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Parla Walter Monaco, lo 007 del Lecce

Parla Walter Monaco, lo 007 del Lecce
giovedì 21 ottobre 2010, 16:312010
di Francesco Romano
fonte pianetalecce.it

Intervistato in esclusiva ai microfoni di pianetalecce.it parla lo 007 di Gigi De Canio, Walter Monaco. Monaco, immenso talento - non del tutto dimostrato - dalle invidiabili capacità tecniche, ex calciatore del Lecce, attualmente fa e consegna al tecnico giallorosso, le relazioni di ogni squadra che il Lecce dovrà affrontare durante il campionato compilando all'interno di esse tutti i pregi ed difetti dell'avversario. E' l'uomo di De Canio per tutte le partite che si disputano da Roma in giù.

Un compito importante e delicatissimo quello di Monaco che ci spiega bene cosa ha visionato del Brescia, prossimo avversario del Lecce.

"Domenica penso che le rondinelle giocheranno o con la coppia Possanzini-Eder o con Eder-Caracciolo. A Bari giocarono con i primi che ho indicato lasciando Caracciolo in panchina. Al di là di questo, il Brescia è una squadra che si chiude bene e riparte in velocità. A centrocampo hanno Filippini che s'inserisce spesso e volentieri in avanti con Cordova che fa da play-maker. Domenica, nonostante l'assenza di Diamanti, dovrebbero giocare con il modulo 4-3-1-2".

Per lei è una grande soddisfazione fare da relatore a De Canio...

"Grandissima soddisfazione! Sono entrato a far parte di uno staff composto da persone eccezionali sia a livello calcistico che a livello umano. Quando ho conosciuto De Canio mi ha impressionato la sua umiltà. Per fare un esempio, quando sono andato in sede e ci siamo conosciuti, mi è venuto in contro e mi ha messo subito a mio agio dandomi la sedia ed una pacca sulla spalla. Questi sono gesti amichevoli che la dicono tutta su che tipo di persona sia Gigi De Canio.

Come è arrivato a Lecce?

"Le mie referenze le ha date Robertino Rizzo con cui ho avuto modo di lavorare a Matera, ero il suo secondo".

De Canio cosa Le chiede di solito?

"Mi consegna un programma mensile delle gare che devo andare a visionare. Io ho comunque carta bianca e faccio la relazione in base a quello che vedo durante una partita. Di solito informo il mister sulla capacità offensiva e difensiva della squadra osservata, oppure indico chi va a saltare nei calci d'angolo e chi no e magari segnalo anche i giocatori da temere in certe situazioni di gara".

Lei ha dei fogli da compilare o scrive solo quello che vede?

"Io ho un computer nel quale dispongo di programmi contenenti alcune domande sulla partita. Esempi? Segnalare i calci piazzati a favore e contro, schieramento iniziale e schieramento post sostituzioni, in quanti difendono, in quale zona viene applicato di più il pressing, giocatori aggressivi, difensivi e offensivi ed ancora segnalare se il gioco riparte dal portiere e prosegue con il terzino, il mediano, il difensore centrale...insomma, un bel po' di cose".

Ci spieghi meglio, ci racconti un episodio particolare che lei ha riferito nelle sue relazioni?

"Bhe, se lei nota tutte le squadre di serie A nei calci d'angolo vanno a saltare con cinque giocatori. Il Parma ad esempio lo fa con quattro. Perché? Per il semplice motivo che va gente forte fisicamente come Lucarelli, Zaccardo, Paci ed uno tra Crespo e Bojinov. Loro quanto meno gente portano all'interno dell'area di rigore, più occasioni hanno di muoversi liberamente e colpire di testa senza grossi problemi. Se lei nota, il Parma l'80% dei gol che ha fatto sono tutti su calcio da fermo e con noi non è riuscito a segnare in questo modo, segno che siamo riusciti a prendere le giuste contromisure".

Tornando a lei, lavorare per la squadra della sua città è un motivo di orgoglio e soddisfazione...

"Sono contento di essere tornato in A con la squadra della mia città. Io sono stato un prodotto del settore giovanile del Lecce che mi ha permesso di giocare fin da subito nei professionisti. Forse nessuno lo sa ma io sono tra i leccesi che vanta più presenze in giallorosso, escludendo le gare di coppa Italia. Quante ne ho fatte? 85-86, ora non ricordo di preciso".

Cosa le è mancato nella carriera da calciatore? Aveva tutte le qualità per essere un grande.

"E' dipeso da me, ma dico anche che nel calcio conta tanto la fortuna. Forse quando ero giovane non ho capito bene il tipo di occasione che la vita mi aveva offerto...So comunque che Cataldo, Mazzone, Fascetti e Ventura mi hanno sempre voluto bene. Gli anni più belli che ho fatto sono stati quelli di Venezia e Giarre. Nel Lecce forse ho giocato nell'anno sbagliato, quello della retrocessione disastrosa dalla B alla C. L'anno dopo Ventura mi volle tenere in rosa ma quando giocavo e toccavo palla, i tifosi mi fischiavano sempre, forse perché ero l'unico reduce di quel brutto anno della retrocessione. Feci comunque 24 presenze e ritornammo in B facendo un gran bel campionato. Poi il Lecce non mi rinnovò il contratto e finì la storia in giallorosso. Ma questa ormai è un'altra storia, adesso c'è un Lecce da salvare ed io nel mio piccolo farò di tutto per aiutarlo".