magari Balbo domani diventerà l'allenatore del Treviso, magari no. Oppure arriverà un terzo allenatore che non sia Gotti o Balbo. Ma conta poco, in una situazione assurda che - se fosse su "Scherzi a parte" - farebbe almeno sorridere.

PS: non ho avuto il piacere di conoscere di persona Candido Cannavò, ma gli avrei chiesto l'autografo (come ho confidato a qualche amico) per il semplice motivo che ha diretto il giornale più letto d'Italia, la "Gazzetta dello Sport", per 19 anni. Un direttore è come un allenatore: dopo cinque o sei anni mediamente ha fatto il suo tempo. Ben 19 anni raccontando tutti gli sport come se fosse un romanzo quotidiano, facendo l'ambasciatore in giro per il mondo, non negando una parola buona, nel rispetto della meritocrazia, senza compromessi e considerando i giornalisti "figli suoi" (come diceva): è il messaggio più bello. Il messaggio di un Gigante anche (e non solo) del giornalismo.