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Lecce, dagli uomini-simbolo un unico imperativo

Lecce, dagli uomini-simbolo un unico imperativoTUTTO mercato WEB
© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport
domenica 8 aprile 2012, 22:332012
di Gianluca Losco

Se c'è una cosa che abbiamo imparato dal Lecce è che si tratta di una squadra che difficilmente si arrende. Ed è impossibile pensarlo soprattutto quest'anno, quando alla guida tecnica c'è uno come Serse Cosmi. A sette gare dalla fine del campionato, la compagine pugliese resta appigliata ad una speranza di salvezza, che al momento dista quattro lunghezze. Una speranza che si è rinforzata dopo l'esaltante prestazione di ieri: i giallorossi, quelli del Via del Mare, hanno messo sotto gli altri giallorossi, la Roma, reduci da un buon periodo di forma ed ancora in lotta per le competizioni europee. Una partita senza storia, che una squadra già rassegnata non avrebbe potuto in alcun modo offrire. Una risposta importante dopo il pareggio contro il Cesena: dopo quello, qualche malumore s'era sollevato, più che altro perché il Lecce quest'anno non ha saputo cogliere al volo alcune situazioni, peccando di un'esperienza data quasi per scontata ad una squadra abituata a lottare.

Basti ripensare al 3-0 dopo il primo tempo contro il Milan, o all'1-3 a pochi minuti dalla fine a Parma. I risultati della settimana scorsa sembravano essere costruiti ad hoc, ma ai pugliesi è mancata la zampata vincente per prevalere sui romagnoli.
Adesso il cammino non appare certo semplice: quattro gare in trasferta (fra le quale annotiamo Catania, Lazio e Juventus) e tre in casa (ma in queste il Lecce avrà due scontri diretti, contro Parma e Fiorentina). Lo spirito che accompagna l'inizio delle danze deve essere però quello visto contro la Roma; quello che come un virus è partito dai simboli della squadra, Giacomazzi e Di Michele su tutti, ed ha contagiato via via ogni singolo elemento. E poi l'impossibile può diventare molto difficile, e poi ancora plausibile e possibile: l'importante è crederci.