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Michele Fusco fa il punto sull'acquisizione del Livorno

Michele Fusco fa il punto sull'acquisizione del Livorno
martedì 29 giugno 2010, 11:012010
di Marco Ceccarini
fonte Lorenzo Corradi per Amaranta.it

Non ha tirato i remi in barca l'Azionariato Popolare Livornese, anzi. Va avanti col suo ambizioso progetto e intanto aspetta che qualcuno decida che cosa vuol fare. Da un lato Paolo Bergamo ed i suoi uomini, capire se hanno intenzione di unire gli sforzo con l'APL, dall'altro Aldo Spinelli, se questa voglia di vendere c'è ancora oppure no. Ne abbiamo parlato con Michele Fusco, il portavoce dell'APL nel suo ufficio in pieno centro di Livorno.

Fusco, dopo l'incontro che avete avuto con l'azienda di componenti per computer a Pisa, non si è sentito più parlare di voi. Come mai?
"Abbiamo lavorato nell'ombra cercando di rafforzarci e devo dire che per il momento siamo pienamente soddisfatti su come stanno andando le cose".

Puoi dirci qualcosa di più sull'azienda con cui avete avuto quell'incontro?
"Ovviamente non posso rivelare il nome. Produce in Toscana per conto di grandi marche presenti nella grande distribuzione del settore, nel giro di due anni vorrebbe aprire negozi e mettersi sul mercato per conto proprio. Intende promuoversi attraverso sponsorizzazioni nel mondo dello sport. Prima del Livorno ha pensato anche al basket a Firenze, alla Lucchese ed al Prato".

Ci sono stati dei contatti diretti con Spinelli?
"Sì. L'azienda è disposta a contribuire per cinque milioni e mi chiede di contattare Spinelli per sentire la sua richiesta, si parla dei primi di giugno, per concordare un incontro che però per varie vicissitudini non c'è mai stato".

Quindi tu hai parlato con Spinelli?
Sì. Mi disse: "Belìn, avete già trovato i soldi? Venite quando volete!".

Puoi ribadire quali sono i vostri propositi?
"Noi vogliamo che la città si identifichi nella squadra che quindi deve essere un patrimonio di tutti. Attraverso l'azionariato popolare vogliamo acquistare il titolo sportivo che diverrebbe così dei livornesi. Una volta fatto questo daremmo la squadra in gestione ad un socio o ad un imprenditore che vuole investirvi. Una sorta di appalto. Se poi fallisce, fallisce la gestione e non il titolo sportivo. E' come se la società che ha ingestione il museo del Louvre fallisce: è lei che chiude, ma non il museo e si cambia il gestore. Vorremmo inoltre rilanciare il merchandising. Nel caso nostro l'idea che abbiamo è il titolo sportivo in mano all'APL, mentre la gestione affidata alla cordata di Paolo Bergamo ed all'azienda incontrata".

Disposti a fare fronte comune con gli imprenditori di Paolo Bergamo, allora?
"Io ho provato a contattarlo in tutte le maniere, ma non mi ha mai risposto. La proposta è cinque milioni messi dall'azienda, altrettanti dai suoi imprenditori e due che come APL contiamo di recuperare con le adesioni".

Totale 12 milioni. Spinelli ne chiede 10 per trattare e valuta la rosa grosso modo la cifra che mettereste insieme. Ma secondo te quest'ultima somma il Livorno la vale?
"Secondo me sì. Consideriamo che col prossimo veniamo da nove campionati tra A e B, parco giocatori, bilanci, altri introiti, diritti televisivi... Beh, le cifre chieste sono giuste. E comunque ti dico una cosa: se avesse accettato di vendere a 5-6 milioni avrei pensato che nei bilanci ci fosse stato qualcosa che non andava".

Che idea ti sei fatto? Spinelli non vuole vendere o vuole farlo alle sue condizioni?
"Qui sta il punto. La sensazione è che fino a quando il Livorno per lui sarà fonte di guadagno non passerà la mano. Che poi se vende voglia farlo alle migliori condizioni per lui mi pare ovvio, è un imprenditore. Noi comunque abbiamo intenzione di andare a Genova per capire la sua volontà, magari cercando di fargli firmare un pre contratto e dandogli un periodo di tempo in cui lui potrà trattare la cessione con chiunque, ma dando la precedenza all'APL".

Tu che ne pensi del programma triennale del presidente?
"Ha senso se la si finisce con la politica dei prestiti, se si fa un contratto pluriennale all'allenatore, se si sviluppa un settore giovanile, un centro sportivo, se si lascia la guida tecnica lavorare in pace. Altrimenti è un modo diverso di chiamare la navigazione a vista".

E del presidente stesso che ci dici?
"Lo ringrazierò per quello che ha fatto, ma ad un certo punto ha fatto terra bruciata attorno a sé per sua volontà liberandosi di persone competenti. Da dopo la vicenda Donadoni in poi, non ha saputo consolidare il consenso di cui godeva tra i tifosi".

Veniamo all'Azionariato Popolare. La situazione com'è?
"Ad oggi contiamo 721 soci, ma guarda qua (ci fa vedere le mail sul monitor, ndr): 130 mail negli ultimi cinque giorni e che non ho avuto il tempo di leggere. L'80% di chi scrive per chiedere informazioni alla fine diventa socio.Inoltre ti dico che sono pochi quelli che hanno sottoscritto la quota base di 50 euro. Dispiace che i club siano un po' freddi e divisi su questa iniziativa e vorremmo intrattenere rapporti più stretti con i ragazzi della curva nord. Sappiamo che è una cosa che per riuscire ha bisogno di tempo, ma adesso siamo più che soddisfatti"