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...con Gerolin

...con Gerolin
venerdì 15 luglio 2016, 00:002016
di Alessio Alaimo
"Palermo esperienza positiva: poche risorse, Zamparini doveva recuperare soldi... incassati 48, spesi 8 milioni. Sorrentino? Non lo abbiamo gestito bene e in tv c'è andato da solo. Ballardini la chiave della salvezza. Gila, Vazquez e il mio futuro..

"Quella di Palermo è stata un'esperienza positiva: lavorare una stagione e mezza con Zamparini comunque è stato formativo". Rompe il silenzio e parla per la prima volta a trecentosessanta gradi della sua esperienza al Palermo l'ex ds rosanero, Manuel Gerolin. L'ex dirigente del club di Zamparini si concede in esclusiva a TuttoMercatoWeb. "Poi - continua - la città ha tutto per far crescere i giocatori, soprattutto i sudamericani è come se fossero a casa: Mondello sembra Rio de Jaineiro e Buenos Aires sembra Palermo. Poi la gente è meravigliosa, ti lascia lavorare. E in una stagione come quella dell'anno scorso che fino all'ultima domenica è stata tiratissima le contestazioni sono sempre state sempre educate e serie".

L'anno scorso comunque una stagione travagliata.
"Non avevamo grandi risorse, ma ho condiviso la linea societaria. Il Presidente ha venduto Dybala e Belotti, abbiamo dovuto rifare l'attacco. E senza grandi risorse, si sa, non è facile. Avremmo voluto prendere Defrel ma c'era tanta concorrenza e quando devi prendere un giocatore di buon livello ci vuole un contratto adeguato. Zamparini doveva recuperare soldi e quindi abbiamo adottato una linea un po' al risparmio con l'obiettivo di ottenere salvezza. Incassando circa quarantotto milioni e spendendone circa 7-8 non era facile come poteva sembrare. Nonostante le problematiche l'obiettivo è stato raggiunto, a febbraio eravamo in una posizione interessante: dopo Sassuolo ero anche partito per l'Argentina per visionare alcuni giocatori perché ero tranquillo, poi abbiamo iniziato a perdere, ci sono stati infortuni e abbiamo dovuto soffrire. Ma tutti hanno remato dalla stessa parte: i giocatori che sapevano di dover andare via hanno dato tutto, così come i più giovani che dovevano conoscere il campionato. Tutti insieme così abbiamo mantenuto la categoria, che per Palermo è importante, fondamentale. Il Palermo deve stare in serie A".

Tanto caos, tanti cambi. E Sorrentino che ha cacciato Ballardini in tv. Insomma, non una gestione brillante.
"Dico la verità: non abbiamo fatto una grandissima gestione delle situazioni. Per qunato riguarda la lite Sorrentino-Ballardini, il mister la domenica ha vinto a Verona - perché faceva parte anche lui della squadra, ha preparato la partita e non è vero il contrario - ma s'è sentito abbandonato e dopo la partita non ha fatto le interviste. La società non è riuscita a bloccare l'intervista di Sorrentino, io stavo facendo l'intervista al posto di Ballardini".

Ok, ma chi lo ha mandato Sorrentino davanti alle telecamere?
"C'è andato da solo. Io stavo parlando al posto di Ballardini, il cui errore è stato quello di non rilasciare l'intervista come da prassi. Tutte le parti non hanno gestito bene la vicenda. E quando dico tutte le parti dico Ballardini, Sorrentino e la società. Però dopo quella lite s'è fortificato il gruppo: dal ritorno di Ballardini non c'è più stato nessun problema".

Il ritorno di Ballardini la chiave per la salvezza.
"Tutti ci siamo uniti e abbiamo remato dalla stessa parte. Sì, la chiave è stato il ritorno di Ballardini e l'aver fatto gruppo tutti insieme".

Ma era proprio necessario vendere Belotti l'anno scorso?
"No. Ma c'è stata una buona richiesta da parte del Torino. Pensavamo che Defrel accettasse il trasferimento, ormai ce l'avevamo in mano. Poi abbiamo preso Gilardino: siamo stati ripagati, ha fatto undici gol".

Gilardino che ora è andato all'Empoli, un rimpianto per il futuro?
"Manca ancora tutto il mercato. E quello del Palermo non è ancora cominciato. Zamparini e Foschi sapranno rimpiazzare Gilardino, sanno che l'anno scorso è stato molto importante. Per quanto riguarda Gila, l'Empoli sa fare grandi colpi da tempo. Gila non ha bisogno di presentazioni, è affidabile".

Vazquez al Siviglia, come lo vede?
"È un giocatore fortissimo, lo ha dimostrato. Ha dei fondamentali tecnici impressionanti, deve solo adattarsi all'ambiente e ha bisogno di sentire una fiducia incondizionata attorno a sé. Se ha questo può dare tanto, altrimenti fa fatica perché a livello caratteriale non è fortissimo".

Mercato: la Juve batte tutti.
"La Juve è forte. Ha una società organizzata come dovrebbero essere organizzate tutte. Il presidente è di livello, come il dg e il ds. Ognuno ha le proprie mansioni e questo vuol dire organizzazione, ognuno fa il suo e hanno le idee chiare su tutte. Dovrebbero fare tutti così e invece non accade: le aziende di calcio non sono organizzate, spendono male. La Juve invece ha una tradizione ed è organizzata, sbaglia di meno".

E il Napoli? Per ora ha preso soltanto Tonelli e Giaccherini...
"La differenza è a livello organizzativo. Il Napoli è una società forte, ma quando parlo di organizzazione intendo lo scouting, l'essere tempestivi, il prendere decisioni tutti insieme: questo lo fanno poche squadre. Juventus, Udinese e poche altre".

Il Milan ha preso Lapadula, il colpo del mercato?
"Nelle categorie di C e B ha dimostrato di essere forte. Ma il Milan è un salto importante, non può essere il colpo. Il Milan una volta prendeva Van Basten...
Il colpo lo può fare la Juve con Benatia e mettendo dentro Rugani: significa dare respiro a chi ha tirato la carretta in questi anni. E poi mi piace molto Herrera, se il Napoli lo prendesse farebbe un grande colpo: è un ottimo centrocampista, lo seguivo anni fa. Ma i colpi non sono ancora partiti".

E lei direttore? Poteva andare al Verona, che farà?
"Non sono stato vicino al Verona, mi sono dedicato fino alla fine alla salvezza del Palermo. Vedremo cosa salterà fuori: metto passione ed esperienza. Ho fatto tanti anni il capo scouting dell'Udinese e ho sempre pensato che vorrei portare questo a livelli più alti in una squadra importante. Ho toccato con mano l'organizzazione e tante squadre non sono organizzate, non lo sanno fare".