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Juve, una bandiera per risorgere

Juve, una bandiera per risorgere TUTTO mercato WEB
© foto di Alberto Fornasari
giovedì 2 giugno 2011, 00:002011
di Alessio Calfapietra
Presto tornerà attiva la tabella trasferimenti, ancora piu' ricca e completa, per soddisfare ogni vostra curiosità di mercato!

Come risaputo ormai da giorni, la Juventus ha affidato ad Antonio Conte l'arduo compito di far dimenticare alla piazza e alla dirigenza le ultime due stagioni di basso profilo. Un tecnico giovane e vincente per una scelta diametralmente opposta a quella della scorsa estate, quando l'esperienza di Delneri e il quarto posto appena conquistato a Genova hanno fatto propendere per un allenatore anagraficamente esperto ma del tutto acerbo a livello di grandi club. Anche per Conte si tratta della prima chanche ai massimi livelli, ma dalla parte dell'ex centrocampista si muovono la conoscenza pressocchè totale dell'ambiente e la dolce abitudine a lottare a braccetto per obiettivi di prestigio. Nel suo breve tragitto da allenatore, Conte ha conquistato due promozioni con Bari e Siena e l'unica macchia di quelle poche, maledette settimane con l'Atalanta che non possono però fare testo perchè in tali condizioni, a Bergamo, avrebbe fallito chiunque, tanto che gli orobici hanno continuato la loro discesa in B pur cambiando ancora guida. Conte è la bandiera che può far risorgere la Juventus dall'inferno del settimo posto, termine impronunciabile a Torino e che si è riproposto per la seconda volta consecutiva, con l'aggravante dell'esclusione dalle coppe. La lunga risalita dagli abissi di Calciopoli non è ancora a metà del suo percorso, ma sarebbe sbagliato considerare fallimentare ogni stagione juventina dal 2006 in poi. Ricordiamo infatti che il biennio 2007-2009, con alla guida il tanto vituperato Claudio Ranieri, è coinciso con due piazzamenti consecutivi al terzo posto (prima dell'esonero a favore di Ferrara), i quali sarebbero potuti servire per riavvicinare i vertici del calcio italiano dopo la discesa in B. E invece la Juventus è sprofondata per due volte ai margini della zona Uefa ed è costretta a guardare quei risultati come i migliori ottenuti dal ritorno in serie A.

Marotta ha promesso che la squadra non verrà rivoluzionata. Sono già arrivati gli svincolati Pirlo e Ziegler: l'ex milanista, nel pieno delle sue condizioni fisiche, è un rinforzo indiscutibile, mentre lo svizzero, protagonista di un illuminato percorso di crescita, corrisponde alla figura del calciatore che può figurare in un organico di elevata qualità, specialmente se va a sostituire De Ceglie e Grosso e può far riaccomodare Chiellini al centro della difesa. Sempre in tema di acquisti a costo zero, si attende anche la firma di Michele Pazienza, un elemento che il Napoli dovrà rimpiangere a lungo perchè il suo tipo di gioco è perfettamente congeniale agli schemi di Mazzarri. E' curioso notare come questo giocatore sia sfuggito al Napoli per aver richiesto un milione di euro a stagione in sede di rinnovo, quando la società partenopea garantisce una cifra di poco inferiore a Blasi che quest'anno ha giocato, e male, la bellezza di 75 minuti. Sempre a proposito di Napoli, la Juventus ha trovato l'accordo con Lamberti, agente di Inler, un nome nelle mire dei partenopei da almeno un anno e che potrebbe imboccare la strada di Torino dove gli viene garantito un contratto migliore. Il problema non è tanto sistemare un centrocampo che potrebbe dare problemi in termini di corsa, ma sarebbe semmai interessante interrogarsi sull'opportunità delle dichiarazioni di De Laurentiis che ha piu' volte espresso il dubbio, non certo edificante per Inler, su come potrà ammortizzarne l'acquisto fra alcuni anni. Come a dire: Inler è vecchio o quasi giovane. Risulta quindi normale che all'ennesima esternazione di questo tipo, il centrocampista ed il suo entourage abbiano voluto considerare altre piste, anche se il presidente Pozzo quest'oggi ha ribadito di avere un accordo soltanto con il Napoli e di non considerare l'alternativa bianconera.

Sistemati gli affari low cost, la Juventus dovrà poi indirizzarsi sul riscatto dei giocatori già presenti in rosa: tra Aquilani, Matri, Pepe e Quagliarella ballano almeno cinquanta milioni di euro, una somma da ridurre sensibilmente attraverso accurate trattative, come sta accadendo con il Liverpool. E in seguito la Vecchia Signora - oltre che alle cessioni - potrà dedicarsi ai grossi calibri Aguero, Tevez, o le ipotesi Sanchez e Giuseppe Rossi rese ai limiti dell'impossibile dall'intervento, ormai in fase avanzata, di Inter e Barcellona. il 4-2-4 da modellare, "una squadra che non subisca l'avversario" perchè "la Juve deve fare gioco, a prescindere dai moduli", inizia l'era Conte e i tifosi, attesi da uno stadio avveniristico, possono dormire sonni tranquilli: i bianconeri non si sarebbero potuti affidare a mani migliori.

Lo abbiamo accennato nelle righe precedenti, lo ribadiamo adesso. La condotta di mercato del Napoli ci lascia diversi dubbi. Innanzitutto la prima settimana dopo la fine del campionato è sembrata un thriller continuo e di bassa regia: l'addio-conferma di Mazzarri, poi le valigie preparate da Hamsik in direzione Milano e l'inquietante novità della procura tornata a Raiola, poi la rinuncia improvvisa e inaspettata a due calciatori che venivano puntualmente inseriti nella tabella degli acquisti già conclusi come Inler e Matavz. Un inizio pessimo. Come abbiamo già ripetuto in passato, questo è l'anno fondamentale per delineare un futuro da grande squadra per il Napoli. Non è infatti tempo di lesinare gli investimenti, ma di incrementarli, ed in questo senso i diritti di immagine, ancor piu' del tetto agli stipendi, possono essere un tetto insormontabile. Se De Laurentiis pensa di non mettere sul piatto nemmeno un euro come lo scorso anno, quando il mercato azzurro ha prodotto la stessa, identica cifra sia in entrata che in uscita, si sbaglia di grosso. L'appello al fair play finanziario lanciato attraverso il comunicato ufficiale della riconferma di Mazzarri, fa invece temere un altra sessione di mercato al ribasso. In estate il Napoli ha pescato il Jolly Cavani, è innegabile, ma tutte le altre scelte si sono rivelate un fallimento ad eccezione di Yebda che si è assestato a valida riserva che offre il cosiddetto lavoro oscuro a centrocampo. Per il resto, il nulla assoluto: Cribari, Sosa, Lucarelli, Dumitru (pagato 1.5 milioni di euro per una sorta di comproprietà) e poi in inverno Ruiz, bravo di piede ma troppo lento per i canoni italiani e Mascara, un utile folletto che dopo il primo mese in naftalina ha dimostrato di poter essere utile alla causa. Unica pecca il suo prezzo d'acquisto, visti i quasi tre miliardi delle vecchie lire spesi per un classe 1979 con soli sei mesi di contratto rimanenti. Il Napoli deve spendere e farlo bene. Palombo viaggia verso i trent'anni (per lui dovrebbe valere lo stesso discorso di Inler) ed esce da un'annata terribile, Dzemaili è un calciatore valido e di buona fisicità, ma una volta lasciata la Svizzera ha sempre lottato per la salvezza, dal Bolton, al Torino, sino al Parma che, per inciso, si è piazzato a ridosso delle grandi con Dzemaili infortunato per quasi tre mesi. Palacios è paragonabile a Gargano (tra l'altro in uscita) ma con una maggiore precisione negli appoggi, se arrivasse in prestito con diritto di riscatto sarebbe un affare. Su Trezeguet ci siamo già pronunciati. Per Lamela, ragazzo prodigio di cui si parla da anni e sul quale la Roma sembra in vantaggio, pesa la giovanissima età (è un '92) e le cifre considerevoli richieste dal River Plate che dovrà in ogni caso aspettare la fine del Clausura. Intanto Lamela ha già annunciato tramite Facebook un prossimo trasferimento in Italia. Da verificare le ipotesi Ricky Alvarez (Velez) e Lucas (San Paolo).

Esattamente sei anni fa tutto il mondo rimaneva ammaliato dal video promozionale di Jean Carlos Chera, il funambolo undicenne che sognava di eguagliare Ronaldinho e che già allora si faceva chiamare con il nomignolo di Anderson. Ad oggi, Chera è un adolescente delle giovanili del Santos e probabilmente non punta piu ad emulare Ronaldinho, tornato nel frattempo mestamente in patria. Il Genoa lo ha appena messo sotto contratto per i prossimi cinque anni e così quel bimbo dal sinistro incantevole è entrato nei sogni dei tifosi del Genoa che sperano di vederlo ulteriormente crescere e mantenere magari anche soltanto la metà delle promesse che il suo talento lascia intendere da anni. I discorsi in questi casi risultano sin troppo facili e il rischio di bruciare un talento o al limite di sopravvalutarlo oltre misura è gigantesco. In questi giorni mi è capitato di leggere le ultime avventure di Leandro Depetris, quel bimbo italo-argentino che all'inizio degli anni duemila campeggiava su tutti i giornali mentre palleggiava nelle maniere piu impensabili. All'epoca il Milan è riuscito a portarlo in Italia e provarlo per un paio di stagioni, poi lo ha rimandato in Argentina. Da allora Leandro ha passato due anni in chiaroscuro con il Brescia, un nuovo ritorno in patria e poi l'esperienza catastrofica con il Gallipoli dal quale si è alla fine svincolato. Quest'anno Depetris ha giocato quattro partite, senza segnare alcun goal, nel Chioggia Sottomarina finito dodicesimo in serie D. Il suo futuro è incerto, ma a 23 anni non è piu' tempo di pensare ai servizi fotografici con il pallone calamitato ai piedi, quanto piuttosto di rimuginare su un passato che prometteva qualcosa di diverso e su un fisico troppo minuto per poter competere. Anderson avrà senza dubbio un destino migliore, ma per il suo bene e quello di Depetris, come di qualunque altro talento in erba, e' necessario riporre le attese e le speranze in un cassetto, salvo recuperarle quando sarà giunto il tempo.