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Tutti in Sudamerica, impazza la Brasilemania. Occhio al nuovo Lulinha...

Tutti in Sudamerica, impazza la Brasilemania. Occhio al nuovo Lulinha...TUTTO mercato WEB
© foto di Nicolo' Zangirolami/Image Sport
lunedì 14 novembre 2011, 13:102011
di Andrea Losapio

In Italia pare scoppiato il Carnevale di Rio. In ogni dove, in qualsiasi piazza - calcistica, e metaforicamente parlando - si discute del possibile arrivo del Gaucho dai piedi buoni, dal paulista per puntellare la difesa, dell'estremo difensore verdeoro pronto a papere e interventi prodigiosi. Il Brasile ogni anno sforna una miniera di campioni e il relativo costo del cartellino, spesso alla portata dei club italiani - ed europei in generale -, porta a continui viaggi all'estero da parte di dirigenti e osservatori. Paratici, Ausilio, Braida, per dirne tre, ma non ci sono solo loro.
Forse è perché il fair play finanziario impone dei bilanci più virtuosi, ma rispetto ad alcuni anni fa non è più pensabile spendere trenta miliardi per Fabio Junior, quindi tutte le società calibrano i propri investimenti in modo tale da acquistare col minimo esborso il miglior giocatore. Ma quanto conviene alle squadre italiane investire gran parte della propria potenza economica nella nazione verdeoro?
Paradossalmente è stata la Lazio di Claudio Lotito ed Edy Reja a non sparare praticamente mai a salve. Nella finestra trasferimenti invernale 2009/2010 è arrivato un certo André Dias, imponente stopper dal San Paolo. Attenzione, perché il paulista in patria è stato eletto come uno dei migliori difensori sia nel 2008 che nel 2009, vincendo tre Brasileirao con la casacca Tricolor. Trattativa chiusa in Lega Calcio a Milano, dove Lotito aveva preso temporaneamente un ufficio: André Dias arriva a metà pomeriggio (sfila a un metro da me), con Gilmar Rinaldi, per chiudere l'affare. Ero da solo, do la notizia, ci vuole anche fortuna, perché poi arriva anche Parretti per concludere la trattativa per Biava. Senza divagare ulteriormente, l'altro grande colpo è quello di Hernanes, che però era a un passo dal diventare interista. Lo status di extracomunitario frena l'Inter che ha già preso Coutinho qualche tempo addietro e blocca tutto il mercato della Beneamata, orientato anche sugli affari transoceanici.
Proprio il giovane trequartista nerazzurro è al centro di una possibilità di prestito. E' arrivato a diciott'anni, qualcuno lo reputava già pronto perché al Vasco da Gama faceva meraviglie, ora è possibile una soluzione intermedia come l'Atalanta. Inutile dire che sia il passo giusto, ma è la dimostrazione logica che in Brasile si bruciano le tappe ed è meglio andare con calma.

L'Inter ha poi chiuso per Jonathan, che di anni ne ha 25, e che si sta ancora ambientando ad Appiano Gentile. L'ipotesi di un pacco è tutt'altro che peregrina, anche se il terzino - in patria - giocava nel Santos che ha appena vinto la Copa Libertadores e che ha stelle di prima grandezza.
Solitamente sbaglia poco il Milan, che negli anni però ha visto anche pacchi di indubbia grandezza come Ricardo Oliveira - arrivava dalla Spagna, quindi non rientra nella casistica - ma i Pato e i Thiago Silva sono gli ultimi colpi che arrivano dal Brasile, fondamentali per i rossoneri. Anche qui c'è però da aggiungere che Silva era stato inserito nella Bola de Prata, la top11 del 2007 del campionato brasiliano.
La Juventus non è solita pescare in Brasile, anche se quest'anno ne sono arrivati ben due: i fratelli Appelt Pires, che però non sono chiamati a fare la differenza fin da subito. Questo può aiutarli anche in una maturazione che sarebbe altresì problematica.
Tantissimi i nomi accostati finora alle italiane. Mario Fernandes, Neymar, Casemiro, Lucas, Rhodolfo, Bruno Cortes, Juan, Leandro Damiao, Bruno Uvini, Rodriguinho, Francisco Silva, Dedé, e potrei andare avanti per un pomeriggio intero.
In Italia i brasiliani storicamente si dividono in due gruppi. I grandissimi giocatori e i bidoni storici, anche se tecnicamente inarrivabili. La saudade è una brutta bestia, ma anche la frammentazione del cartellino - con società interessate e stampa consenziente - gioca brutti scherzi. Un nome su tutti? Ve lo ricordate Lulinha, classe 1990, che nel Corinthians sembrava potesse diventare più forte di Robinho, Zico, e compagnia cantante? Da tre anni gira il Brasile in prestito, dopo essere stato accostato alle grandi d'Europa. Con le italiane che non possono più sparare nel mucchio, sia per una questione regolamente che economica, attenti più che mai. Il pacco è sempre dietro l'angolo.