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Il low cost attrae. Anche fuori dall'Italia

Il low cost attrae. Anche fuori dall'ItaliaTUTTO mercato WEB
© foto di Nicolo' Zangirolami/Image Sport
mercoledì 18 luglio 2012, 14:102012
di Andrea Losapio

Oramai il calcio italiano è più vicino a una pizzeria che a una boutique di lusso. Le parole di Adriano Galliani, un anno fa, avevano aperto alla strada che si doveva seguire in tempi di fair play finanziario. Finora, però, il Milan è sembrata una vetrina di via Montenapoleone - bella e difficile da gestire, con costi altissimi e prodotti importanti - che non il negozio di merce povera, magari anche bello, ma che più facilmente si può trovare tra gli esercizi dei centri commerciali. Il problema è che il calcio italiano non è più alla pizza (verrebbe da dire alla frutta) da un po' di tempo, e l'ombra della crisi - oltre al disavanzo di platiniana inquisizione - si allunga sempre di più. Ma la questione non è solo italiana.
Perché anche fuori dall'Italia, e con fatturati ben maggiori rispetto a quelli del Belpaese, si strizza ogni centesimo. Il Real Madrid sembra il Tottenham dei bei tempi (prezzemolino sul mercato, salvo poi prendere un paio di giocatori ogni tanto), è in tutte le trattative e non ne chiude manco una. Che dire di Maicon - adesso c'è il prestito Sahin come scenario (sic) - oppure di Modric? Probabile che il croato arrivi, ma per ora la casella acquisti appare vuota.

Diversa è la storia del Barcellona: uno è già stato preso - e si tratta di un ritorno, perché Jordi Alba è cresciuto proprio nella cantera blaugrana -, Javi Martinez quasi, Sergio Araujo è la prossima sensazione che le società italiane hanno preferito snobbare senza investirci i soldi richiesti dal Boca. Che non sono pochi, ma che per una boutique di lusso dovrebbe essere il minimo: comprare i giovani per portarli in alto e poi rivenderli a chi ha pecunia. Come il PSG, il Manchester City, oppure il Chelsea che ha deciso di conquistare il mondo piantando un'asticella in ogni paese: e compra solo trequartisti. Scherzi a parte, anche in Spagna si adeguano alla nascita prossima ventura del Fair Play Finanziario. Due i casi, essere onesti e spiegare le necessità ai tifosi oppure continuare a urlare che Ibra e Thiago rimangono al 99%. Salvo poi cederli e arrabbiarsi coi giornalisti. Che, bontà loro, parlano solo di soldi.