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Telefono bollente. Kia, Riso, Tevez, Galliani e Pato: emozioni di mercato

Telefono bollente. Kia, Riso, Tevez, Galliani e Pato: emozioni di mercatoTUTTO mercato WEB
© foto di Pietro Mazzara/TuttoMercatoWeb
sabato 14 gennaio 2012, 01:122012
di Alessio Alaimo

È fatta, anzi no. Forse si riapre. Invece no, niente da fare. Il 12 gennaio 2012 non lo dimenticheremo facilmente. È stato il giorno di Carlitos Tevez rossonero e poi quello di Alexandre Pato al Paris Saint-Germain. Per pochi minuti. Perché il mercato cambia. Sovverte gli equilibri, le certezze che da un momento all'altro si sgretolano dietro ad uno squillo di telefono. Soprattutto se a chiamare è Berlusconi. E dall'altra parte c'è Galliani. "Pato resta qui", dice l'ex Premier. E il volto dell'amministratore delegato rossonero s'impallidisce per un momento.
"E ora a questi che gli dico?", avrà pensato il dirigente prima di congedare Kia Joorabchian, il Manchester City e Giuseppe Riso, agente Fifa ed intermediario dell'operazione (nella foto). Ha vinto l'amore di Pato verso il Milan, la parte romantica del calcio, perché a volte a far da padrone sono anche i sentimenti. Non solo quelli del Papero verso Barbara, figlia del capo. Ma anche nei confronti della squadra che lo ha reso famoso in tutto il mondo e consacrato a grande del calcio. E nel comunicato stampa emesso due giorni fa dal Milan i ringraziamenti sono chiari e diretti, per chi lo ha convinto a rimanere. Un nome ed un cognome, Silvio Berlusconi.

Se l'affare si fosse chiuso, l'agente Fifa calabrese, residente a Milano, Giuseppe Riso, sarebbe stato il più giovane intermediario a portare a termine un'operazione di cotanta caratura. Non è andata bene, per ora, ma lui, ventotto anni e un futuro che lo consacrerà a big degli affari del pallone, perché bravura e contatti non gli mancano, ha vinto comunque. Ha vinto perché ci ha provato, facendo più del possibile e non poteva certo prevedere - così come Galliani, il City, Kia e il PSG - il diniego di Pato a lasciare i rossoneri. E perché ha fatto parlare di sé pur non apparendo mai sui giornali con dichiarazioni. Per scelta. Meglio mantenere un profilo basso, senza farsi prendere dal momento. Altri procuratori probabilmente avrebbero fatto carte false per apparire con un trafiletto sulla stampa. Riso invece no. Ha scelto la via della modestia, perché gli affari assomigliano un po' alla vita dei ciclisti, c'è sempre una salita da superare prima di poter alzare le braccia al cielo e conquistar la vetta. Ma quando l'hai centrata, le soddisfazioni sono tante.
Come quelle che gli stanno dando i suoi giovani prodigi in giro per l'Italia. Basti pensare ad Alberto Almici, terzino destro del Gubbio, di proprietà dell'Atalanta, pilastro della squadra umbra. Quando ne parli a Giammarioli lui gonfia il petto. "È una mia scommessa vinta", ti dice soddisfatto. Stessa cosa se ricordi a Devis Mangia di aver avuto il merito consigliare al Palermo Andrea Barberis, punto di riferimento e capitano dei baby rosanero. Kingsley Boateng, Bryan Cristante e Mattia Valoti invece, non fanno più notizia. Sono il futuro rossonero. Un futuro radioso. E i talenti del domani ce li ha lui. Giuseppe Riso, che nel trasferimento di Tevez avrebbe recitato un ruolo importante.
Ma Pato ha rovinato i piani di tutte le parti chiamate in causa. I milanisti saranno contenti. O forse no, perché Tevez non è mica l'ultimo arrivato. L'Apache, dopo aver litigato con Mancini, ha voglia di spaccare il mondo. E forse approderà proprio a Parigi, al posto del brasiliano. Ma Allegri si consola con il brutto anatroccolo pronto a tornare Papero. Riso, che in estate ha avuto l'intuizione di suggerire al Milan un pilastro rossonero come Antonio Nocerino - calciatore assistito da Marco Sommella e Alessandro Moggi - avrà modo di studiare altre mediazioni. Ma, la parola fine, alla telenovela Tevez, noi non ce la mettiamo ancora. Perché da qui al 31 gennaio, anche se ufficialmente l'operazione è congelata, può accadere tutto. Cambiano gli equilibri, le certezze, i commenti e le opinioni. Tutto in un secondo. Il 12 gennaio 2012 insegna. È il calciomercato. Chiamatele emozioni, sussulti. Adrenalina.