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Lucescu, il maestro che ha messo paura alla Juve

Lucescu, il maestro che ha messo paura alla JuveTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
mercoledì 3 ottobre 2012, 07:302012
di Gaetano Mocciaro

Chi lo ha avuto come allenatore lo adora, i presidenti italiani un po' meno, a giudicare dal curriculum in Serie A. Eppure all'estero ha fatto furore e in Ucraina, allo Shakhtar, sta diventando quello che è Sir Alex Ferguson per il Manchester United. Mircea Lucescu è l'uomo che ha messo in scacco la Juventus, rovinando il battesimo in Champions League dello stadio inaugurato un anno fa. Un tecnico innovatore, nonostante i 67 anni. Innovatore ma esperto, furbo, smaliziato. Che conosce pregi e difetti dell'avversario, nei minimi dettagli. D'altronde con il suo avvento in Italia è nata la figura del match analista, colui che prepara la partita, l'avversario praticamente vivisezionandolo. Uno studio scientifico nato a Pisa, quando arrivò nel 1990 dopo una contesa col Brescia per strapparlo alla Dinamo Bucarest. Con l'aiuto dell'allora preparatore atletico Adriano Bacconi ha chiesto (e ottenuto) report che studiassero in tutte le sfumature i movimenti di qualsiasi giocatore avversario, tanto da suggerire la creazione di un software che digitalizzasse i movimenti del campo.

A Pisa il suo lavoro non fu portato a termine e d'altronde con un presidente come Romeo Anconetani non era facile. A Brescia invece due belle promozioni in Serie A che fanno da contraltare a una retrocessione dopo spareggio con l'Udinese e due esoneri. Amara la parentesi della Reggiana, così come quella all'Inter, l'unica vera grande occasione in una big italiana. Peccato che la Beneamata in quel momento vivesse uno dei periodi storici più brutti in assoluto.

Il riscatto in Turchia, vincendo scudetti col Galatasaray e il Besiktas, poi l'Ucraina. Allo Shakhtar dal 2004 ha vinto e stravinto tutto quello che c'era da vincere entro i confini: 6 campionati, 4 coppe e 4 supercoppe. Ma è in Europa che si è vista la grandezza del suo lavoro, con la coppa Uefa vinta nel 2009, grazie a un gruppo di ragazzi presi da giovanissimi, lavorati e plasmati a sua immagine e somiglianza. Quello visto allo Juventus Stadium era uno Shakhtar sicuro si sé, che gioca a memoria, con giocatori che sanno quello che devono fare e come lo devono fare. Si è vista una squadra per nulla intimorita, capace di uscire sugli spazi stretti con gran facilità grazie all'altissima tecnica dei suoi giocatori; una squadra offensiva, scintillante ma al tempo stesso brava a non esporsi troppo, a non mostrare il punto debole, ossia la difesa. Nella sfida a scacchi contro Conte-Carrera è finita in parità ma ai punti ha vinto lui. E di punti, stavolta in classifica, ne ha davvero più la sua squadra che può guardare dall'alto al basso la squadra che rappresenta la miglior espressione di calcio in Italia. I giochi non sono ancora chiusi, intanto Lucescu con questa sfida di Champions avrà fatto ricredere qualcuno che in Italia lo pensava buono giusto per una provinciale.

Db Torino 02/10/2012 - Champions League / Juventus-Shakhtar Donetsk nella foto: formazione Shakhtar Donetsk © foto di Daniele Buffa/Image Sport
Db Torino 02/10/2012 - Champions League / Juventus-Shakhtar Donetsk nella foto: ingresso squadre © foto di Daniele Buffa/Image Sport