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Stramaccioni: ma la coperta non era corta? Lecce, Cosmi riapre la lotta salvezza. Milan: Allegri "...ma mi faccia il piacere..."

Stramaccioni: ma la coperta non era corta? Lecce, Cosmi riapre la lotta salvezza. Milan: Allegri "...ma mi faccia il piacere..."TUTTO mercato WEB
© foto di Roberto Scarpini
venerdì 13 aprile 2012, 00:002012
di Roberto Scarpini
Pubblicista, ha iniziato la propria carriera professionale come dj nelle radio lombarde degli anni '80. Primo volto ad apparire nell'agosto del 2000 su Inter Channel, segue ininterrottamente l'Inter con le sue cronache dal gennaio 1992.

Dire che l'Inter di Stramaccioni sia la stessa squadra di quella guidata da Ranieri è un falso. Come ha detto l'attuale tecnico nerazzurro nella nostra intervista post gara, Claudio è una figura paterna, un grande e indiscusso professionista. Per questo, e proprio per questo, bisogna tracciare una netta linea di separazione tra quello che era prima l'Inter e ciò che prova a essere ora. Ricapitoliamo. La stagione è di quelle sfortunate, e uso un eufemismo, e per questo sono stati tre, i tecnici, a sedere sulla nostra panchina. Gasperini, ha spiegato 'dopo' che la "coperta era corta". Questo, il suo principale problema. Una squadra cioè, non in grado di fare al meglio la "transizione" e cioè di passare dalla fase difensiva alla fase offensiva. In buona sostanza o si attacca o si difende. L'Inter non era più in grado di utilizzare la principale qualità dell'Inter del triplete. Mister Ranieri, sul tema, non si è mai espresso. Vedendo però giocare la sua Inter si può dire che il lavoro fosse improntato particolarmente sul curare la difesa e che tra le due fasi privilegiasse appunto quella difensiva. Le tre gare con Andrea Stramaccioni hanno dato invece un'indicazione di una rinnovata intenzione nel provare a schiacciare sull'acceleratore tentando al contempo a equilibrare il più possibile le due fasi. Non sono solo i sette punti raccolti in tre gare a farmelo dire (gli stessi ottenuti in precedenza nelle undici gare nel girone di ritorno, ndr) bensì il numero di occasioni generate dall'Inter e la presenza in zona d'attacco per tutto l'arco dei novanta minuti. Senza dubbio Stramaccioni è un giovane allenatore, è vero, però sembra riuscito ad allungare quella coperta che forse i suoi predecessori avevano riposto nell'armadio troppo frettolosamente. Un'Inter nuova che guarda oggi con orgoglio al futuro.

Chi vivrà vedrà.
Il bello della settimana ci porta all'impresa di Serse Cosmi e del suo Lecce. I salentini, considerati spacciati ormai da tempo, stanno costruendo una salvezza sul talento di Cuadrado e Muriel e sul cuore di Di Michele. Un traguardo che, se arriverà, sarà a discapito di squadre più blasonate e probabilmente più attrezzate per la permanenza nella massima serie. Tremano a questo pensiero a Parma, Firenze e Genova. Quello di Catania per i giallorossi è il decimo risultato utile nel girone di ritorno su dodici gare (sconfitte solo contro Udinese e Milan). Il Lecce appare squadra molto preparata atleticamente che si esalta con le grandi. Domenica al Via del mare c'è il Napoli.
Il brutto della settimana ci porta invece, come spesso accade, in casa Milan. Lo dico con il sorriso: ma davvero Allegri si lamenta dell'accanimento mediatico? La squadra più mediatica del pianeta (non la più titolata ma questo è un altro discorso, ndr) improvvisamente si sente accerchiata. Dalle sue reti e dai suoi giornalisti "amici" ?
Scherzi a parte forse Allegri, fra funerali e divorzi sta cercando di recuperare le forze per un finale di stagione drammatico per i suoi. Il mister rossonero prova allora la carta "accerchiamento" in pieno stile Mourinho. Qualche effetto sul campo forse lo sortirà, dal punto di vista mediatico, però siamo all'inverosimile. Il grande Totò avrebbe detto " ... ma mi faccia il piacere...".