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Tutta la faccenda Ibra (e chissà se è finita). Il Milan prova a riscaldare l'ambiente: in arrivo Kakà. Destro: ha vinto la Roma (quasi). Sneijder: acquirente in vista. E la Juve sa come prendere Jovetic (partono in due)

Tutta la faccenda Ibra (e chissà se è finita). Il Milan prova a riscaldare l'ambiente: in arrivo Kakà. Destro: ha vinto la Roma (quasi). Sneijder: acquirente in vista. E la Juve sa come prendere Jovetic (partono in due)TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
martedì 17 luglio 2012, 00:002012
di Fabrizio Biasin
Nato a Milano il 3/7/1978, laureato in Scienze ambientali presso l'Università dell'Insubria di Como, da ottobre 2008 è Capo Servizio Sport presso il quotidiano "Libero". Opinionista tv per Sportitalia, Mediaset Premium e Telelombardia.

Concedetemi, cari lettori, qualche riga per tirarmela come se scendessi dalle scale dell'Ariston con un tatuaggio a forma di farfallina ben in vista (l'immagine è francamente disgustosa, lo so).

Qualche mese fa (era gennaio) ospite della trasmissione "Solo Calcio" condotta dal buon Michele Criscitiello, dico: "Ibra nella prossima sessione di mercato lascerà il Milan". Gli astanti mi prendono a pernacchie e risolini. Replico il mio mantra nei successivi editoriali del martedì di "Tuttomercatoweb" e sulle pagine di "Libero". Scrivo e dico più o meno così: "Per Ibra questa è l'ultima occasione per ottenere l'ultimo aumentone della sua carriera" e "Galliani è il re del mercato e proverà a liberarsi dell'ingaggio insostenibile di un trent'enne dal carattere difficile. Quest'anno può ancora guadagnarci dei soldi, l'anno prossimo il cartellino del giocatore perderà inesorabilmente di valore". Le pernacchie e gli schiaffi del soldato si moltiplicano mese dopo mese ("Ibra non si muove! A Milano sta da Dio! Il Milan se lo tiene stretto! Biasin chemminchia dici!" mi urlano di qua e di là), tanto che a un bel punto medito di organizzare una fuga strategica con destinazione isola di Sant'Elena, là dove l'esilio è più dolce.

Penso: "Vuoi vedere che chi mi ha confidato la dritta mi ha preso per il deretano?" e "possibile che l'uguaglianza "multa multimilionaria a Mediaset = cessione obbligatoria dello spilungone" sia solo una proiezione malata della mia mente marcia?". Confidando nei primi caldi che annebbiano la memoria di noialtri malati di mercato pallonaro, sto per fare una clamorosa inversione a "U" del tipo "Ibra non si muove mica dal Milan, chi è quel pirla che va dicendo siffatta panzana? Io no di certo...", quando una soffiata datata fine maggio ridà vigore alla mia teoria. "Ibra vuole andare, il Milan lo vuole mollare. Destinazione probabile: Manchester City". E' una fonte molto attendibile e prontamente annullo la prenotazione per Saint'Helena Island. A quel punto elaboro una nuova teoria: "Ibra vuole andare dal Mancio, il Mancio ha appena detto che metterà in vendita Balotelli, il Mancio è andato in sede da Galliani, l'agente dei due è il solito Minone nostro, quel geniaccio di Galliani tenta lo scambio e abbatte il monte ingaggi". Mi sembra piuttosto credibile. Poi Balotelli fa pace col Mancio e io me la faccio sotto: "Ecco, la figura da pirla è dietro l'angolo". D'improvviso irrompono i parigini: "Leo, Ancelotti e l'arabo felice vogliono Thiago Silvia". Il Milan tratta ma rifiuta l'offerta. All'inizio penso a una bufalona ben organizzata dal club rossonero per limitare il mercato alla "non uscita" del difensore (con relativi applausi e osanna dei tifosi), infine mi devo arrendere all'evidenza: "Il Milan cede Thiago e Ibra ai parigini". Storia di qualche giorno fa che ancora deve concretizzarsi appieno. La firma di Ibra è imminente, anzi, chi legge magari ha già assistito al passaggio ufficiale dell'attaccante insieme a quello di Verratti. Lo svedese avrebbe preferito andare in Inghilterra ma si accontenta di un corposo aumento dell'ingaggio (13 milioni? Forse di più? Son quisquilie...) con contratto triennale e opzione per il quarto anno (alla faccia di chi gli vuole male).

Il tutto per tirarmela come Costantino Vitaliano e Daniele Interrante quando facevano i fichi nelle discoteche di mezza Italia e tiravano biancheria intima (si spera pulita) a donnicciole in estasi. Il tutto (e due) per dire che il mercato non si fa durante il mercato, ma molto prima. Esempio (e qui magari pesto la merda, come si suole elegantemente dire): Galliani sa perfettamente di aver fatto la cosa giusta, Galliani sa anche che sarà molto difficile arrivare a Tevez, più facile Dzeko per banali questioni d'ingaggio. Galliani sapeva (occhio all'imperfetto) che con Zlatan probabile partente doveva preparare un colpo ad effetto "il nome di cui è" (cit. presidente Borlotti, patron della Longobarda in "l'allenatore nel pallone")... Kakà. Il Milan è vicino al prestito con diritto di riscatto, il Kakà attuale vale l'unghia di Ibra e, soprattutto, gioca in un ruolo diverso ma tant'è... il suo ritorno - probabile - potrebbe riscaldare i cuori dei martoriati tifosi del diavolo. Il resto son chiacchiere: forse arriva Rolando dal Porto, forse Poli (maltrattato dall'Inter), forse un altro centrocampista, forse una punta. E' presto per far previsioni, perché si tratta di colpi che Galliani intende fare a costo zero (o quasi) quando il mercato sarà saturo di "senzatetto" (e magari salta fuori l'affarone...).

E Destro? Non sarà rossonero. Preziosi domani tratta col Siena la cessione della metà del cartellino. Se fa il colpaccio, l'attaccante passa alla Roma orfana del "british" Borini. Al Genoa in cambio va Borriello, bomber fotomodello, già grifone. E Gilardino? Qualcuno lo vuole in Russia (Spartak), ma lui non ha mica tutta 'sta voglia di espatriare.

Capitolo Inter. Sneijder sta per tornare dalle vacanze. C'è chi dice che durino da un anno. Chi scrive resta convinto che il buon Moratti stia cercando in ogni modo un acquirente per l'olandese. Solo così potrà arrivare al solito Lucas. Che poi, Lucas... Se davvero il costo del cartellino sfiora i 30 milioni c'è solo una certezza: il brasiliano resta a casa sua, soprattutto se non si riesce a trovare una sistemazione a Julio Cesar (Tottenham possibile, ma la faccenda va per le lunghe). E Maicon? Al momento è più facile che resti in nerazzurro (e non è detto che sia un male, anzi).

Ultime su Pazzini. Nessuno conosce il futuro dell'attaccante, neanche il Divino Otelma (o forse lui sì ma tace, maledetto). In ogni caso si possono fare ipotesi per la serie "chi la spara più grossa": Matri di qua, Pazzini di là. Oppure: Pazzini al Milan! Oppure ancora: Pazzini in Inghilterra! Fino a: Pazzini con Del Piero nel campionato thailandese! E chi più ne ha più ne metta...

Chiusura sulla querelle "chi sarà il bomberissimo della Juve"? Chi scrive assicura Jovetic, che bomberissimo non è ma ha l'imprinting del fenomeno. L'operazione è possibile se la Fiorentina (e gli interessati) accettano il seguente cambio di casacche: Jojo in bianconero in cambio di Quagliarella, Pepe e un tot di quattrini. Vedremo, in fondo non se ne parla prima di agosto.
Appuntino finale su mister simpatia Zlatan, ancora lui. "Se volete vi faccio un assegno", avrebbe detto sarcastico a un dirigente rossonero (dovesse saltare l'affare con i parigini... so' cazzi sua). Per la serie: la classe pallonara è questione di dna, ma lo stile no, quello non si acquista al supermercato (e se per caso mi viene a trovare su twitter - @ FBiasin - quasi quasi gli rispondo... "Cazzo guardi?").