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Nightmare before Christmas

Nightmare before Christmas TUTTO mercato WEB
© foto di Francesco Letizia
giovedì 1 ottobre 2009, 17:002009
di Alessio Calfapietra

È stato molto tempo fa, più di quanto ora sembra, in un posto che, forse, nei sogni si rimembra, la storia che voi udire potrete si svolse nel mondo delle feste più liete. Inizia così l'indimenticata favola che Tim Burton ha donato al mondo agli inizi degli anni novanta, si conclude allo stesso modo la simil-farsa che il suo quasi omonimo Tim Barton ha rifilato ai tifosi del Bari ai primi passi autunnali del 2009. Christmas: il Natale. Così la piazza pugliese ha salutato l'arrivo del magnate texano che avrebbe posto termine al regno dei Matarrese, in conclamato stato di decadenza a dispetto della promozione in serie A che porta quasi esclusivamente la firma di Antonio Conte. Christmas: l'accoglienza riservata a Tim al suo arrivo in città, degna di una star hollywoodiana che però, a quanto pare, si è rifiutata di recitare seriamente sul set limitandosi a raccogliere i flash dei fotografi ed un mare di pubblicità gratuita. Nightmare: il risveglio di una città alla notizia che la trattativa è andata a rotoli e che il futuro, in casa dei galletti, sarà ancora improntato al passato, come da 32 anni a questa parte. Ad essere onesti, questo violento acquazzone piovuto sulla testa di un'intera tifoseria, è stato annunciato da qualche fulmine sparso che avrebbe dovuto far presagire un annuvolamento del cielo. Come quando l'intermediario Alessio Mora, mettendo le mani avanti, ha detto che Barton non avrebbe portato nessun acquisto di rilievo prima del mese di gennaio. Non certo una bella notizia, visto che il Bari sul mercato mostrava il braccino corto puntando su giocatori di categoria inferiore sino ai due arrivi pesanti, ma comunque a basso costo, di Donati ed Almiròn. Non convincevano nemmeno i propositi, e cioè l'utilizzo di Bari come frontiera per l'introduzione a scopo commerciale delle energie rinnovabili in Puglia. Ed il progetto? I tifosi del Bari conserveranno l'immagine di Barton seduto accanto a Matarrese durante la gara contro il Bologna, un supporter in salsa americana che forse non si intona ad una palla rotonda ma ad un pallone da rugby. Alla fine, infatti, si è registrato un touchdown, con la sfera volata altissima e lontana dai pali. Del resto i capitali stranieri fanno fatica a penetrare nel nostro calcio. Non si contano più i possibili acquirenti che per un motivo o per l'altro si sono dati alla fuga quando bisognava mettere nero su bianco. Nafta Mosca, Soros, Tacopina, Taci e senz'altro ne dimentichiamo qualcuno.

L'unica a passare dalle parole ai fatti è stata la finanziaria Enic rilevando il Vicenza, ma alla fine dei giochi l'unico contributo concreto si è ridotto alla creazione della mascotte Gatton Gattoni ed i fuochi d'artificio in città quando gli inglesi sono andati via. Abbiano pazienza, i tifosi del Bari: Barton si occupa di energia solare e, come il vento, anch'esso rinnovabile all'infinito, si è disperso al momento decisivo. Era destino. Andando più a Nord e sfruttando ancora la metafora cinematografica, continua a fare clamore l'ultimo ciak di Pierpaolo Marino a Napoli. Un film dal finale scontato almeno dallo scorso marzo, quando Reja è stato sollevato dall'incarico contro il volere del Direttore Generale, ed il cui prologo si è svolto in piena estate attraverso l'ormai celebre sfuriata del presidente. Marino, accentratore dichiarato e non pentito, ha affermato di avere la coscienza a posto. Probabile sia vero, ma a risentirne sono le finanze della società, gravate come un macigno da ingaggi di giocatori inutilizzati ed a libro paga ancora per diversi anni. Gargano si lamenta di avere uno stipendio basso, e fa bene, se De Zerbi, il cui impiego in campionato sarà ridotto al lumicino, guadagna praticamente il doppio, o se Bucchi, pagato una fortuna dal Modena ed utilizzato un solo anno, da due stagioni va in prestito e proseguirà a farlo per almeno altre tre. Acquistare a peso d'oro e non riuscire a vendere è un torto gravissimo per un imprenditore come De Laurentiis che ora vuole gestire in prima persona un investimento cui tiene moltissimo e non soltanto per questioni economiche. Si avvarrà di uno staff rinnovato, di nuove figure intermedie e forse anche di un nuovo allenatore. I tanti equivoci tattici dovranno essere chiariti, ma non prima di aver fatto comprendere alla squadra la reale dimensione che può e vuole darsi. Il piano quinquennale si è concluso con il ritorno e l'assestamento in serie A del Napoli, il prossimo periodo di riferimento dovrà portare ad un proscenio europeo stabile ed un peso specifico superiore in campionato. Marino ha ricordato i giorni immediatamente successivi al fallimento, da parte sua è sicuramente corretto, ma come ha imparato a proprie spese il pubblico milanista, ricordare costantemente il passato non porta da nessuna parte. Nè se continui a ripetere che sei il campione del mondo in carica, nè se vuoi ricordare a tutti che pochi anni prima la squadra giocava a Lanciano.