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Calciopoli, avv.Gentile: "Lazio danneggiata, Lotito non rischia"

Calciopoli, avv.Gentile: "Lazio danneggiata, Lotito non rischia"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
mercoledì 9 novembre 2011, 22:452011
di Riccardo Mancini
fonte lalaziosiamonoi.it

Si è fatto molto parlare, oggi, sulla possibilità che il presidente della Lazio, Claudio Lotito, possa essere sospeso dalla sua carica all'interno dell'organigramma laziale, a seguito della condanna arrivata ieri al processi di calciopoli. Si è espresso l'avv. Grassani sull'applicazione della norma 22bis delle noif, cioè disposizione per le onorabilità. La norma sospende il tesseramento di un tesserato, giudicato colpevole di frode sportiva. L'avvocato Gentile, però difende il suo assistito ai microfoni di Lazio Style Radio. "La norma riguarda l'ordinamento federale e quindi può riguardare la sospensione di Lotito come tesserato dalla sua attività federale e non anche la sospensione dalla carica di presidente che riguarda l'ordinamento societario e civilistico e siccome la sentenza di ieri non è ancora esecutiva perché soggetta ad appello non si applica la pena accessoria dell'interdizione dagli uffici direttivi, come non si applica la pena principale e cioè la reclusione ad un anno e tre mesi. C'è da dire che il presidente, per lo stesso fatto, è stato giudicato all'interno dell'ordinamento federale ed è stato sospeso per sei mesi, poi ridotti a tre. Il suo rapporto sanzionatorio con la giustizia federale si è già chiuso. Tutti sapete che non si può essere puniti due volte per lo stesso fatto".

Gentile poi svela retroscena del processo napoletano e attacca. "Nella stessa indagine che ha portato alla condanna, la Lazio risulta danneggiata in altre partite come contro la Juve. In quella occasione è stata la Lazio a subire le conseguenze di un comportamento non corretto e per questa partita è stata accertata la responsabilità di Moggi. Poi Lotito era entrato da meno di un anno, poteva avere già questo potere? Basta sentire il tono delle intercettazioni, non c'è un rapporto stretto, c'è molto rispetto per l'istituzione federale, cioè per Carraro. La Lazio era un cadavere, in quel periodo. Non si sapeva se sarebbe fallita o no. C'erano ancora le istanze di fallimento al tribunale di Tivoli".