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Lippi: "Balotelli futuro azzurro"

Lippi: "Balotelli futuro azzurro"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 12 dicembre 2011, 00:062011
di Antonio Vitiello
fonte A cura di Antonio Vitiello e Alessio Alaimo.

"Ho voglia di tornare, non voglio stare un altro anno a casa. Mi piacerebbe guidare una buona Nazionale, magari disputare un biennio per la qualificazione al Mondiale". Lo ha detto a Sportitalia, ospite di Che DomenicA, l'ex ct dell'Italia campione del Mondo 2006, Marcello Lippi.

Il Paris Saint-Germain, per esempio, non ha mai pensato a Marcello Lippi?
"Ci sono tante squadre che hanno pensato a me, ma non dico quali. Non voglio andare in un club, voglio finire la mia carriera in una nazionale. Il Paris Saint-Germain comunque è una buona squadra e se ha pensato ad Ancelotti, non poteva fare pensiero migliore".

E se non arrivasse la chiamata di una Nazionale? Magari potrebbe chiamare la Roma.
"Non rivedo le mie idee. Se arriva la chiamata di una Nazionale va bene, altrimenti non ci sono problemi".

Quali caratteristiche deve avere la Nazionale che sta cercando?
"Non vado alla ricerca di una Nazionale di grande prestigio. Voglio fare un'esperienza. Potrebbe essere interessante una squadra che non ha grandissime ambizioni. Non deve necessariamente cercare di vincere. Potrebbe essere una nazionale araba o asiatica...".

Trova delle analogie tra la sua Juventus e quella di Conte?
"Ci sono delle analogie. Me lo sento chiedere tutti i giorni. Le analogie sono con la Juventus di sempre, non con quella di Marcello Lippi. Grinta e determinazione sono le caratteristiche la squadra bianconera ha sempre avuta. Conte per anni è stato il capitano della mia Juve. E ha trasmetto alla sua squadra le caratteristiche psicologiche che aveva lui. Era un punto di riferimento. Ma la cosa positiva è che questa Juventus non è soltanto furore agonistico, pressing, voglia e determinazione, ma anche organizzazione di gioco. Non ha esitato a cambiare modulo e sul campo ci sono dei movimenti che non sono frutto di casualità, ma di un lavoro. In poco tempo è riuscire a costruire una squadra che ha grandi doti psicologiche, ma anche un'ottima organizzazione di gioco".

Sarà lotta Milan-Juventus per il campionato?
"L'Udinese è prima in classifica. Dicono di pensare alla salvezza, ma tutti credono di poter fare qualcosa di fantastico. Stanno confermando l'ottima stagione. Milan e Juventus sembrano più attrezzate, ma attenzione alla Lazio che è ben assortita ed equilibrata. I biancocelesti hanno Klose, che sta facendo molto bene. Sta giocando da fuoriclasse. E poi non taglierei il Napoli, anche se è abbastanza distante dalla vetta. I partenopei avranno tempo di recuperare: più avanti si va in Champions e più autostima si acquisisce".

Qual è la squadra che l'ha stupita e delusa di più, fin adesso?
"Mi ha stupito l'Udinese. L'anno scorso ha fatto benissimo e ci ha sempre abituato a campionati superiori rispetto a ciò che si potesse pensare. Avrebbero potuto fare di più Roma e Inter, ma sono ancora in tempo per recuperare. I nerazzurri hanno avuto un inizio di campionato condizionato dagli infortuni e tanti calciatori hanno giocato la Coppa America".

Era più difficile lasciare fuori Baggio all'epoca o Del Piero adesso?
"L'anno che ho avuto Baggio alla Juventus, l'ho lasciato fuori perché era infortunato. Stava nascendo il Del Piero che poi ha dimostrato il suo valore. Ma quando stava bene, Baggio, ha sempre giocato. Discorso diverso all'Inter: qualche volta l'ho lasciato fuori anche per scelta tecnica.
Del Piero è una persona molto intelligente, vorrebbe sempre giocare, anche quando non sta bene. L'altro giorno ha giocato con dieci punti di sutura nella testa. Vorrebbe sempre giocare, ma quando l'allenatore gli spiega il motivo per cui non gioca, si mette a disposizione e partecipa alle fortune della sua squadra. Non credo che smetterà di giocare, anzi, sono sicuro che continuerà anche dopo la fine dell'avventura juventina".

Peccato che Del Piero non sia più un protagonista.
"Ha vissuto tante stagioni da protagonista. Peccato, sì. Sta nascendo una Juventus, ma lui ne fa parte. A piccole dosi, però partecipa con la sua grande intelligenza alla costruzione della nuova squadra".

Per la Juve è più determinante Pirlo o Marchisio?
"Aggiungerei anche Buffon, che è tornato al suo splendore. Pirlo è un giocatore che la Juve non ha mai avuto. Negli anni passati i difensori avevano paura a passare la palla ai centrocampisti, invece lui dà sicurezza. E di questa sicurezza ne ha beneficiato anche Marchisio che quando ho chiamato in Nazionale mi sono reso conto delle sue qualità. Può giocare a tutto campo, un po' come Lampard e Gerrard".

Porterebbe Di Natale all'Europeo?
"Un allenatore costruire nei due anni che ha disposizione un gruppo, una squadra da portare avanti. Se ci fossero giocatori che per motivi di età non fanno parte del gruppo, qualora facessero bene, comunque verrebbero presi in considerazione. Ma non voglio mettermi nei panni di Prandelli. Io Di Natale ai Mondiali l'ho portato: se lui continuerà a giocare come sta facendo, Prandelli non avrà problemi".

Ci sono delle analogie tra l'Inter e la sua ultima Nazionale? Una squadra che ha vinto tutto e fatica a rinnovarsi.
"Di sicuro uno dei motivi principali per cui la squadra nerazzurra non sta andando bene è il non aver avuto dei giocatori per infortunio. E quando uno rientra, ha bisogno di tempo. Che ci sia stato un po' di appagamento ci può stare, ma questo è coinciso con i tanti infortuni".

Che ne pensa della Roma?
"C'è una coerenza fantastica in questa nuova società. Nuovi proprietari, nuovo allenatore, tanti giocatori, nuova filosofia e programmazione. Tutto un insieme di cose che può portare dei problemi. La non conoscenza del campionato certamente non ha aiutato inizialmente Luis Enrique, ma la coerenza del gruppo di lavoro non mi dispiace. I più grandi giudici dell'allenatore sono sempre i calciatori, che apprezzano molto Luis Enrique. Ma in una piazza come Roma, se non fai risultati è chiaro che possa esserci un po' di pressione. Può darsi che il mister abbia fatto qualche errore".

E Totti?
"Se la Roma fa cento gol, Totti ne fa ottanta. È l'idolo di tutti, quindi è importante chiarire bene quello che si vuole fare".

Che idea si è fatto sul poco spazio che sta trovando Inzaghi al Milan?
"Ha avuto un infortunio molto grave, quindi non conosco le sue condizioni. So che vorrebbe superare il record di Raul, perché è uno che ha vinto tutto. Compreso il campionato del mondo con la Nazionale. Non so dire se ci siano problemi tra lui e Allegri. Direi una cosa che non conosco".

Balotelli sarà un pilastro dell'azzurro?
"La Federazione lo sapeva, lo avrei preso in considerazione se fossi rimasto in Nazionale per un altro ciclo. In quel momento non meritava la Nazionale maggiore e non era determinante neppure con l'Under '21, però era un giocatore importante sul quale rifondare la nuova squadra. Al di là di Lippi. Certamente è validissimo per il presente e sarà un punto importante per la Nazionale".