Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

Logica contro improvvisazione: a Milano si decide il campionato. Bene la Lazio, Juve poco convincente ed ottimo Napoli. Roma, sei terra di nessuno. Caro Andrea, mi hai deluso! Ieri a Torino c'era la storia e penso di averne fatto parte

Logica contro improvvisazione: a Milano si decide il campionato. Bene la Lazio, Juve poco convincente ed ottimo Napoli. Roma, sei terra di nessuno. Caro Andrea, mi hai deluso! Ieri a Torino c'era la storia e penso di averne fatto parteTUTTO mercato WEB
© foto di Micri Comunication
venerdì 9 settembre 2011, 00:002011
di Luciano Moggi
Nato a Monticiano il 10 luglio 1937, è stato dirigente di Roma, Lazio, Torino, Napoli e Juventus. Nel suo palmares ci sono: 8 scudetti, 1 Champions League, 1 Coppa Uefa, 1 Coppa Intercontinentale, 2 Coppa Italia e 5 Supercoppe.

La logica contro l'improvvisazione. Nell'ultimo editoriale prestagionale, la contrapposizione forte che emerge, è quella che contraddistingue il modus operandi dei due club che, a mio parere, si contenderanno anche in questa stagione la conquista dello scudetto.
Un affare milanese, vista l'inadeguatezza tecnica delle altre compagini nel poter lottare per l'obiettivo grande, che come ripeto da tempo immemorabile vede i rossoneri del Milan come favoriti assoluti. La logica, manco a dirlo, appartiene a loro. Un mercato oculato, senza dubbio, scevro da colpi da mille e una notte, ma ricco di quella programmazione che sovente accompagna i progetti che si rivelano vincenti. Una valutazione positiva perfettamente compendiata dall'affare Nocerino, acquisito nell'ultimo giorno di mercato per porre rimedio alla spinosa situazione Flamini, che avrebbe potuto compromettere l'equilibrio della linea mediana quantomeno a livello del numero di risorse. Nulla viene lasciato al caso.
Al contrario, in casa nerazzurra ci si basa quasi totalmente sull'umoralità del Presidente Massimo Moratti. È evidente che in un contesto del genere sia molto più semplice incorrere in errori che hanno poi del clamoroso come accaduto nel caso di Diego Forlan. Non vedo poi lati positivi neppure a livello economico nel mercato impostato dai nerazzurri, più che cedere si sono limitati a svendere, privandosi di giocatori di assoluto livello a cifre assolutamente inferiori rispetto a quella che avrebbero invece potuto pretendere con una programmazione più attenta. Nonostante ciò, credo che gli uomini di Gasperini siano ancora i primi candidati a contendere lo scudetto ai cugini rossoneri.
Subito dietro, sono favorevolmente sorpreso dal Napoli di De Laurentiis, che al contrario della Juventus è stati bravo ad intervenire nelle zone in cui aveva impellenti necessità, lasciando intatta un'ossatura base che è comunque garanzia della buona stagione portata a termine una stagione fa. Inler, Dzemaili e Britos sono acquisti di buon livello.
Ci duole esternare giudizi non ancora convinti sulla seconda Juve di Marotta.

Ma al di là di Pirlo non vediamo un'idea di squadra intesa come tale per essere competitiva,mancano giocatori di primo piano che possano darle una identità e i continui cambi di obiettivi ci sono parsi un indice di incertezza. Una buona cosa viene dalla guida tecnica, Conte ci sembra l'uomo giusto al posto giusto. La Juve gioca con il Parma alle 12 di domenica nello stadio nuovo, un grande progetto ora compiuto , che fu pensato e messo in cantiere dalla triade, particolare che è stato ampiamente dimenticato.Ieri è stato inaugurato con una manifestazione degna della bellezza dell'impianto, inviti a tutte le personalità di spicco e non solo dell'ambiente calcistico: si potevano notare personalità che hanno avuto una parte importante nella retrocessione della Juve in B nel 2006,altre che si sono mostrate recentemente contrarie alla revoca dello scudetto all'Inter sul ricorso della Juve,altre che non hanno difeso la Juve al momento opportuno,c'era un po' di tutto insomma.Mancava Moratti che ha preferito Sondrio per una conferenza stampa e ha fatto bene dimostrando però una certa coda di paglia..Mancavano infine, non invitati,i tre dirigenti che hanno portato la Juve sul tetto del mondo per i risultati conseguiti e senza nulla chiedere alla proprietà, a differenza di quanto accade adesso,mancavano quei dirigenti che hanno ideato il nuovo stadio facendo girare il mondo al dr. Opezzi alla ricerca e per visionare gli stadi migliori,c'era in compenso un numero " 29 " ad indicare gli scudetti conquistati, mancavano però gli artefici degli ultimi 12 anni di conquiste,ne è stata cassata la storia.Se l'Avvocato , il dr.Umberto e l'Avv. Chiusano avranno visto , si saranno sicuramente rivoltati nella tomba.
Credo che la Lazio possa ambire ad inserirsi come outsider per quanto concerne le posizioni di vetta. La cessione di Zarate non peserà oltremodo nell'economia di un reparto avanzato che con gli innesti di due come Klose e Cissè, al di là dell'età, garantisce un buon quantitativo di realizzazioni.
La vera incognita è la nuova Roma targata... Targata come? È difficile trovare una testa a capo di questo progetto, e proprio questo potrebbe essere lo svantaggio principale nella costruzione di una squadra di livello. Sabatini è un bravo dirigente, ma non so fino a che punto possa muoversi in autonomia. Il caso Totti è emblematico di un ambiente che crea problemi ancor prima che questi siano iniziati davvero.
Chiudo con i facili quanto incomprensibili entusiasmi scaturiti dalla qualificazione agli Europei della Nazionale. Abbiamo segnato a stento due reti contro Slovenia e Far Oer, non certo il gotha del calcio mondiale; e le difficoltà e la lentezza della manovra a centrocampo si prospettano come un handicap non da poco quando il livello degli avversari si alzerà.