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Il cuore di Napoli fa un Salto in Uruguay

Il cuore di Napoli fa un Salto in Uruguay TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
martedì 5 ottobre 2010, 00:002010
di Alessio Calfapietra

Erano diciotto anni che Napoli aspettava un giocatore come lui. Grosso modo due generazioni calcistiche sfilate via riservando all'esigente pubblico partenopeo, orfano di Maradona, buoni professionisti del goal e null'altro. Aglietti, Bellucci, Schwoch idolo in serie B e poi allontanato, Dionigi, Calaiò, nel mezzo di un tramonto societario ed una lenta ma costante risalita verso palcoscenici adatti alla storia ed al blasone della società campana. Il Napoli aspettava dai tempi di Daniel Fonseca un bomber di questo livello, ed oltrepasseremmo il limite dell'ovvio facendo notare la nazionalità di entrambi gli atleti ed il fatto che siano arrivati all'ombra del Vesuvio alla stessa età e dopo essersi messi in mostra in un club isolano. Ieri il Cagliari, oggi il Palermo, la sostanza resta la stessa: Cavani ha segnato otto reti e mezza (compresa l'autorete di Juan) fra campionato e coppe, riportando un elemento azzurro in vetta alla classifica dei cannonieri. In un mese Cavani è riuscito a fare quello che Quagliarella ha soltanto sfiorato in un anno, cioè risultare decisivo con costanza e puntualità conquistando l'amore del pubblico del San Paolo. Possiamo dire che il cuore di Napoli non è a Castellammare di Stabia, luogo di nascita di Fabio, ma a Salto, città dove Cavani è venuto al mondo nello stesso anno che il Napoli si apprestava a vincere il suo primo scudetto. Restano intatte le remore sull'organico affidato a Mazzarri. Le gare di Cesena e Bucarest hanno dimostrato come la squadra non possa fare a meno dei suoi titolari - anche se ieri sono giunti segnali positivi da Yebda - una situazione che renderà problematico conciliare il campionato con l'Europa League per il ben noto sovraccarico di partite. A questo punto i reali motivi dell'addio di Quagliarella, non ancora svelati del tutto, non hanno piu' alcuna importanza, pur se mantenere i due attaccanti in rosa avrebbe senz'altro armato meglio la mano dell'allenatore. Un'evidenza che i problemi patiti da Lucarelli hanno reso ancora piu' chiara. Una carenza nell'organico che l'ancora lontano mercato invernale potrà attenuare, specialmente se il Napoli avrà superato il girone europeo. Ieri Mario Balotelli ha assistito al cosiddetto derby d'Italia fra Inter e Juventus, riuscendo ancora una volta a suscitare polemiche per un presunto gesto volgare. Quel che però vorremmo sottolineare è come Mario non riesca a star lontano dalle polemiche. A nemmeno un mese dal suo matrimonio con il Manchester City, sono state sguinzagliate voci su un futuribile approdo al Milan, avallate da Galliani e rinfocolate dalle (ennesime) dichiarazioni di apprezzamento per i colori rossoneri da parte del ragazzo, sicuramente un contesto piuttosto bizzarro per chi ha da poco indossato una nuova maglia.

Adesso Balotelli è alle prese con una non breve convalescenza, speriamo torni quanto prima a far parlare di sè per le sue qualità calcistiche fuori dal comune. Come ci auguriamo che risalga la china Riccardo Montolivo. I problemi alla caviglia e la difficile trattativa per il rinnovo del contratto stanno offuscando la stella viola, incappata in una serie di prestazioni da pollice verso e un'inopinata espulsione contro il Palermo cui si è accompagnata la perdita della nazionale. Montolivo è un patrimonio da preservare per il bene della Fiorentina e del calcio italiano, perchè interpreti nel suo ruolo in Italia ne nascono ben pochi ed il meglio di sè, l'asso fuoriuscito dal vivaio dell'Atalanta, deve ancora farlo apprezzare. Sembrerebbe che i motivi dei ritardi di Montolivo nel legarsi ancora ai Della Valle siano da imputare all'interesse di vecchia data della Juventus. Il destino del centrocampista è intrecciato a quello di D'Agostino ed Aquilani che, a parità di ruolo, sono i giocatori che se confermati nelle rispettive squadre dirotterebbero Montolivo verso un'altra destinazione. Ricordiamo ancora una volta le critiche piovuteci addosso per aver elogiato il mercato di Claudio Lotito. Il primo posto in classifica testimonia che mai come quest'anno la rosa della Lazio risulta ampia e competitiva; Hernanes ha superato le piu' rosee aspettative, Mauri è tornato quello dei tempi migliori ottenendo la convocazione in azzurro insieme a Floccari, Biava e Dias formano una coppia difensiva poco reclamizzata ma estremamente efficace. Le stagioni successive ai Mondiali hanno sempre concesso sorprese al vertice, i biancocelesti non potranno competere per lo scudetto ma avranno modo di togliersi diverse soddisfazioni e spiccare il volo insieme all'aquila Olimpia, mai così bella e maestosa. Chiusura su Milos Krasic. Non abbiamo mai avuto dubbi sulle sue qualità, mentre diversi opinionisti all'inizio hanno dubitato circa la reale cifra tecnica, o perchè abbagliati dal continuo paragone con Nedved, o perchè infastiditi dal prolungarsi delle trattative, o perchè non hanno saputo valutare al meglio le sue prestazioni in Champions e nella nazionale serba. Krasic non è l'emulo del ceco, è semplicemente se stesso, un micidiale incursore di qualità e quantità che si adatta alla perfezione al gioco di Delneri. Tra l'altro Nedved, quello vero, sta per sedersi dietro una scrivania targata Juventus, quindi non c'è alcun bisogno di un suo clone che scorazzi per il campo...