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LIVE TMW - Leonardo: "Sono disoccupato, ho solo incontrato il PSG"

LIVE TMW - Leonardo: "Sono disoccupato, ho solo incontrato il PSG"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico Gaetano
giovedì 7 luglio 2011, 17:182011
di Andrea Losapio
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"Io per ora sono disoccupato, non posso rubare giocatori. Io cerco di fare qualsiasi cosa che va bene per tutti. Non escludo niente. Ci sono troppi se nel discorso, faccio un altro comunicato. Il PSG? Non so niente, devo capire il progetto e gli investimenti non sono ancora stati fatti. Non mi sembrano ci sia pazzia nello spendere, mi sono sembrate persone molto lucide".

"Ho sentito quasi tutti all'Inter, a prescindere dalla comunicazione esterna ci voleva anche qualcosa d'interno per fare capire loro ciò che stava accadendo. Chi era vicino a me sapevano in tempo reale, e sono felice che queste cose non siano uscite. Non ho trovato Nagatomo, Pandev, Mariga, Suazo e basta. Gli altri li ho sentiti tutti. Era una spiegazione per le cose successe".

"Non escludo che il 6 agosto io possa iniziare il campionato col PSG. Ho fatto una riunione l'altro ieri e vedremo. Non escludo però anche il fatto che io possa non esserci. Non ho sentito Mourinho, ci siamo messaggiati ma è stato solo uno scherzo. Gasperini? Gli auguri ogni bene, non ha bisogno dei miei consigli, ha una squadra fortissima".

"L'auto? Ti racconto anche questo. E' il 21 giugno, compleanno di mio figlio, io ero in macchina con lui e mia madre e c'è stato il blocco del controllo. Ora c'è la Leje Seca in Brasile, c'è la tolleranza zero e non puoi bere se ti metti alla guida. Io mi fermo e ammetto di avere bevuto un bicchiere di vino, allora mi dicono di non fare l'esame, e faccio mettere alla guida mia madre. Poi, e io credo sia una cosa sbagliata, è uscito un comunicato dicendo che io mi sono rifiutato. Era vero, ma sono stato consigliato dagli agenti".

"Mi han fatto una proposta, non so quale, non so come, mi han solo detto di volermi con loro. Non abbiamo parlato di cifre e contratto, ci siamo sentiti un paio di volte dopo questo incontro a Doha. La risposta? Non lo so ancora, la risposta su cosa, faccio un comunicato? Non lo so".

"Io non sono venuto qui per giustificarmi, né per chiedere approvazione. Non credo che al 100% sia per questo, ma che la situazione sia stata creata, per una possibilità che non era sicura, per il modo di essere del presidente, tutto questo è arrivata fino a un'incomprensione e a un'aggressività che praticamente portava a una qualcosa di senza ritorno. Sul PSG ho poco da parlare".

"Non ho mai negato che la gestione mi piaccia, io ho fatto l'allenatore in modo intenso. La cosa del Paris Saint Germain, dopo questi ultimi due giorni, sta diventando una cosa possibile. Siamo liberissimi che io dica di no, sia che loro mi dicano "io non ti voglio", non c'è niente col Paris Saint Germain".

Sulle presunte aggressioni, Leonardo parla così: "Più o meno sapevo a cosa andavo incontro quando ho scelto l'Inter. Però io volevo continuare ad allenare i nerazzurri, nonostante questo. Però non è bello, perché il prodotto calcio italiano non è bello. Galliani mi ha chiamato è stata una breve telefonata. Ci siamo allontanati negli ultimi tempi, ci siamo sentiti. Ha solo cercato di capire se stavo bene, anche perché io non avevo molto da dire, e io non mi sono confidato con lui. Non mi piacciono le cose che arrivano di sponda, volevo raccontare ciò che ho vissuto. Che lavoro faccio oggi? Non lo so".

"Io lascio andare avanti le cose, io sono così. Le cose capitano, io vado".

"Il presidente, anche a voi, ha detto che sta prendendo questa situazione per quella che è. Moratti non è un presidente inesperto, che non sa cosa fare, come spesso la gente scrive. Per lui cambiare un allenatore non è tutta 'sta cosa. I suoi valori portavano a non bloccare la situazione, e io questa possibilità non l'ho portata avanti. La notizia di Bielsa è uscita il 15, perché io ho avuto un incontro a Doha l'11 e gli ho mandato un sms subito dopo l'incontro. E' impossibile che la notizia sia uscita l'11, io sono arrivato in Brasile il 13".

"Io non so cosa succederà, non conosco le modalità. Parlerò sicuramente per capire cosa possa succedere. Per me è un giorno importante".

"Al momento io non ho niente da fare a Parigi, perché ci devo andare? Io del PSG ho poco da parlare, ho fatto una riunione due giorni fa e non si è ancora deciso niente. Non c'è ancora una conclusione. Dov'è il contratto? Le cifre vere ci sono quando si firma. Il PSG è stato acquistato il trenta giugno e si deve ancora organizzare una stagione, non è un mio problema. Conosco poco di ciò che sta succedendo, io non ho mai parlato con nessuno se non con il proprietario. Non lo so chi può essere acquistato o meno, non ho pensato ancora al progetto. Il Paris Saint Germain da 15 anni non ha buoni risultati, che fretta ha ora? Io ho un incontro con i proprietari che hanno acquistato i capitolini il 30 giugno. Non conosco la politica della società".

"Dopo che è uscita la prima chiamata all'agente di Bielsa, io sono andato avanti a organizzare le amichevoli, ho chiamato i giocatori per chiedere se volevano venire all'Inter. Ci sono mille interessi, che io non blocco con un comunicato. Io non mi sono mai arrabbiato, le uniche persone che potevano decidere eravamo io o il presidente, quindi perché arrabbiato? L'Inter stava valutando perché il presidente ha cercato di capire che cosa fare, poi è successo un caos della madonna. Sono andato avanti a lavorare. Forse per l'Inter già non era la cosa migliore, perché è stato un massacro. Io non ero qui, ma mi hanno spiegato, e a un certo punto bisognava cambiare allenatore. Io potevo aspettare di essere esonerato se non fossi in un buon rapporto con lui. Io oggi sono libero, ho firmato la rescissione il primo luglio, ma durante fare comunicati o mandare messaggini...".

"Io non penso di andare al PSG, devo smentire una cosa che non c'è? Le cose che capitano io non le posso prevedere, le cose succedono. Io non ho previsto una virgola di ciò che è successo negli ultimi due anni. Questa possibilità non sapevo nemmeno che esistesse. Ho detto che all'Inter non avrei fatto il dirigente, che mi sentivo un allenatore, ed è vero che io mi sentivo sempre di più un allenatore. Io ero stato gettato lì e me l'hanno chiesto più volte di farlo, e allora ho iniziato. Poi è arrivata l'Inter e c'è stata questa possibilità. Io sono andato in Giappone a 24 anni, morivo per il calcio ma vabbè. Ho vissuto due anni bellissimi".

"E' vero che dopo che io ho chiuso il mio contratto ho incontrato il PSG. Non mi hanno mai fatto una proposta economica, non mi hanno parlato di soldi. Chiedo a Moratti e Galliani se sono stato io a mettere una cifra su qualunque contratto che è stato firmato con loro. Non ho mai parlato di soldi con nessuno, e nemmeno con loro. Non l'ho fatto nemmeno ora, in questi due giorni che sono stato a Londra. Io fortunatamente non sto cercando qualcosa, a parte una grande sfida o una cosa bella, è capitata questa cosa e non so come finirà. L'acquisto del PSG è stato firmato il 30 giugno, prima non potevano fare nulla. Di cosa stiamo parlando, che comunicato posso fare. Aldilà della notizia, uscivano anche giudizi. E io un comunicato contro i giudizi non lo faccio".

"Mi dispiace molto, perché s'era creato un qualcosa. Non parlo di ciò che rappresenta fare l'allenatore dell'Inter, ma per le persone con cui lavoravo. Era tutta una grande sfida, per me il gioco dell'allenatore è un privilegio, mi sono capitate occasioni difficili ma straordinarie. Io non ho ipotizzato mai la situazione, quando è arrivata questa cosa ho pensato che fosse una cosa bella ma impossibile, magari per il futuro. Questo era il mio pensiero, anche quando è incominciato tutto pensavo fosse impossibile, solo che questa cosa qua ha portato una situazione insostenibile. Io in Brasile ero sempre a casa mia, solo lì. Ho chiamato il presidente e gli ho chiesto di rimanere all'Inter, lui ci ha pensato e ha detto a voi per misurare. Questa aggressività (riferita ai giornalisti, ndr) l'ho capita poco".

"Delusione di Moratti? Lui ha cercato di capire se questa possibilità. Lui ha fatto uscire la possibilità che lui rimanesse all'Inter e lui ha cercato di misurare e ha capito che era una cosa senza ritorno. Lui non mi voleva mettere in una centrifuga, ma che la situazione fosse possibile c'è anche oggi. Ho fatto 6 anni da dirigente, due da allenatore, e sa il mio modo di essere e ciò che ci siamo detti. Quando lui ha prospettato una cosa che non era sicura, ha cercato di non bloccarla e ha creato un meccanismo che ha accelerato tutto".

"La situazione è questa, ho parlato due giorni fa con i proprietari e non so cosa succederà. Scusate se mi sono dilungato, ma ho tentato di spiegare le cose che sono successe. L'accordo con i francesi non c'è, ma questa cosa ha rafforzato la possibilità di andare là. Non so se è un gesto d'amore, lui si è comportato con me come forse si comporterebbe il 90% delle persone".

"Quello che è scattato è stata un'incomprensione esterna. Non è stata mai considerata un'opzione di lasciare per un'altra opzione. Siamo arrivati al giorno ventidue/ventitré, quando Gasperini ha detto di sì. Pochissime persone (Capello e Villas Boas, ndr) sono state contattate e hanno detto di no. Quando c'è stata la possibilità di prendere Gasperini io ho chiuso il mio contratto con l'Inter. Fino a lì - e ancora oggi - ero libero. Anche in Francia? Arriva o non arriva, ma per cosa? Io non ho firmato con nessuno, non so dove devo arrivare".

"A quel punto sento della chiamata di Bielsa. Io non ero a Milano, io non parlo fuori dalle conferenza stampa, io non rispondo tramite sms. Io non ci riesco, chiedo scusa e capisco che sia difficilissimo per voi prendere informazioni. Io ero in Brasile e non ho mai parlato. Questo ha scatenato una reazione molto complicata. Dopo questo non ho parlato con nessuno. Io non ho mai trattato col PSG fino a tre giorni fa. Io sono sempre rimasto a disposizione dell'Inter per rimanere. Fino alla firma di Gasperini, io ero ancora lì".

"Sono andato a Doha l'11. Ho parlato con gente che già conoscevo, che mi ha fatto conoscere il progetto. A loro ho spiegato che era impossibile, perché c'era un progetto con l'Inter. Io poi ho parlato col presidente e lì mi ha trattato come un figlio. Conosce il mio passato. Io gli ho spiegato di volere andare in Brasile, ma lui ha riflettuto e ha deciso di non bloccare la possibilità. Lui mi ha trattato come un padre".

"Il PSG mi ha cercato più volte, io gli ho risposto: "Non posso, sono in vacanza". Non era una proposta, era un invito per questo progetto. Io dico di no, ma c'è stata una chiamata, poi un'altra chiamata. Insomma, ho chiesto di parlare con il presidente Moratti e gli dico che non so se accettare. Parlando con lui - e ho un rapporto straordinario - e questa è stata solamente una piccola parentesi".

"Ho fatto fatica a convocare una conferenza stampa. Per tutto quello che è successo nell'ultimo mese mi sembrava giusto parlare con la gente che ha seguito il calcio e l'Inter, le persone che mi sono state vicine. E' stato un mese agitato, anzi, sono stati due anni agitati, ma questo mese... Non mi voglio dilungare nella mia premessa. La verità è che finisce la Coppa Italia, io sono molto felice per questa conquista dopo sei mesi di Inter, sei mesi molto intensi. Avevo già organizzato la mia vita, dieci giorni in Sardegna, poi venti giorni in Brasile. Dopo questi ci sarebbe stata una riunione già organizzata. Io non ho firmato niente con il Paris Saint Germain".

16.15 L'ex allenatore di Milan e Inter, Leonardo, è pronto a parlare con i giornalisti presenti nella sala stampa di San Siro. Dall'incontro ci si aspetta di capire qualcosa di più sulla sua decisione di lasciare la società nerazzurra.