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Ranieri e gli arbitraggi: il gioco delle tre carte. Galliani e il mercato: alta scuola. Leonardo: e prendine uno. Conte: il vero volto. La Roma e la cultura sportiva italiana...

Ranieri e gli arbitraggi: il gioco delle tre carte. Galliani e il mercato: alta scuola. Leonardo: e prendine uno. Conte: il vero volto. La Roma e la cultura sportiva italiana...TUTTO mercato WEB
sabato 28 gennaio 2012, 00:002012
di Mauro Suma
Nato a Milano il 10 Maggio 1965; Giornalista Professionista dal 1994. Dopo le esperienze professionali di carta stampata (La Notte e Il Giorno) e televisive (Telelombardia, Telenova, Eurosport), dirige Milan Channel dal 16 Dicembre 1999.

Avete presente il gioco delle tre carte? Carta c'è, carta non c'è...tu indichi la carta, ma non è quella, eccola qui invece...Ritornello noto, folklore italiano. Claudio Ranieri lo conosce benissimo. Contro la Lazio fa gol in netto fuorigioco con Pazzini, non subisce rigore per un fallo di mano di Lucio non provocato da un tocco alla schiena d'ordinaria amministrazione di Klose, ma di questi episodi non risponde. La terza carta, quella indicata da Ranieri, è che Dias dovesse essere espulso a inizio partita per un gesto non bello su Pazzini e che quindi ogni discorso sulla gara non potesse prescindere dall'episodio iniziale che avrebbe potuto condizionarla.
Dopo Napoli-Inter, allora, ti aspetti, per coerenza, che dopo l'episodio da espulsione di Sneijder che piega la gamba di Gargano con i suoi tacchetti alti nel primo tempo e che per un mezzo miracolo non lo spedisce sulla barella, si parta proprio da questo aspetto nei discorsi post-partita. E invece no, la carta c'è di Ranieri è un'altra: il rigore su Milito nel secondo tempo, per un braccio di Maggio che non si capisce bene cosa faccia sulla schiena del campione argentino. Il rigore può starci, come correttamente rivelato dai telecronisti Rai nel commento in diretta, ma su Sneijder manco un accenno. Il Ranieri di San Siro svia sulle dichiarazioni di Reja sugli episodi di Inter-Lazio e segnala Dias, mentre il Ranieri del San Paolo glissa sul pestone di Sneijder soffermandosi solo sull'episodio di Milito. Ma è tutta colpa della Rai, l'Inter aveva deciso che Sneijder non avesse fatto nulla e quel replay non doveva andare in onda, inaccettabile. Il gioco delle tre carte è in ogni caso contagioso in casa Inter. Scarpini, direttore di Inter Channel, attacca l'arbitro di Milan-Lazio per il fuorigioco di Ibra nel gol che, a suo dire, ha deciso l'incontro. Anche qui nessun accenno al pugno di Dias a Van Bommel: rigore ed espulsione e gara chiusa 20 minuti prima del gol di Ibra. Meno male che Scarpini non fa il Giudice Sportivo, altrimenti Dias l'avrebbe fatta franca. Invece il difensore brasiliano, un po' agitato, proprio come Sneijder, di questi tempi, è stato squalificato per 3 giornate con la prova televisiva per il pugno a Van Bommel.

In attesa di accogliere nella hall of fame del calcio italiano il dirigente che, pur non avendo un euro in cassa, offre da un giorno all'altro 28 milioni per un campione senza che il giocatore stesso o il suo procuratore lo sappiano, attenzione ad Adriano Galliani. Insegue un sogno, insegue un grande giocatore, facendo le offerte che può fare un Club italiano con perdite di bilancio annuali e con ricavi di gran lunga inferiori a quelli delle spagnole e delle inglesi, ma nel frattempo blocca un altro giocatore in attesa di chiudere in un senso o nell'altro la trattativa base. Questa è alta scuola, senza alcuna pretesa che la primizia venga colta da chi sul mercato passa ad ogni sessione ore e ore a riunirsi con il Genoa concludendo poco o nulla. In ogni caso sono due vicende umane splendide, quelle di Tevez e di Maxi Lopez. Entrambi hanno dimostrato di volere il Milan con una intensità straordinaria. Carlitos Tevez, per il rispetto della parola data al Milan, ha resistito ad ogni tipo di tentazione alternativa. Maxi Lopez, innamorato dei colori rossoneri, non se ne sarebbe andato dall'NH Hotel nemmeno se fossero intervenuti i Carabinieri. Piaccia o no, c'è la fila per venire al Milan. E' davanti ad altre sedi che c'è il vuoto. Normale poi che gli avversari rosichino, per la Hall of Fame, per Tevez (comunque l'accordo con il giocatore era stato raggiunto...), per Maxi (Primavera 2010, Catania-Inter 3-1 e Milan-Catania 2-2 proprio grazie a lui, decisivo...) e per altro ancora...

Su Leonardo si è espresso un certo Diego Armando Maradona. A suo giudizio troppo colletto bianco Leonardo per essere davvero un dirigente di alto livello. Per la prima volta segretario di Fondazione Milan, per la prima volta allenatore, per la prima volta direttore generale. Da qualche anno a questa parte, grandi entusiasmi per Leo, grandi incarichi e grandi occasioni in ruoli nuovi e sempre in miglioramento. E questa è cronaca. Ma dall'abc alla letteratura, ne corre. Il Psg di Gennaio 2011 ha perso con il Milan in amichevole, ha perso Beckham che sembrava preso, ha sfiorato ma perso Pato e Tevez, ha puntato e rischia di perderlo su Thiago Motta. Se aggiungiamo a tutto questo la nostalgia di Leonardo come allenatore interista manifestata da molti Milanisti dopo l'ultimo derby di Gennaio, il momento di Leonardo appare abbastanza controverso. Semina alla grande, ma per il momento non raccoglie. Si rifarà.

Il Corriere della Sera ha segnalato a inizio settimana il nuovo volto di Antonio Conte. Il suo stesso Club, secondo l'autorevolissima fonte, non se lo aspettava. L'ossessività che il tecnico bianconero ostenta a bordocampo durante le gare della squadra di cui è allenatore pro-tempore (tutti gli allenatori, fatalmente, lo sono), ce l'ha sul mercato. Forse la scorsa estate non era così, probabilmente era più duttile e meno impulsivo, normale forse quando bisogna ancora affermarsi nell'ambiente. Poi le cose cambiano e oggi, da primo in classifica, ritiene di aver dimostrato e tira la giacca della sua dirigenza. E' per questo che la Juventus sta facendo sforzi di mercato che non sarebbero consentiti dal suo bilancio attuale e dalle gravi perdite degli ultimi esercizi economici del Club bianconero. Nell'immediato piace molto ai tifosi, sul lungo periodo piacerà altrettanto all'Azionista?

Nonostante l'eliminazione in Coppa Italia e nonostante la reazione giovane e argentina di Erik Lamela, resto sempre molto contento di vedere giocare la Roma. Ogni tanto ci sono dei bassi, ma gli alti non mancano. La Roma è l'unica vera, interessante, novità del Calcio italiano 2011-2012. Luis Enrique è bravissimo a non farsi contaminare e continua a proporre scelte non isteriche, non ossessive, ma morbide e pure. Francesco Totti è dentro il progetto ed è tornato a brillare di luce propria. Il calcio della Roma magari non pagherà quest'anno, ma è destinato a migliorare la cultura sportiva del Paese. Su questo punto, tengo sempre annodato il fazzoletto.