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Inter, prima di acquistare bisogna vendere: il Moratti formica meglio del Moratti cicala. Paolillo via, Branca ancora nerazzurro: illuminante e allucinante

Inter, prima di acquistare bisogna vendere: il Moratti formica meglio del Moratti cicala. Paolillo via, Branca ancora nerazzurro: illuminante e allucinanteTUTTO mercato WEB
venerdì 29 giugno 2012, 00:002012
di Giancarlo Padovan
Nato a Cittadella il 17 ottobre 1958, inizia la carriera al Mattino di Padova per poi trasferirsi a quotidiani di prestigio come Corriere della Sera e Repubblica. Dal 2002 al 2008 dirige Tuttosport, opinionista per Sportitalia.

Massimo Moratti ha ragione a ricordare che in passato accadeva il contrario e che se "la Juve ha i soldi fa bene a spenderli". Ma perché l'Inter non spende più? O meglio, perché per fare un colpo di mercato l'Inter - parola del presidente - prima deve vendere?
Chiarisco subito la mia posizione: il Moratti formica mi convince più del Moratti cicala. Non è solo questione di fair play finanziario (giorno verrà...), è anche un problema morale. Per esempio, se non è logico che l'indebitamento con le banche spagnole del Real Madrid e del Barcellona debba ricadere sui contribuenti di mezza Europa. è altrettanto logico che un club calcistico non possa affidarsi solo al ripianamento del mecenate. E' un comportamento cui si sta attenendo, negli ultimi tempi, anche Silvio Berlusconi, spinto dall'ala familiare che più ha a cuore l'editoria (i figli Marina e Piersilvio).
Del resto la ragione sta nei numeri: se il debito dell'intero campionato corrisponde (quasi) a quello delle tre grandi società della nostra serie A (Juve, Inter e Milan) significa che l'allarme è suonato da un po'. Casomai ci sarebbe da capire come faccia la Juve a disporre di così tante risorse visto che lo stadio non può ancora generare profitti (li produrrà nel medio periodo questo è certo) e che l'indebitamento sfiora i cento milioni.
Ma restando all'Inter, davvero pensa di sfruttare al meglio il proprio settore giovanile? Se sì, me ne compiaccio. Primo, perché la società sarebbe destinata a fare scuola.

Secondo, perché non è mai troppo tardi. Un paio di puntualizzazioni, però, mi sembrano conseguenti.
Puntare sui giovani - a cominciare dall'allenatore - significa far crescere anche tra i propri tifosi una grandissima pazienza che altro non è se non disponibilità al laboratorio, alla sperimentazione.
Non è mai troppo tardi per capire che, se il management tecnico è inadeguato alle necessità di mercato, o lo si cambia (e Moratti, chissà perché, ha reso intoccabili tanto Branca quanto l'ausiliare Ausilio) o si cambia strada. Stramaccioni, per la verità, è una scoperta di Ernesto Paolillo, il direttore generale che ha preferito dimettersi piuttosto che spartire i compiti con il nuovo arrivato, Fassone (ex Napoli ed ex Juve).
Così vanno le cose del mondo: chi ha preso Forlan - il più deludente degli acquisti, assicurandogli un ingaggio di oltre tre milioni di euro, senza sapere che non avrebbe potuto giocare in Coppa - è ancora al suo posto. Paolillo che ha segnalato il futuro allenatore della prima squadra se ne è andato.
Illuminante e allucinante insieme.