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esclusiva

Roberto Gotta: "I miei sei anni senza George Best"

ESCLUSIVA TMW - Roberto Gotta: "I miei sei anni senza George Best"TUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
venerdì 25 novembre 2011, 13:312011
di Marco Conterio

Descrivere George Best in poche parole è impresa improba. Perché dietro alle basette ed ai capelli ribelli, dietro al numero 7 cucito sulle spalle, dietro a colpi di fata e tocchi da genio, c'è stata tutta la voglia di riscatto, di libertà e di ribellione del Regno Unito. Icona e simbolo. "Quinto Beatles. Due parole che racchiudono tutto". Roberto Gotta giornalista e scrittore, autore di libri che profumano d'Inghilterra come 'Le Reti di Wembley', ricorda il genio ribelle nordirlandese a Tuttomercatoweb.com a sei anni esatti dalla sua scomparsa.

La domanda più difficile: chi era, George Best?
"E' stato l'uomo giusto nel momento giusto. E' arrivato in un paese col suo stile, prima ancora che col suo modo di giocare, che si è inserito perfettamente nel periodo storico del Regno Unito. Quinto Beatles è una definizione talmente perfetta che da quella dobbiamo partire, racchiude in sè tutto quello che è stato Best".

Genio, icona, simbolo, ma anche sregolatezza.
"Purtroppo la sua vita è stata condizionata dal vizio, che è stato se vogliamo anche una sorta di 'gene familiare', che lo ha reso diverso dagli altri quattro Beatles. O, almeno, è quello che il suo lavoro ha evidenziato: da sportivo non puoi permetterti certe defaillances, la verifica è costante".

Ho speso un sacco di soldi in alcool, donne e macchine veloci. Il resto l'ho sperperato: rende l'idea...
"E' la sua massima; geniale, ma certamente ad effetto, perché qualcosa ha lasciato anche alla famiglia. E' il suo secondo punto di partenza per ritrarlo, la seconda fotografia che chiudendo gli occhi viene in mente pensando a Best".

Nella memoria collettiva, però, resta molto di più il ribelle extracampo piuttosto che il campione assoluto sul rettangolo di gioco.
"Questo è un peccato, ma non dobbiamo mai dimenticarci che a quei tempi il calciatore modello era Matthews, ritratto in spiaggia a Blackpool con la famiglia. Vestiti, addirittura, perché sul mare faceva freddo... Passare da lui ad uno con le basette, ad un guascone, era un salto così grande che non poteva essere solo il calciatore a prendersi la ribalta, ma anche il personaggio".

Chi sarebbe oggi, il Best calciatore?
"Al giorno d'oggi, con l'esagerazione dei tabloid, avrebbe fatto una fine peggiore, ed in anticipo. Avrebbe fatto come Gascoigne, perché dopo pochi secondi sarebbe stato nel mirino di fans e giornali ed avrebbe avuto due alternative: perdersi o redimersi".

Eppure, i 'Mavericks', all'epoca erano la faccia positiva della società.
"Beh, non tutti la pensavano così. Però è vero che se oggi c'è un'accezione negativa su personaggi come Best e Stan Bowles, all'epoca erano figure romantiche, rivoluzionarie. Che hanno fatto non solo la storia del calcio, ma anche della società".

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