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Juventus: investire sui giovani in passato ha portato molta fortuna

Juventus: investire sui giovani in passato ha portato molta fortuna
venerdì 23 marzo 2007, 12:092007
di Ilario Imparato
fonte Datasport

La Juventus riparte dai giovani, come accadde nei primi anni '70, quando nacque il ciclo vincente di Boniperti. La societa` bianconera, per risorgere dalla macerie di Calciopoli e tornare a vincere ad alti livelli, ha deciso di puntare sulla linea verde. "Il nuovo Ronaldinho dobbiamo crearcelo in casa", ha affermato l'amministratore delegato Jean Claude Blanc nel giorno della ricapitalizzazione, "Per ora abbiamo trovato un Palladinho", ha aggiunto il presidente Giovanni Cobolli Gigli, quando l'astro nascente Raffaele Palladino ha messo a segno una tripletta contro la Triestina.
Senza scomodare paragoni con i club stranieri che da sempre adottano questa politica (Ajax) o che l'hanno intrapresa, con successo, da alcuni anni (Arsenal), la Juventus, in materia, puo` fare tranquillamente riferimento a se` stessa e alla sua storia.All'inizio degli anni '70, infatti, dopo un periodo di vacche magre (l'ultimo scudetto era datato 1966-67, con Heriberto Herrera in panchina), la famiglia Agnelli decise di affidare la presidenza del club a Giampiero Boniperti, che, inizialmente insieme a Italo Allodi, e poi con la collaborazione di Pietro Giuliano, diresse una Juventus che avrebbe dettato legge per tre lustri, vincendo, dal 1971-72 al 1985-86, nove scudetti, due Coppe Italia, una Coppa dei Campioni, una Coppa Intercontinentale, una Coppa Uefa e una Supercoppa Europea. Boniperti fondo` i suoi successi, oltre che sulle qualita` di tecnici come Armando Picchi (che vide sbocciare quel ciclo), Cestmir Vycpalek, Carlo Parola e Giovanni Trapattoni, anche e soprattutto sulla sua capacita` di scoprire e lanciare giovani talenti, che costituirono la base, e, crescendo, la colonna portante di quella squadra. Uno zoccolo duro di giocatori, per necessita` italiani (le frontiere fino al 1980 restarono chiuse), che Boniperti fu abile a mantenere ma anche, quando si rivelo` necessario, a modificare, innestando nel corso degli anni elementi altrettanto giovani.
Nel 1971-72, nella squadra che vinse il primo di quei nove scudetti, c'erano due ventiduenni, Roberto Bettega e Luciano Spinosi, due ventitreenni, Franco Causio e Antonello Cuccureddu, un ventiquattrenne, Pietro Anastasi, e due ventiseienni, Giuseppe Furino e Fabio Capello. Claudio Gentile e Gaetano Scirea avevano ventidue anni quando vinsero il loro primo titolo nazionale con la maglia bianconera, nel 1974-75, mentre nel 1976-77 Marco Tardelli e Antonio Cabrini diventarono per la prima volta campioni d'Italia rispettivamente a ventitre` e vent'anni.

Il 1977-78 segno` il battesimo tricolore per Pietro Fanna (vent'anni) e Pietro Paolo Virdis (ventuno), mentre nel 1980-81 fu la volta di Giuseppe Galderisi (diciannove), Cesare Prandelli e Domenico Marocchino (ventiquattro), Liam Brady e Sergio Brio (venticinque). Nel 1981-82 invece vinsero il loro primo scudetto Massimo Bonini (ventitre`) e Paolo Rossi (ventisei, appena rientrato dalla squalifica per il calcio scommesse e gia` nel settore giovanile della Juventus dal 1972 al 1976). Il 1983-84 vide la prima affermazione in campionato per Nicola Caricola (ventuno) e Beniamino Vignola (venticinque anni). Infine, nel 1985-86, furono protagonisti dell'ultimo di questa serie di nove scudetti Stefano Pioli (ventuno), Michael Laudrup (ventidue), Massimo Mauro (ventiquattro) e Aldo Serena (ventisei).
Nella rosa attuale della Juventus ci sono tre giocatori di ventun'anni, Claudio Marchisio, Paolo De Ceglie e Valeri Bojinov (quest'ultimo in prestito dalla Fiorentina), due di ventitre`, Raffaele Palladino e Giorgio Chiellini, tre di ventiquattro, Antonio Mirante, Matteo Paro e Felice Piccolo, uno di ventisei anni, Federico Balzaretti. Inoltre, il club torinese puo` contare su altri elementi di belle speranze, al momento in prestito, come Domenico Criscito (ventunenne, al Genoa) e Michele Paolucci (ventunenne, all'Ascoli), o in comproprieta`, come Antonio Nocerino (ventidue anni, con il Piacenza) e Cristian Molinaro (ventiquattro anni, con il Siena).
La speranza della dirigenza bianconera e` che fra questi giovani ci sia qualcuno in grado di gettare le basi per rinverdire i fasti dell'era bonipertiana, un periodo nel quale a Torino si affermarono, fra gli altri, sei giocatori che, oltre a regalare tante vittorie alla Juventus, diventarono campioni del mondo con la Nazionale di Enzo Bearzot in Spagna, nel 1982: Gentile, Cabrini, Scirea, Tardelli, Causio e Rossi. Naturalmente c'era anche Dino Zoff, bandiera della Juventus e capitano di quell'Italia, ma quando arrivo` a Torino, nel 1972-73, il portiere era gia` un trentenne dalle caratteristiche fisiche e tecniche ben definite, grazie all'esperienza con Udinese, Mantova e Napoli.