Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

Claudio Garella: "Udine e... quella mia parata in rovesciata"

Claudio Garella: "Udine e... quella mia parata in rovesciata"
mercoledì 8 aprile 2009, 07:452009
di Redazione TMW.
fonte di Monica Valendino per Il Friuli/udineseblog.it

Claudio 'Garellik' Garella, è uno dei portieri più amati della storia bianconera. Due stagioni con l'Udinese, ma indimenticabili, come lui stesso racconta in esclusiva a Il Friuli/Udineseblog: " A Udine ho trascorso un periodo indimenticabile. Specie il primo anno quando siamo stati promossi. Una cosa davvero indimenticabile. Peccato per il secondo, quando retrocedemmo, ma l'errore dal mio punto di vista fu non confermare Sonetti".

Proprio dell'ex tecnico dice che "è stato un grande allenatore, uno di quelli che meritava ben altre soddisfazioni. L'errore è stato non confermarlo, ma erano altri tempi anche dal punto di vista societario. Pozzo ha imparato molto dagli errori commessi. Ora la dimostrazione sono i campionati bellissimi che l'Udinese sta facendo, scoprendo talenti sconosciuti e rendendoli campioni".

Dopo Sonetti arrivò Mazzia: "come uomo era una grande persona, ma era un po' alla Zeman, uno che poteva far giocare una squadra in una certa maniera solo se aveva certi campioni. E l'Udinese non li aveva".Aggiunge che comunque sia andata "eravamo un grande gruppo. Un aneddoto che porto dentro è il capodanno che passammo tutti assieme in Austria. Ci ritrovammo verso le 11 e andammo in questo posto dove al massimo bevevano 3 birre. Noi abbiamo fatto un caos bestiale, è stato un miracolo se non ci hanno cacciato. Ma forse qualcuno gli ha detto che eravamo l'Udinese...la fortuna di essere calciatori a volte!".

Garella parla dell'Udinese come di "un paradiso. Credo che anche oggi sia così. Un giocatore a Udine sta benissimo vive tranquillo. La gente è' meravigliosa. Per dir, io non potevo mai essere un giocatore da Milan Lab. All'Udinese invece stavo da re: dopo le partite non mancava mai il bianchetto con gli amici e il salame. Un'atmosfera indimenticabile".Peccato appunto per quel secondo anno: "Lo perdemmo per la partita col Bari, dove ci facemmo riprendere dopo il gol di Bruniera, e col Napoli dove non giocai ma Maradona segnò in pieno recupero con molte polemiche"

.Della squadra di oggi dice che "è all'avanguardia. Sta facendo un gran calcio e ha un allenatore che fa giocare la squadra in maniera unica. E' la sola che usa davvero le tre punte e non è cosa da poco".

Un calcio totalmente diverso dai suoi tempi: "Quando giocavo io non esisteva nemmeno la regola del retropassaggio. Ricordo certe meline...Tutto era più lento. Poi c'era ancora il libero. E non ditemi che Sacchi non lo usava. Anche lui con Baresi lo aveva! Oggi il calcio è 100 volte superiore a livello fisico. Le rose sono numerose, mentre quando giocavo se superavi i 18 creavi malumori. Berlusconi ha cambiato tutto: ha portato giocatori al Milan solo per non farli giocare da altre parti, poi facevano tribuna. L'esempio più eclatante è Nando De Napoli. Poi adesso ci sono le Tv, e tutto è diverso".

Tornando all'Udinese ed al passato due sono i grandi ricordi legati allo Stadio Friuli: "Primo la parata in rovesciata su Piccioni della Cremonese. Non so nemmeno io come. L'altra è legata al derby col Verona. Allora ero gialloblu ma quel 3-5 è entrato nelle partite più belle di sempre. Due squadre che si sono combattute alla morte sotto la pioggia senza paura di perdere. Oggi hai paura di tutto. Se sbagli paghi subito. E questo è un danno per il calcio".

Uno dei dubbi che tutti hanno è che fine abbia fatto e perché il calcio si sia dimenticato di un personaggio come lui: "A dire il vero non lo so nemmeno io. Ho fatto il corso Ds,credo di valere, eppure non trovo una squadra che mi dia fiducia. Partirei dal basso per dimostrare il mio valore ma non ne ho le possibilità e non ne capisco il motivo. Forse chi è troppo onesto nel dire quello che pensa non piace a questo mondo. Vedi gente come De Sisti o Bagnoli, tutti fatti fuori. Quest'ultimo posso dire che è stato il più grande forse che ho avuto insieme a Sonetti, un altro che mi chiedo perché non abbia allenato una grande. Era stratosferico, sincero fino al midollo. Bagnoli invece ti parlava in milanese quando si perdeva, ma in maniera aperta, umana. Era una persona eccezionale".

Ma nel calcio di oggi che tratta così le persone una Udine può sognare uno scudetto come fece il Verona? "No assolutamente. Oggi tutto si riduce atre squadra, anzi a due, Inter e Milan, perché la Juve non è ai loro livelli. Mi consolo vedendo realtà come l'Udinese, ma anche la Fiorentina o il Chievo e il Napoli che cercano di sfruttarle loro risorse per competere e dare il massimo. Del resto ci sarà un motivo se vogliono fare un campionato europeo?".

Il modello inglese insomma è ancora lontano: "l'unica squadra che ha una organizzazione di un certo tipo è l'Udinese, che forma i giocatori dal basso. In Inghilterra è un altro mondo. Qui non abbiamo nulla. Specie a livello giovanile. Io abito a Torino e mi viene da piangere a pensare a com'era il settore giovanile granata qualche tempo fa e come è oggi. Nessuno investe questo è il problema. Se poi penso che Pellissier è al Chievo, Semioli alla Fiorentina e Quagliarella all'Udinese: sono felice per loro, ma se penso al Toro...".Intanto a Udine lo stadio si svuota: "l'errore peggiore è imborghesirsi. La società sta facendo grandi cose. Ha l'attacco della nazionale. Cosa si vuole di più?".

Infine una battuta sulla Uefa: "Certo che può vincerla. Anzi penso che stiano pensando oramai solo a quello. Sarebbe la ciliegina su anni di sacrifici".