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Varese, Zappino: "Fuga per la mia Vittoria"

ESCLUSIVA TMW - Varese, Zappino: "Fuga per la mia Vittoria"TUTTO mercato WEB
© foto di Tommaso Sabino
mercoledì 6 aprile 2011, 15:312011
di Claudio Sottile
Massimo Zappino, portiere classe '81, veste la maglia del Varese. Nel suo curriculum ricordiamo le esperienze con Nocerina, Frosinone, Pro Sesto, Foggia, Lecco e Como.

Matrimonio, paternità, play off. È il triplete di Massimo Zappino (29), portiere del terribile Varese lanciato verso i play off.

In ESCLUSIVA per le pagine di TMW ci racconta tutta la sua voglia di afferrare il meglio, nella vita come nel calcio.
Inevitabile per chi ha deciso di chiamare la propria figlia, in arrivo a maggio, come l'obiettivo di una vita intera: Vittoria.

Massimo, questo Varese non scherza più.
"I risultati dicono questo, ci godiamo il momento positivo, sappiamo che dobbiamo tenere duro perché mancano otto partite. Il campionato di B è difficile, dobbiamo rimanere concentrati e non mollare, altrimenti ci facciamo male da soli".

Sei orgoglioso di essere il portiere della seconda difesa meno battuta della cadetteria, dietro l'Atalanta e assieme al Siena?
"A parte l'orgoglio sono contento per tutto l'andamento della stagione, stiamo facendo un campionato straordinario. Siamo lì sopra e ci stiamo giocando un campionato diverso dopo aver conquistato la salvezza. Dobbiamo fare il possibile per centrare un obiettivo che per l'ambiente e per noi sarebbe meraviglioso, oltre che straordinario".

Dove finisce la zona delle pretendenti ai play off?
"Non è facile, questo campionato è molto tosto. Il Modena era staccato e ora lotta per i play off, non si possono fare ancora calcoli, dovremo lottare con un po' di squadre fino alla fine".

Dopo tanto peregrinare, hai firmato il rinnovo di contratto per un altro anno. Varese è la tua dimensione?
"Giusto, ho rinnovato per un altro anno un mesetto fa. La prossima stagione potrò ancora lavorare qui, ma niente è detto, magari arriva una proposta irrinunciabile e la società decide di cedermi. Io sono felice a Varese, però tutto può succedere".

L'anno di B a Frosinone sembrava lanciarti verso una carriera brillante, smarritasi però in mezzo a tanta Serie C. Cosa ha frenato la tua crescita?
"A parte le scelte sbagliate e la sfortuna c'è il demerito mio. Se dopo la B ho fatto tre anni di C vuol dire che ho sbagliato, ne sono consapevole. Quando sei giovane ti piace la bella vita, sembra che stai per raggiungere una strada importante, però non la segui con i piedi per terra. Le voci di mercato mi hanno distratto, mi sono montato la testa e ho fatto sbagli. Mi assumo tutte le responsabilità".

Che uomo sei dopo questi errori?
"Sono maturo, mi sono appena sposato, mi sta per nascere una bimba, gli errori fatti da giovane sono passati. Ho ventinove anni, sono capofamiglia, penso soltanto a far bene lavorando".

Avresti potuto ottenere di più in carriera?
"Se sono arrivato fin qui vuol dire che mi merito questo. Per tutti i giocatori serve un pizzico di fortuna, io penso comunque di fare il massimo ogni volta che gioco. Se poi arriverà la Serie A sarà un sogno che si realizza".

Qual è la tifoseria che più ti è rimasta nel cuore?
"Sicuramente quella di Frosinone, dove ho vissuto tre anni splendidi. Anche ora sto vivendo un'annata spettacolare, e i tifosi del Varese sono da Serie A. Ci stanno sempre vicini, ci aiutano, anche grazie a loro ogni sabato in casa e in trasferta, con la loro carica, disputiamo grandi partite".

La tua primavera 2011 si prevede con i fuochi d'artificio, sia umanamente sia calcisticamente.
"Potremo chissà festeggiare una promozione, e nascerà mia figlia. La paternità è l'evento più bello del mondo per un uomo. E poi c'è un aneddoto..."

Dicci pure!
"La bimba si chiamerà Vittoria. Il nome l'abbiamo scelto un paio di mesi fa, non c'entrava col pallone. Ora è un nome che si avvicina al mio momento professionale, speriamo bene. Sarà la fuga per la mia Vittoria".

Sei ormai radicato in Italia, dopo essere stato adottato all'età di nove anni da una coppia di Siracusa. Hai più rivisto i tuoi genitori naturali?
"No, sono in Italia da vent'anni e non li ho più né visti né sentiti. Sentire una persona lì giù in Brasile è difficile, devi avere un aggancio, altrimenti non riesci a parlare. Prego però sempre per loro, l'importante è che stiano bene. Magari un domani, con un pizzico di fortuna, ci potremo rincontrare".

In campo davanti a te agisce Claiton (26), difensore centrale brasiliano. In che lingua vi parlate?
"Io posso parlare solo il terrone. Il portoghese non lo ricordo, se lui mi vuole parlare può parlare italiano o terrone, altrimenti proprio non lo capisco (ride di gusto)".

Hai scaramanzie particolari in campo?
"Non ne ho, non ci credo, tanto se devi vincere o perdere dipende da chi sta in campo. Uno le adotta per un discorso mentale, ma non ci penso più di tanto".

Sei un brasiliano trapiantato in Sicilia e residente in Lombardia. Avrai la saudade, no?
"L'unica saudade che ho è per il caldo! Qui a Varese fa un freddo allucinante, non essendo abituato mi spezza. Penso a coprirmi il più possibile. Gioco in pantaloncini perché non sopporto la calzamaglia, immagina il freddo".

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