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TMWMagazine - De Luca: "Sogno la maglia dell'Inter"

TMWMagazine - De Luca: "Sogno la maglia dell'Inter"TUTTO mercato WEB
© foto di Balti Touati/PhotoViews
martedì 24 luglio 2012, 11:142012
di Chiara Biondini
fonte di Giulia Polloni per TMWmagazine

Per la rubrica "saranno campioni" sulle pagine del mensile gratuito TMWmagazine è stato intervistato il giocatore del Varese, Giuseppe De Luca.

"Giuseppe De Luca ci raggiunge in maglia e pantaloncini, sul verde del Franco Ossola, il terreno di gioco del Varese. Ragazzo schivo, preferisce sia il campo a parlare per lui. All'inizio lo sguardo è basso, concentrato sul foglio bianco, ma quando comincia a parlare di sé e della sua storia, il sorriso accompagna le sue parole, mentre ci racconta i primi passi del percorso verso il sogno. Ma chi è "la Zanzara" Giuseppe De Luca? "Un ragazzo normale, che non si è montato la testa, che nasce e vive a Varese con un sogno: quello di poter giocare a calcio". E De Luca non si allontana dalla città giardino per cercare fortuna su altri campi, ma compie il percorso di crescita calcistica all'ombra del Sacro Monte, sui campi che il Varese utilizza per far crescere i propri giovani.

"Ho mosso i primi passi a Varese, iniziando il rapporto con la società biancorossa a 13 anni, negli Allievi, sotto la guida di mister Bosetti. Poi ho lavorato con Bettinelli negli Allievi Nazionali approdando nella squadra Berretti con Antonelli e Criscimanni. Due anni che mi hanno insegnato molto per poi approdare l'anno scorso nella formazione Primavera di Devis Mangia. Il mister mi ha consentito di trovare un forte riscatto in Primavera, per me non era un momento facile".

Poi ha convinto tutti. "Il mio impegno, le mie prestazioni, i miei gol anche, hanno convinto la società, il Direttore Milanese e soprattutto mister Sannino, a darmi un'opportunità in prima squadra. Sannino ha creduto molto in me, conosceva la mia storia e mi ha dato fiducia. Allenarmi con lui mi ha aiutato ad imparare come si sta con i grandi, ero il più giovane lo scorso anno e mi ha aiutato molto a crescere. Ha avuto molto coraggio a buttarmi in mischia anche nel delicato momento dei playoff: l'ho ripagato con un gol, anche se poi non è servito. Ora spero di poterlo incontrare di nuovo, ripagandolo anche con altre soddisfazioni. Con lui sono cresciuto molto, grazie a lui, a tutti loro, ho avuto l'opportunità di togliermi delle grandi soddisfazioni anche quest'anno".

E la stagione di De Luca è stata costellata da utilizzi mirati nell'arco di un lungo campionato, facendolo concludere in doppia cifra nelle realizzazioni personali. "Devo ringraziare il mister e soprattutto i miei compagni, senza di loro non sarei mai riuscito ad ottenere anche questa soddisfazione personale. E devo molto alla società, al Presidente Rosati, a Montemurro, che mi è stato molto vicino e che sento mi vuole molto bene e poi a Mauro Milanese che mi ha seguito passo passo nel mio percorso dandomi sempre molta fiducia".

E se non fosse il Varese, De Luca, quale maglia vestirebbe? "Il sogno di bambino è vestire la squadra per cui tifi. Io sono interista e ovviamente il sogno nel cassetto è quello di arrivare fino alla maglia nerazzurra".

Che sensazioni prova un giovane quando scende in campo con la maglia della propria nazione? "La maglia azzurra è il sogno di ogni sportivo, di ogni ragazzo. L'esperienza in Nazionale è una tappa fondamentale per la crescita, anche per la mia. Sono stato convocato da mister Rocca in Under 20 , l'ambiente della Nazionale è una sorta di paradiso per gli sportivi. Hai tate persone che sono li apposta per te, che ti seguono continuamente, che ti chiedono se hai problemi: fa un effetto davvero strano. Lo staff della Nazionale è talmente ampio che credo ricalchi l'organizzazione delle squadre di serie A. Per rimanere in Nazionale dei dimostrare sempre di più. Quest'anno poi sono stato convocato da Ciro Ferrara in Under 21 ed è stato un ulteriore stimolo. Mi piacerebbe continuare questa esperienza, mi piacerebbe far parte dell'Europeo, ma so che ci sono grandi attaccanti davanti a me. Posso solo continuare a lavorare con impegno, per meritare la maglia azzurra non ci vogliono solo i gol, ma la continuità nelle prestazioni".

Recentemente il c.t. Evani ha speso belle parole su di te, concludendo il suo intervento dichiarando: "se fossi una squadra di serie A, vorrei De Luca".

Un'affermazione molto forte. "Innanzitutto lo ringrazio per le belle parole. Evani è stato un grande calciatore ed è un tecnico molto preparato. Me lo ricordo già alla guida della Primavera del Milan. Sono felice di queste considerazioni anche perché io non ho mai avuto il piacere di averlo come allenatore, non è cosa da tutti i giorni ricevere certi attestati di stima da parte di un grande campione. A questo punto -e Giuseppe sorride- lo ringrazio sperando che lui possa allenare su una panchina di serie A, così potrei essere un suo giocatore".

Il tifo varesino non è paragonabile, in quanto a numeri, a quello di società come Verona e Sampdoria, ma nelle ultime trasferte abbiamo visto il blasone della interista mischiarsi con i tifosi varesini. Da interista e giocatore del Varese, cosa ne pensi? "E' stata una bella sensazione vedere le due curve gemellate, mi stimola ancora di più, magari i tifosi interisti iniziano a conoscermi (e De Luca fa l'occhiolino sorridendo). Devo dire che l'inizio di stagione è stato difficile, perché la curva ci incitava, ma da altri settori piovevano fischi. Stimo i tifosi del Varese perché non è facile applaudire anche quando le cose vanno male. Ringrazio loro, ringrazio la gente di Varese, ringrazio soprattutto la mia famiglia, che da sempre mi è stata vicina in questa mia scelta".

Quanto è importante per un giovane avere il sostegno della propria famiglia? "Fondamentale. I miei genitori mi sono sempre stati vicini, non mi hanno mai fatto mancare nulla nonostante i problemi a casa (l'espressione di De Luca diventa subito seria). Appena nato mio papà è finito su una sedia a rotelle a causa di un intervento sbagliato e proprio lui mi ha sempre dato quella forza speciale per non mollare mai, ha accresciuto la mia forza di volontà. E' grazie alla mia famiglia se sono qui, la mia speranza è di non deluderli mai, di riuscire a ripagare i loro sforzi con le mie prestazioni in campo. Quando hai due genitori così, non hai null'altro da chiedere alla vita".

De Luca si passa una mano sui capelli, la sua testa disegnata ad arte è stata ripresa più volte anche dalle telecamere. Ma chi è l'artefice di quei tagli?
"Inizialmente era un mio compagno di squadra a prendersi la briga di tagliarmeli in modi diversi e inusuali. Ora mi affido ad un parrucchiere di Varese, artefice di veri e propri disegni. Ho ricevuto anche molte critiche per questa mia particolarità, ma fa parte di me e quindi faccio spallucce. L'importante è ciò che faccio in campo, non come mi taglio i capelli. L'importante è chi sono, non come mi mostro".

Maran sta per chiamare all'ordine la squadra, inizia l'allenamento e allora chiudiamo con le parole di De Luca, un giovane, indirizzate proprio ai giovani. "Per raggiungere un obiettivo bisogna lavorare duramente e con abnegazione. Per fare il calciatore bisogna fare dei sacrifici, bisogna sempre usare la testa prima di fare qualsiasi scelta. Perché soprattutto in questo ambito è facile stare sulla bocca di tutti quando fai male, ma non è altrettanto facile rimanerci per ciò che fai di buono. Bisogna fare delle rinunce, come ovunque, ma è il prezzo da pagare per arrivare a certi livelli. Ma se uno si diverte a giocare a calcio, il peso del lavoro si sente meno".

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