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Allegri rischia il posto anche con lo scudetto. Conte gode grazie al calendario magico. Stramaccioni ritrova Sneijder (ma è felice per davvero?). Napoli, occhio alle sirene (italiane e russe). Due frecciate sulla morte del Moro

Allegri rischia il posto anche con lo scudetto. Conte gode grazie al calendario magico. Stramaccioni ritrova Sneijder (ma è felice per davvero?). Napoli, occhio alle sirene (italiane e russe). Due frecciate sulla morte del MoroTUTTO mercato WEB
© foto di Fabrizio Biasin
martedì 17 aprile 2012, 00:002012
di Fabrizio Biasin
Nato a Milano il 3/7/1978, laureato in Scienze ambientali presso l'Università dell'Insubria di Como, da ottobre 2008 è Capo Servizio Sport presso il quotidiano "Libero". Opinionista tv per Sportitalia, Mediaset Premium e Telelombardia.

Da vecchi si diventa gran rompiballe. Basta guardare il nonno. Una volta diceva: "Uè pirla, accompagnami a far la spesa" o "testa di birillo, vengo a vederti giocare a calcio: cerca di non combinare minchiate" o "presenzierò all'incontro nonno-nipote ma non farmi fare la figura dello stronzo". Ora è un filo più scontroso: sbava in un angolo, mugugna porcherie a proposito di spread e farfalle di una certa Belen, se gli chiedi "cos'hai?" ti manda affanbrodo, se gli dici "nonno, c'è il gelato!" ti accusa di volerlo ammazzare col diabete per prendere l'eredità. Siam preoccupati, non va più neanche a martoriare i maroni agli operai giù agli scavi. Una volta lo faceva con le braccia ben incrociate dietro alla schiena. Mah...

In realtà la storia del nonno è puro cazzeggio e noialtri siamo piuttosto sereni (a meno che non inizi a sbavare troppo). Del resto, dalle nostre parti, il nonno è in ottima compagnia. L'Italia - udite udite - è un Paese vecchio, non "per vecchi" come nel film: vecchio è basta. E come certi vecchi ne approfitta per brontolare e combinare casini anche quando proprio non sarebbe il caso. Accade che un povero cristiano muoia su un campo di calcio a soli 25 anni. Ha una storia triste, quel tale, e a furia di raccontarla ormai la conoscono tutti quanti. Qui non vogliamo tornare sulla vicenda più rognosa degli ultimi anni (ne ho scritto in maniera un po'... "forte" su Libero, se vi va: http://www.liberoquotidiano.it/blog/2397/Piermario-l-ultimo-che-doveva-morire.html), qui semplicemente vogliamo far notare come vanno certe cose nel nostro disgraziato Paese moralista e peracottaro.

Morosini Piermario smette di vivere poco dopo le 15 e 30 di un sabato pomeriggio: le televisioni sono collegate, la gente non riesce a staccare gli occhi, certe immagini fanno impressione. Nelle successive 72 ore in un Paese normale avrebbero vinto silenzio e rispetto. Da noi no, da noi si è sprecato fiato per parlare di (in ordine sparso): polemiche nei soccorsi (e pazienza se la famiglia della fidanzata ha già detto che non intende polemizzare), sospensione dei campionati pallonari (giusta o non giusta? Lanciamo il sondaggione!), opportunità sullo "slittare" o "spostare" la giornata calcistica perché qui bisogna star bene attenti che Milan e Juve vengano trattate allo stesso modo. E ancora, si è parlato di: carriera del giocatore ("quello lì ha cambiato troppe squadre, mah (?)", legittimità o vigliaccheria di certi media che hanno spiattellato in prima pagina l'immagine di Piermario mentre lascia questa terra, varie ed eventuali. Dove "varie" - ci sia consentito - comprende tutta una serie di puttanate tipo: "Da oggi ci sembra giusto che ogni bar abbia il suo defibrillatore perché anche Gino l'imbianchino potrebbe stramazzare da un momento all'altro". Silenzio e rispetto? Forse in Groenlandia...

Poi, certo, de scio mast go on (come dicono gli inglesi) e quindi fingiamo di pensare a Piermario e in realtà siamo ben concentrati sulla volatona scudetto e sui suoi effetti collaterali. La faccenda è chiara: Conte Antonio resterà sulla panchina della Juventus anche se dovesse perdere lo scudetto facendo giocare Storari prima punta; Allegri Massimiliano potrebbe dire addio al posto di lavoro anche se dovesse vincerlo (ma in questo caso siamo decisamente visionari). A patron Berlusconi, il gioco di Max piace meno di uno spogliarello di Marisa Laurito: preferirebbe un Milan assai più fantasioso, più ronaldinhesco, più pimpante. Magari con Van Basten in panchina. La cosa si riflette negli occhi dei due contendenti quando blaterano tipo zitelle in conferenza stampa: il mister toscano non perde occasione per ricordare che lui, questo scudetto, l'avrebbe già vinto se Romagnoli quel giorno si fosse sciacquato bene la faccia; il pugliese replica con la pacatezza di chi sa di avere il coltello dalla parte del manico: ha tre trasferte di campionato che son praticamente match casalinghi (Cesena - regno del tifo bianconero - Novara e Trieste col Cagliari), una squadra che gira a mille, una capigliatura da poster di "Jean Louis David".

Ultime su quel piacione di Stramaccioni che - zitto zitto cacchio cacchio - continua a sognare il dannato terzo posto. Più passano i giorni più aumentano i sorrisi di Moratti e le speranze di riconferma del tecnico romano. Sneijder è pronto a rientrare e vedremo se il suo allenatore farà come il predecessore Ranieri (con l'olandese in campo son terminate le vittorie) o cambierà strategia. La verità è che al di là di tutto Strama ha fatto come quei ragazzi che non riescono a dire di no al richiamo della "clinica ticinese" (ve la dovevo). Dovete sapere che nella Svizzera italiana esistono questi centri ricerca dove giovani cavie, sotto pagamento, sperimentano farmaci: butti giù il pastiglione, fai un po' di esami del sangue e ti entrano in tasca i franchi. Facilissimo. Il buon Stramaccioni è come i volontari della clinica: non è riuscito a dire di no all'occasione mostruosa, ma sa che alla lunga è facile che la cosa gli faccia male e che al suo posto arrivi quel topone da laboratorio che è Marcelo Bielsa.

E nel frattempo? Chi pensa al mercato? Branca, ovvio. Balle su Balotelli a parte, la verità è che si monitora con attenzione la situazione in casa-Napoli. Senza Champions (ma Mazzarri è ancora in corsa alla faccia di chi gli vuole male) molti giocatori gradirebbero cambiare aria, Lavezzi per primo. L'Inter controlla la situazione, De Laurentis è disposto a parlarne (persino su Twitter! @ FBiasin) ma solo secondo la legge del "pagare moneta, vedere cammello". E la moneta è tanta, troppa, 31 milioni addirittura: roba che solo i russi dell'Anzhi potrebbero farcela. Si prendessero anche il nonno...