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Il deserto dei Tartari

Il deserto dei TartariTUTTO mercato WEB
lunedì 3 settembre 2012, 18:002012
di Alessio Calfapietra
Oltre mezzo milione di contatti per la tabella che vi accompagnerà ancora per alcuni giorni

Il mercato appena concluso è stato all'insegna del risparmio. Per tutte le squadre, eccettuata la Juventus: c'è chi con pochi mezzi ha allestito un buon organico, chi invece si è abbandonato all'azzardo o addirittura all'improvvisazione.
Il calcio italiano non si è certo svegliato l'altro giorno con le tasche dei pantaloni bucate. Già cinque o sei anni or sono, tra i saloni degli hotel milanesi, correva il ritornello: "Non c'è una lira". Questa sessione ha subito piu' di tutte le conseguenze della crisi economica e degli errori che lo stesso sistema calcio ha prodotto nel tempo. Se le ultime ore prima del gong finale sono state dominate dal destino di Floccari e dal mancato acquisto di Peluso da parte della Juventus, significa che la situazione si è fatta insostenibile.
Ci lasciamo alle spalle tre mesi che di certo non rimpiangeremo. La serie A sta diventando come il campionato portoghese o olandese. Un luogo dove i campioni transitano e si mettono in luce per poi balzare nella Liga o nella Premier League. Con la differenza che la nostra massima serie ha sempre avuto velleità di essere competitiva, un'aspirazione che ora va messa da parte e in fretta perchè si rischia di diventare patetici.
Partiamo dalla coda finale. Dopo un lungo tira-molla, Gaston Ramirez si è trasferito al Southampton. Cedere il passo di fronte al Barcellona, al Real Madrid, oppure ai soldi dello sceicco o petroliere di turno, è comprensibile anche se doloroso. Non lo è se a fare la spesa in Italia arriva il Southampton, club che in 127 anni ha vinto una Coppa d'Inghilterra e in tempi recenti ha rischiato di fallire. Non una big, ma nemmeno una formazione di livello medio, anzi una neo-promossa che torna in premier dopo sette anni e di solito vende a cifre stratosferiche i giovani che il suo vivaio produce. Walcott, Garet Bale e Oxlade-Chamberlain. Ma nel contesto attuale, i simpatici Saints vestono i panni del predatore e per quindici milioni di euro strappano al Bologna e alla concorrenza italiana uno dei calciatori piu' promettenti in Europa. Le italiane dove erano?

Stavano leccandosi le ferite. Questa estate hanno lasciato l'Italia Ibrahimovic e Thiago Silva, Ezequiel Lavezzi e Borini. Addirittura il ventenne Verratti ha salutato tutti ancor prima di esordire in serie A, come nelle peggiori tradizioni dei tornei esportatori di talenti. La nostra estate si è intrecciata lungo il giallo della cessione di Destro, le pantomime di Ze'Eduardo e Berbatov, il fiato in sospeso per le sorti di Marco Borriello, o lo scambio variamente motivato in quel di Milano tra Cassano e Pazzini. Se anche De Rossi, Jovetic e Cavani avessero ceduto alle lusinghe dall'estero, avremmo potuto calare direttamente il sipario su ogni pretesa di grandezza da parte del nostro calcio.

La Juventus ha ricevuto per molte settimane la palma di Regina di questo mercato asfittico. Un giudizio in gran parte confermato, ma che si affievolisce innanzi alla stucchevole rincorsa al top player fallita per il secondo anno consecutivo. Esemplare la successione di nomi. Si è partiti da Van Persie, Suarez, Dzeko, Cavani. Si è passati a Llorente, Berbatov e Cardozo, finendo con Bendtner che l'Arsenal ha prestato senza pensarci due volte. I bianconeri avrebbero dovuto operare un innesto nelle retrovie, stante l'infortunio di Lucio (terribili le sue prime apparizioni) ma si è scontrata e attardata nell'affare Peluso. Da applausi l'ingaggio dei promettenti Pogba e Masi.
La Fiorentina merita un voto molto positivo, ma a sua volta le è venuto a mancare il carburante durante l'ultima curva. La scelta di Luca Toni, pienamente emergenziale, riempie di gioia e orgoglio il cuore dei tifosi, lasciando però immutata o quasi la mancanza di una punta di peso nell'attacco di Montella. Nonostante l'ottima cifra incassata dal Manchester City e l'inserimento del nazionale Savic, non ci saremmo mai privati di una promessa come Nastasic.
L'Inter ha gestito con intelligenza le sue manovre. Per una volta tanto, Branca ed Ausilio riscuotono i consensi degli opinionisti e del buon senso. Perduti i sogni Lavezzi e Lucas, nella tratta finale ecco il gladiatore Alvaro Pereira, lo stantuffo Gargano - Napoli ha reagito malissimo - ed Antonio Cassano, non esattamente la tipologia di attaccante che piu serviva ai milanesi. Castaignos avrebbe meritato un'altra chanche. Nessuno pretende il ritorno dello scudetto, ma una stagione senza incomprensioni di fondo e l'obiettivo dichiarato di tornare gradualmente ai vertici.

La Roma ha condotto un buon mercato senza lesinare risorse. Stona unicamente il mancato acquisto di un altro paio di difensori, un esterno ed un centrale, perchè Piris e Marquinhos, almeno nel breve periodo, potrebbero difettare in esperienza ed ambientamento. Le partenze di Bojan e Borini sono state maldigerite dalla piazza, Zeman saprà bilanciare il tutto.
Il Napoli ha fatto oggettivamente poco. El Kaddouri deve maturare molto sul piano fisico e Bruno Uvini è quanto meno un'incognita. Non ha molto senso impiegarlo con la formazione Primavera dove affronterà ragazzi mediamente piu' giovani di lui di tre o quattro anni. Ma in assoluto esiste una differenza tra quanto operato in estate e la reale competitività della squadra. Il Napoli ha ridotto al minimo le sue mosse, almeno in relazione agli introiti di Lavezzi e la Champions, ma la rosa a disposizione di Mazzarri resta comunque competitiva e le prime uscite lo stanno dimostrando. Forse era lecito aspettarsi qualche miglioria in piu'.

Il Milan è forse l'emblema del paesaggio lunare cui si sta riducendo il nostro campionato. Vende i suoi gioielli e si disfa dei senatori senza possibilità di appello. Gli ultimi palpiti del mercato aumentano leggermente il voto complessivo. Bojan, se mai troverà la giusta determinazione, è un buon rinforzo, tra dodici mesi bisognerà parlare con il Barcellona ed effettuare eventualmente il riscatto in quella complicata procedura che abbiamo provato a spiegarvi qualche giorno fa.
De Jong fa massa a centrocampo, ma dovrà presto adeguarsi al metro degli arbitri italiani perchè diversi suoi interventi, in Inghilterra o con la nazionale, dalle nostre parti sono sanzionati con il rosso. Niang è una scommessa interessante, i paragoni che lo accompagnano sembrano esagerati perchè il ragazzo deve dimostrare ancora tutto. Si farà, prima o poi. La telenovela Kakà non ha mai avuto ragione di esistere, visto che le condizioni per il ritorno del brasiliano si sono mostrate sin da subito insuperabili. Tutte considerazioni di ordine economico, ovviamente, visto che Kakà sarebbe tornato a piedi e Mourinho ha rinunciato ai suoi servigi da almeno un anno.

Arrivederci mercato. Di te ricorderemo i tanti propositi e i pochi colpi affondati. Sei stato avvolto da un caldo torrido, ma il tuo cuore è rimasto freddo. Hai spento il diritto dei tifosi a sognare e lo hai fatto con la piu' triste delle motivazioni, cioè i soldi che non ci sono. Un giorno tornerai ai fasti di un tempo, anche se non sarà subito. Oltre alla congiuntura ecomomica, infatti, stai pagando la scarsa abilità di alcuni dei tuoi protagonisti. Ma la fine del tunnel non è poi tanto lontana. Dovremo solo guadagnarci l'uscita e con queste premesse non sarà facile.
Nessuno, a partire da noi stessi, dovrà imporci il destino di Giovanni Drogo, il tenente che nel bellissimo romanzo di Dino Buzzati, Il Deserto dei Tartari, consuma l'intera esistenza aspettando l'arrivo dei terribili barbari presidiando la fortezza Bastiani. Non aspetteremo inerti il ritorno dei grandi colpi di mercato e dell'Italia che si fa valere ecomonicamente. Dovremo conquistarcelo da soli con l'impegno, la tenacia e la preparazione.