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La serata perfetta del Milan e gli episodi della Juve. Rigori: ma non solo

La serata perfetta del Milan e gli episodi della Juve. Rigori: ma non soloTUTTO mercato WEB
© foto di Micri Comunication
giovedì 16 febbraio 2012, 00:002012
di Luca Marchetti
Nato a Terni il 6 maggio 1976, lavora a Sky come caposervizio e si occupa del coordinamento del telegiornale. Tra i volti più conosciuti del calciomercato per l'emittente di Rupert Murdoch.

Tutto ruota intorno agli episodi. E' il calcio. Un campionato si decide con gli episodi, anche un passaggio al turno successivo di Champions è deciso dagli episodi. Ma negli episodi c'entrano gli uomini e il mercato, gli equilibri ondeggiano, il dna torna a galla.

Giocano di mercoledì sia Juve che Milan. Il Milan vince, la Juve pareggia e così i rossoneri rimangono in testa alla classifica. E nel frattempo ipotecano anche il passaggio del turno in Champions. Serata perfetta, come Boateng. Che quando c'è lo senti eccome. Ha una facilità di calcio pazzesca, vede la porta come un attaccante. E poi Ibra. Ha segnato solo su rigore, ma il suo "nuovo" ruolo da rifinitore gli calza a pennello. Non è un caso che Nocerino e Boa che sono bravissimi ad inserirsi segnano a raffica. La serata perfetta per il Milan.

La serata amara della Juve. Conte sbotta. Non vuole parlare degli episodi ma porta i numeri in televisione: 1 rigore a favore in 22 partite. Evidentemente - dice - c'è paura a fischiare a favore della Juve. Non so se c'è paura o no (più che altro paura di cosa? ma questo
Conte non l'ha voluto approfondire), di sicuro è comprensibile la rabbia. Quando un campionato si decide punto a punto e quando sai che stai giocando al limite delle tue possibilità, dà ancora più fastidio continuare a rivedere certe immagini. Poi, una volta fatta questa giusta riflessione, ci sono altri numeri che Conte sicuramente sta
cercando di far tornare. Sei pareggi con le cosiddette piccole (Bologna, Chievo, Genoa, Cagliari, Siena e Parma). E' mancato in queste partite non la voglia o le occasioni da gol. Ma lo spunto del fuoriclasse. L'apriscatole. La giocata improvvisa. Quello che - nelle
intenzioni della Juventus ad inizio anno - sarebbe dovuto essere Mirko Vucinic. Che però quest'anno ha fatto solo tre gol, che è un giocatore straordinario, ma che arrivato ai 16 metri sembra incepparsi. Per ovviare al problema è arrivato Borriello: uno da sportellate di
classe. Ma anche lui nella Juve di Conte (che anche ieri le sue occasioni le ha avute) non è riuscito a far vedere le sue caratteristiche. Quagliarella e Del Piero sono fermi a un gol a testa con poco minutaggio, a dire il vero. Tant'è vero che delle prime 7 in classifica la Juventus è quella che ha segnato di meno. Invece a san Siro sono tornati tutti in grande spolvero. Sarà la musica della Champions, ma questo Milan fa paura. Robinho che segna
una doppietta, Ibra assist e penality man, difesa mai in affanno, il ritorno di Pato e un Boa che stritola.
Si starà preoccupando anche la Juve, a distanza. Conte a dir la
verità, l'ha sempre detto. E nessuno sembrava volergli credere. Il
Milan è favorito. Ha più qualità. Quella che se ce l'hai ti fa
sbloccare un ottavo di finale di Champions con agilità e che se non ce
l'hai ti frena sullo zero a zero nel recupero di campionato.
Fino a una settimana fa il trend diceva Juve. In palla, vittoriosa a
san Siro, Milan in crisi.
Sono bastati i due gol di El Shaarawy e Maxi Lopez per invertire
risultato a Udine e rotta fra campionato e Champions. Ora è in
crescita il titolo del Milan.
Ci divertiremo. In Italia e in Europa.