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...con Ravanelli

...con RavanelliTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
sabato 22 novembre 2014, 00:002014
di Alessio Alaimo
"Lazio e Juve, i miei ricordi. Ma stasera sono bianconero. Lazio, Djordevic è ancora a metà strada. Inter, prendi Gignac! Io pronto a ripartire... ancora dalla Francia"

"Due esperienze simili, anche se diverse". Così l'ex attaccante di Juventus e Lazio, Fabrizio Ravanelli, fotografa per TuttoMercatoWeb i suoi trascorsi da entrambe le parti. E stasera, il posticipo, metterà davanti le due ex squadre di Penna Bianca.

Ravanelli, se le dico Juventus e Lazio?
"Mi sono trovato benissimo alla Juventus, ho vinto tutto quello che c'era da vincere. Alla Lazio sono stato da Dio, in quel periodo mio padre era malato gravemente quindi c'è qualcosa che mi lega ai biancocelesti. Devo ringraziare la Famiglia Cragnotti, che mi ha fatto rientrare dalla porta principale. Vincemmo il campionato, la Coppa Italia, la Supercoppa. Due esperienze importanti, che ricorderò sempre".

Il cuore però, immagino sia più bianconero che biancoceleste.
"Sono più juventino che laziale. Sono sempre stato tifoso bianconero. La partita di oggi mi spinge verso la Juventus, ma sarò sempre grato alla Lazio".

Sorpresa Lazio?
"Non è una sorpresa. Per chi conosce l'ambiente laziale e l'allenatore la Lazio è sempre stata una squadra ben attrezzata".

Chi la sorpresa?
"Djordevic. Fin qui ha espresso la metà del suo potenziale. Questa Lazio può lottare per il terzo posto".

Occhi sempre in Francia - un campionato che lei conosce bene - anche per l'Inter, che segue Gignac.
"È straordinario. Chi lo prende fa un grosso affare. Non riesco a capire come mai certe squadre non abbiano già puntato su di lui. Ë fantastico, lo vorrebbero tutti gli allenatori del mondo. Faccio fatica come una grande società come Inter, Milan, Juventus, Roma, Napoli non siano sulle sue tracce. Può essere preso da gennaio, credo voglia fare un'esperienza fuori".

E la sua esperienza all'Ajaccio da allenatore?
"Non è stata positiva, ma la reputo tale".

In che senso?
"Finché c'ero io la squadra aveva lottato per potersi salvare. Poi è caduta in disgrazia, non ha fatto più punti. Mi mancavano tanti calciatori, da parte mia ci sono stati tanti lati positivi. Sono contento di quello che ho fatto come allenatore in una situazione a dir poco drammatica".

Futuro: si vede ancora nel campionato francese, da allenatore?
"Perché no? Mi piacerebbe allenare anche in Italia, ma parlo anche francese e inglese: non c'è nessun problema. Sono pronto a ricominciare".