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Milan, i tifosi meritano chiarezza

Milan, i tifosi meritano chiarezzaTUTTO mercato WEB
© foto di andrea Distaso
lunedì 3 maggio 2010, 07:302010
di Antonio Vitiello
fonte editoriale di Andrea Distaso per MilanNews.it

Era importante vincere. Era fondamentale respingere il prevedibile assalto di Sampdoria e Palermo al terzo posto ed ancora più significativo era dare un segnale di compattezza a tutto l'ambiente e ai tifosi, che avevano vissuto con preoccupazione, mista a sconcerto, l'avvicinamento alla gara con la Fiorentina.
I 3 punti colti contro i viola potrebbero rappresentare il via libero quasi definitivo alla conquista dell'ultimo posto utile per l'accesso diretto alla fase a gironi della prossima Champions League e all'automatica garanzia di avere in tasca quei 20 milioni di euro che respingerebbero l'obbligo di privarsi di un pezzo pregiato nel prossimo mercato. Come è avvenuto, peraltro, non più tardi della scorsa estate, quando il popolo rossonero ha visto partire Kakà alla volta di Madrid per tappare la falla, pari a quasi 70 milioni, venutasi a creare nel bilancio per la mancata partecipazione all'edizione 2008/09 della coppa più prestigiosa.

Situazione che, secondo radiomercato, potrebbe riproporsi anche stavolta con uno dei pochissimi fiori all'occhiello rimasti in una compagine ormai logora e bisognosa di una sostanziosa opera di restauro: parliamo di Pato, che potrebbe abbandonare la barca a prescindere da qualsiasi tipo di discorso.
Sembrano suonare forti le sirene spagnole (nuovamente sponda Real) e quelle londinesi, con Carlo Ancelotti che spinge sempre con maggiore convinzione il Papero a seguirlo al Chelsea e a dare una spinta decisiva alla propria carriera. Offerta a cui sarebbe difficile rispondere ancora di no, a maggior ragione a fronte di una controproposta, da parte della dirigenza milanista, che non sembra essere altrettanto allettante per almeno due ragioni.
Attualmente la punta carioca percepisce già quei 4 milioni di stipendio annuo che rappresentano il tetto massimo stabilito da via Turati e, di fronte ad un'offerta superiore da parte del club di Abramovic, il rilancio non avverrebbe; inoltre, a "spaventare" Pato ed il suo entourage sarebbe la prospettiva di un altro anno in una squadra destinata per il momento ad un ruolo di comprimaria, sia in Italia che in Europa.

Ecco, il punto principale è proprio questo. "Progetto", parola che sta a cuore a molti, di cui talvolta si abusa in un mondo, come quello del calcio, poco abituato alla programmazione, ma che paradossalmente si abbina alla perfezione con il momento storico che sta attraversando il Milan. Semplicemente perché non c'è! O meglio, se la ristrutturazione prevista nell'estate 2010 prevede l'acquisizione di parametri zero (peraltro nemmeno di alto livello) come Yepes o di nomi che solo 4-5 anni fa avrebbero fatto sorridere anche i più pessimisti tra i pessimisti (Lazzari, Aogo, Cacau, Kroldrup,...), inizia male in partenza.
Non è riducendo drasticamente qualsiasi tipo di investimento o abbattendo clamorosamente il monte ingaggi che si può pensare di mantenere il Diavolo a livelli di medio-alta competitività, compatibilmente con i nuovi parametri finanziari fissati dalla Uefa di Michel Platini.
Raccontare alla gente che il Milan sta adottando una politica lungimirante e che sta tentando di precedere la concorrenza su questo percorso è una favola bella e buona, in quanto non accompagnata in tempi recenti da una convinta e convincente opera di sviluppo del settore giovanile e di ricerca di calciatori di sicuro avvenire.
Chiarezza ci vuole, quella che reclamano ormai da tempo i sostenitori rossoneri e che renderebbe tutto più facile; una comunicazione tra pubblico e società finalmente trasparente, in barba alla necessità di vendere abbonamenti e di strappare qualche biglietto in più al botteghino. In attesa di principi azzurri in sella a bianchi destrieri o di fantomatici sceicchi a bordo di tappeti volanti.