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All'ultimo respiro

All'ultimo respiro TUTTO mercato WEB
© foto di FEDERICO DE LUCA
giovedì 3 febbraio 2011, 10:302011
di Alessio Calfapietra
Quasi 250.000 contatti in tre settimane per la tabella trasferimenti aggiornata in presa diretta 24 hh su 24

Nemmeno un maestro del thriller avrebbe saputo congegnare un finale simile a quello vissuto questo lunedì nei corridoi dell'AtaExecutive. Il brivido è corso sul filo Tokio-Milano-Genoa sino agli ultimi cinque minuti disponibili, quelli a fare da spartiacque tra il successo sul filo di lana ed il clamoroso fallimento da celebrare sull'altare della burocrazia. Il fax tanto atteso è arrivato alle 18.55 e così Yuto Nagatomo ha potuto trasferirsi all'Inter e rimpolparne la fascia sinistra. La pista legata a Criscito, percorsa in alternativa ma che portava molti piu' ostacoli della soluzione nipponica, è infine caduta, o meglio risulta soltanto rimandata alla prossima estate, quando il cactus di Preziosi potrà essere nuovamente messo in bella vista. L'affare Nagatomo è soltanto l'ultimo atto di una sessione invernale all'insegna della frenesia e dell'attivismo. Molti operatori di mercato non hanno esitato a definirla la piu' movimentata di sempre. L'Inter merita lo scettro per quanto ha saputo fare, il suo operato supera in qualità e quantità quello dei cugini rossoneri. Una dirigenza si muove al meglio se riesce a coprire le carenze di un organico. L'Inter ha fatto quanto avrebbe dovuto svolgere la scorsa estate, quando i fumi del triplete hanno annebbiato la vista di Branca e soci e la società sul mercato si è data assente. La difesa necessitava di uno svecchiamento generale e di adeguati ricambi a giocatori non ancora pronti (Santon), o troppo in là con gli anni (Materazzi e Samuel), o da spostare con profitto in altri ruoli (Zanetti). Sono arrivati il centrale della nazionale italiana, Ranocchia, oltre ad un folletto della fascia sinistra come Nagatomo. Si è posto rimedio ad un parziale errore del passato, riacquisendo la metà del cartellino di Andreolli. Al centrocampo serviva un innesto di qualità ed è stato scelto Kharja il quale, nella peggiore delle ipotesi, a giugno tornerà al mittente, come potrebbe fare Nagatomo in caso di insuccesso. Muntari, ormai in rotta con l'ambiente, ha potuto ritrovare la tanto amata Premier League. In avanti la caduta verticale di Milito, in termini di rendimento e di tenuta fisica, ha richiesto l'innesto del miglior attaccante italiano, Giampaolo Pazzini, strappato ad una Sampdoria in piena smobilitazione. Sul fronte giovanile, la società ha poi dato corso ad una infornata di mirabili promesse, una su tutte l'olandese Castaignos di cui si dicono meraviglie. Branca merita dunque un nove pieno. Anche il Milan si è comportato alla grande, ma accusa un punto percentuale in meno perchè alcune scelte hanno privilegiato l'aspetto numerico a quello qualitativo. Nulla da obiettare su Cassano, così come per Van Bommel che non può suscitare dubbi unicamente per l'espulsione ricevuta, tra l'altro opinabile, e che dovrà rattoppare per cinque mesi una linea mediana a dir poco sofferente. Le remore sorgono in parte su Legrottaglie, comunque indispensabile per fare massa davanti ad Abbiati, e soprattutto su Emanuelson del quale abbiamo già fatto presente la dimensione tecnica non certo monumentale. Gli errori contro la Lazio sono un chiaro indice del perchè l'Ajax, perennemente assalito da club stranieri alla ricerca dei suoi tulipani piu' belli, avesse potuto tranquillamente confermare il giocatore negli anni, e il motivo per cui Emanuelson sia stato sempre ignorato dalla nazionale maggiore. Un discreto elemento per la fascia mancina, a certi prezzi addirittura ottimo, ma poco altro. Didac Vilà è al momento ingiudicabile.
La Juventus merita una sufficienza striminzita per aver colto l'affare Matri all'ultimo giro di curva, un'occasione irripetibile per l'attaccante di misurarsi con un calcio piu' competitivo, ma i costi elevati dell'operazione denunciano come la Vecchia Signora si sia trovata all'angolo e abbia dovuto fare di necessità virtù e spendere oltre il dovuto, per evitare che Delneri dovesse schierare i baldi Giannetti e Libertazzi sulla linea offensiva. A questo punto l'affare Toni suscita ancora maggiori perplessità. Barzagli è un buon innesto arrivato praticamente gratis, l'ex nazionale offre il giusto mix di esperienza ed entuasiamo per non far tracollare la difesa juventina, ma è evidente che a giugno ci si dovrà muovere con ben altri argomenti ed oculatezza, altrimenti il rischio che la Juventus scivoli costantemente nelle retrovie del calcio diventerà tangibile. La prima verifica a Palermo ha avuto però esiti disastrosi.
Il Genoa ha stravolto ancora una volta il proprio organico, Preziosi ha ammesso di aver sbagliato le mosse estive ma è stata un'ammissione quasi inutile per quanto era evidente il fallimento. L'unica certezza è l'ennesimo ritorno di Konko, giocatore pratico ed essenziale che non tradisce mai le attese.

Il Parma tenterà di rigenerare Amauri, attaccante in cerca di se stesso dopo aver trovato un passaporto italiano, l'aupicio è che l'aria della provincia lo riporti ai livelli di Verona e Palermo.
La Roma è restata al palo, per via del tanto sospirato passaggio societario entrato in una fase cruciale e perchè dispone di un organico difficilmente migliorabile, nonostante Ranieri la pensi in modo contrario. Un esterno sarebbe stata una freccia in piu' da scoccare, ma anche essersi liberati di ingaggi pesanti come quelli di Baptista e Cicinho ha il suo valore.
Il Napoli ottiene un sette pieno per aver lasciato a bocca asciutta Atalanta e Torino che pensavano di poter spacciare la lana per del costoso cachemire. Le valutazioni date a Barreto ed Ogbonna erano fuori da ogni logica e puntavano a travestire De Laurentiis per un Babbo Natale in ritardo sul calendario. Gli ingaggi di Ruiz e Mascara sono dunque sufficienti a far zittire il solito ritornello sull'inadeguatezza della rosa del Napoli. Mascara potrà fare quanto ci si attendeva da Sosa (rimasto in Campania solo per la questione del triplo trasferimento) e sostituire i tre alfieri del formidabile attacco azzurro. Pochi dubbi anche su Ruiz, un centrale mancino dalla classe insolita per il ruolo. In Italia hanno fallito molti calciatori spagnoli, anche di grido, ma si trattava di centrocampisti ed attaccanti. Nella Liga un difensore, impegnato in un club di seconda fascia, è costretto a fermare attaccanti pericolosissimi che si affacciano con ritmi vorticosi. Se Ruiz è riuscito a mettersi in mostra in un contesto simile, è molto probabile che lo faccia anche in Italia. Lo scudetto resta un piacevole miraggio, un piazzamento in Champions e non per forza attraverso i preliminari, diventa finalmente un obiettivo praticabile. Il tutto aspettando Matavz ed Inler, due acquisti partenopei già prenotati per luglio.
I due grandi nodi da sciogliere, Marchetti e Mutu, sono rimasti tali e per nessuno di questi si intravede una soluzione rapida, specialmente per quanto riguarda il portiere rossoblù. Mutu ha seppellito l'ascia di guerra, affrancandosi dalla perniciosa influenza dei Becali, la dirigenza viola appare meno intrasigente e mostra tiepidi segnali di distensione. In casa cagliaritana, Marchetti è stato inserito in molteplici trattative entro e fuori dai confini nazionali, ma il fatidico suono della sirena alle 19.00 del 31 gennaio ha immortalato il portiere azzurro ancora legato a doppio filo con il club sardo.
Uno sguardo all'estero. E' significativo che Chelsea e Liverpool siano riusciti a smuovere in poche ore molto piu' di quanto riescano le big italiane in un intero mercato. Fernando Torres e David Luiz: oltre ottanta milioni di euro offerti da Abramovich alle velleità nutrite da Ancelotti di poter riagguantare la vetta della classifica. I tifosi del Liverpool sono in rivolta per la partenza del Nino e non sembrano certo ammansiti dagli immediati investimenti operati dal club con i costosissimi arrivi di Carroll e Suarez. Qualche commentatore ha fatto notare come queste spese pazze contraddicano in pieno il fair play finanziario, ma si tratta di osservazioni senza fondamento perchè, giova ricordarlo, le misure della Uefa non puntano a fissare un tetto alle spese, quanto a risanare i bilanci societari con il dovuto equilibrio fra incassi ed uscite. Le società inglesi, poggiando su stadi di proprietà ed una politica di merchandising avanti anni luce rispetto alle nostre latitudini, possono dunque allargare i cordoni della borsa, senza per questo incappare negli interdetti degli organismi internazionali. Ed il calcio italiano, ancora una volta, arretra in termini di competitività. Rimaniamo nell'ambito estero e chiudiamo con un commento sul prospettato riallargamento a due extracomunitari tesserabili per anno. Abbiamo già scritto dell'insufficienza della norma e abbiamo definito quest'ultima un contentino buttato lì per far credere che la Lega abbia a cuore il rilancio del prodotto italiano. La serie A attualmente in corso è quella con in assoluto più stranieri di sempre (circa 275) un risultato curioso, anzi sarcastico che evidenzia l'inadeguatezza delle risposte giunte dai vertici del calcio nostrano. A dodici mesi di distanza si ritorna al punto di partenza: in questo caso l'abusata citazione del Gattopardo circa l'antico vizio di voler cambiare tutto affinchè ogni cosa rimanga uguale, diventa fuorviante. Il nostro calcio non soltanto lascia tutto in uno stagnante immobilismo, ma nemmeno si degna di dare l'impressione di voler cambiare qualcosa, e se adotta qualche provvedimento lo fa utilizzando rimedi peggiori del problema.