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Mr. Mario Balotelli

Mr. Mario Balotelli TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
sabato 24 luglio 2010, 00:002010
di Alessio Calfapietra

Prima di addentrarci nell'argomento mercato, concedeteci una riflessione sui mondiali conclusi un paio di settimane fa. Se sono stati necessari ottant'anni per ospitare questa competizione in Africa, mai attesa è stata tanto vana. Un evento da dimenticare in fretta, non solo per la disastrosa resa dei colori azzurri, sia da parte calcistica che arbitrale, ma per il quadro complessivo della manifestazione che ha lasciato molto a desiderare. Spettacolo tecnico scadente, specialmente nei primi turni, un pallone dalle traiettorie quanto mai bizzarre ed imprevedibili, errori arbitrali da leggenda ed una situazione ambientale resa impossibile dalle famigerate vuvuzelas. Serve altro? A voler fare ironia, si potrebbe dire che il polpo Paul, pescato forse nelle vicinanze dell'Isola d'Elba, sia l'unico italiano ad uscire con una buona immagine da Sudafrica 2010. Per il resto, ci sarà ben poco da ricordare di quel mese passato fra gelo, pallonate in curva e trombette infernali, tranne il ciclo vincente proseguito dalla Spagna, le ottime premesse mostrate dalla Germania, i soliti limiti di Maradona in panchina e la sorte nefasta dell'Olanda quando disputa una finale. Ultima nota sulle solite vuvuzelas, dopo vi promettiamo che non ne parleremo mai piu' (esaurita la moda del momento, scompariranno da sè): a chi afferma che queste vadano tollerate perchè rientrano nel costume locale, rispondiamo che ragionando a questa stregua si dovrebbe pensare ad un eventuale Coppa del Mondo ospitata in Scozia o piu' in generale nel Regno Unito, accompagnata sugli spalti da una sfilza di cornamuse che risuonano 150 minuti consecutivi e per 64 gare di seguito. Anche in questo caso si tratterebbe di folklore. Per non rischiare comunque già diversi club inglesi hanno vietato l'ingresso degli sciami d'ape nei loro impianti. Pur da una vetrina così poco invitante, le squadre italiane hanno prelevato due oggetti in vendita: il giapponese Nagatomo è finito al Cesena - ma per la salvezza serve molto altro - ed il portoghese Eduardo, piacevole rivelazione, si è impossessato dei pali del Genoa. Dal Mondiale passiamo al mercato attraverso Edinson Cavani, autore di una delle ultime reti della manifestazione iridata. L'immobilismo del Napoli sul mercato era solo apparente, una strategia per lavorare a fari spenti sull'obiettivo grosso. Ed invece De Laurentiis ha garantito un colpo (quasi) da novanta al suo pubblico. La collocazione tattica dell'uruguaiano lascia dei dubbi sulla coesistenza con Quagliarella, Hamsik e Lavezzi, in ogni caso il Napoli dovrà affrontare numerose partite avendo anche l'Europa League e, in attesa di nuove alchimie tattiche da parte di Mazzarri, vi sarà comunque spazio per tutti. Cavani è ancora molto giovane ma ha già segnato una trentina di reti nel nostro campionato, i margini di miglioramento, specialmente per quanto riguarda il bagaglio tecnico, sono tutti dalla sua parte e di quella del Napoli. Ma Bigon deve ancora lavorare sodo per liberare il monte ingaggi di tutte quelle voci (ancora molte) relative a giocatori che non hanno piu' nulla da offrire alla causa azzurra, e procurarsi un difensore ed un centrocampista in tempi relativamente brevi. Quest'ultimo non sarà Zuculini, soffiato sul filo di lana dal Genoa che prepara l'accoppiata di classe sulla mediana con il portoghese Veloso, tutti i sogni portano ad Inler ma l'Udinese, in ballo anche per la complessa operazione Denis, chiede la luna. L'effettiva utilità di Lucarelli, seppur nelle vesti di quinta punta, resta ancora da dimostrare. In tema di difensori, va ricomposta la frattura con Paolo Cannavaro e trovata la sintesi fra le richieste del giocatore e le esigenze della società, nell'auspicio che certe inutili intemperanze verbali non si ripetano. Nei giorni scorsi si è svolto il raduno del Milan e le aspettative per la conferenza-fiume di Berlusconi hanno partorito il classico topolino dalla montagna. Le scene in cui il Premier scendeva dall'elicottero per annunciare acquisti fantasmagorici fanno parte del passato ormai da tanto tempo. Non crediamo che i tifosi del Milan siano rimasti entuasiasti dalle parole del Premier che ha fatto un'iperbole delle doti di Ronaldinho e ne ha sancito l'assoluta incedibilità, evitando però di affrontare la questione rinnovo contrattuale, ad oggi assolutamente improbabile secondo i nuovi parametri al risparmio del club rossonero.

Il futuro di Ronaldinho è nelle mani di Dio, come afferma il fratello-procuratore. Anche l'illustrazione delle spese sostenute dal 1986 sembra un'autocelebrazione fine a se stessa: nessuno la può negare, ma la continuità aziendale, se fa tesoro degli anni precedenti, si proietta soprattutto nel futuro e richiede continui investimenti per mantenere competitiva l'industria. Nella sua posizione Berlusconi non può spendere, specialmente in questi tempi di crisi italiana ed anzi globale, quindi avanti con il profilo medio-basso e occhio al calendario, perchè il 1 luglio 2011, quando saranno scaduti una decina di contratti siglati in tempi di vacche grasse, in molti a Via Turati stapperanno lo champagne. Per rimanere a Milano, anche Moratti ha assunto un tono piu' sobrio sul mercato, ciò non gli ha impedito di vincere tutto ma è innegabile che anche i nerazzurri si siano imposti una condotta austera. Lo scorso anno, anche se in pochi lo ricordano, le casse interiste hanno beneficiato di ben cinquanta milioni di euro per il cartellino di Ibrahimovic, operazione rivelatasi una genialata da parte interista ancor prima di conoscere gli esiti sul campo. Quest'anno le partenze potrebbero essere addirittura due, Maicon e Balotelli. Sinceramente non eravamo abituati ad un Inter così attenta ai bilanci e non certo disperata per dover vendere dei calciatori di così comprovato valore. Se la situazione di Maicon è ormai chiara ai piu' (il brasiliano spinge per raggiungere Mourinho al Real Madrid), merita una trattazione a parte quella di Balotelli. Al momento della nomina di Raiola a suo procuratore, la cessione del ragazzo è diventata inevitabile. Solo questione di tempo e Balotelli avrebbe salutato l'Inter. Così è stato. Roberto Mancini ha invocato al Manchester City il giocatore da lui stesso lanciato in età scolare, i milioni di Mansour hanno fatto il resto. Risulta sin troppo facile affermare che un giocatore di appena vent'anni e con simili doti non vada mai ceduto, a nessuna cifra, ma purtroppo per Mario le condizioni ambientali - che lui stesso ha contribuito a creare - ne favoriscono la partenza. Mario vuole essere il numero uno, questo è il suo pensiero fisso da quando ha esordito a 15 anni con la maglia del Lumezzane, e con l'Inter questo non gli sembra possibile. Tale scelta impoverirà nettamente il nostro calcio, già depauperato dei suoi gioielli e della sua credibilità (è di queste ore la notizia dell'addio di Kolarov alla Lazio, anche per lui destinazione Manchester) ed avrà ripercussioni anche sulla carriera in nazionale del ragazzo. Ma ormai il dado è tratto, Balotelli non frequenterà l'Università ma un College con buona pace di tutti i protagonisti della vicenda. Di Mino Raiola, pronto ad un'altra estate condita da guadagni esorbitanti. Di Balotelli, visto il lievitare del suo ingaggio. Di Massimo Moratti, certo che la squadra saprà colmare la mancanza di Mario e che il tesoriere di Corso Vittorio Emanuele avrà modo di ringraziare sentitamente. Di Roberto Mancini, impaziente di guidare la fuoriserie messagli a disposizione e di riaccogliere uno dei suoi migliori allievi. E dei tifosi italiani, i quali dovranno far finta che l'antipatia provata (non da tutti) nei riguardi di Balotelli sia superiore al rimpianto di non poter piu' ammirare in casa uno dei classe '90 piu' forti in assoluto.