Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

Piccoli allenatori crescono

Piccoli allenatori crescono TUTTO mercato WEB
© foto di ALBERTO LINGRIA/PHOTOVIEWS
venerdì 8 aprile 2011, 00:002011
di Alessio Calfapietra

Real Madrid e Barcellona si sono sbarazzati dei loro avversari con quattro goal di scarto, un poker ed una manita che hanno polverizzato Tottenham e Shakhtar Donetsk. Il Manchester ha espugnato Stamford Bridge con un goal di platino che vale una fortuna in termini di regolamento ed entusiasmo. L'Inter, invece, ne ha imbarcati cinque dalla squadra giudicata piu' scarsa tra le rimanenti, lo Schalke 04, per giunta fra le mure amiche e di fronte ad un pubblico già prostrato per la disfatta subita nel derby tre giorni prima. Questa è la caratteristica di fondo che distingue le squadre con caratura europea: l'Inter, dopo la breve parentesi Mourinho, è tornata ai livelli inconcludenti di Mancini il quale, per inciso, conferma di essere allergico all'Europa portando al disastro il Manchester degli sceicchi contro la ben meno quotata Dynamo Kiev. A meno di improbabili miracoli, l'Inter esce dunque dalla Champions League e si fa andare di traverso il brindisi elevato all'esito dell'urna che si credeva fosse stato benevolo. Le ragioni della sconfitta vanno ricercate nel tecnico Leonardo. Di fronte ad una squadra poco piu' che discreta, da soli 15 giorni affidata a Rangnick per evitare il tracollo in campionato, il brasiliano non ha saputo apportare migliorie tattiche a quanto offerto contro il Milan se non l'aggiunta di un centrocampista. Lo stesso copione arrembante e garibaldino che ha prodotto l'indigesta sconfitta di sabato sera, è stato riproposto in Coppa davanti ad un avversario che ha mandato a memoria tutti i difetti della compagine interista ed è stato abile a ritorceglieli contro con agghiacciante efficacia. La tre giorni milanese si risolve quindi in una doppia debacle che riduce di molto le possibilità di rimonta e comporta un biglietto di addio alla finale di Londra, che pure fino a qualche settimana fa sembrava a portata di mano. Leonardo ha ravvivato l'ambiente depresso (e infortunato) lasciato in eredità da Benitez ed ha ridotto la distanza dalla vetta di otto punti, ma al momento topico ha mostrato per l'ennesima volta la sua inesperienza e la mancanza dei fondamentali tattici, particolare acuito dalla stanchezza dei giocatori impegnati in una rimonta senza pause. Nelle partite piu' importanti, Leonardo infatti va immancabilmente a vuoto. Lo scorso anno, senza essere mai veramente in lotta per il titolo, ha perso entrambe le stracittadine subendo nel complesso sei reti. Il match del possibile sorpasso, giocato contro il Napoli (non certo competitivo come questa stagione) si è risolto in un pareggio casalingo in rimonta grazie all'eterno Inzaghi. In Champions l'eliminazione è avvenuta ad opera del Manchester United con il bollettino di due sconfitte e sette goal subiti. Un risultato prevedibile per la semplice ragione che Leonardo non è un allenatore ma, come abbiamo ripetuto in molte occasioni, un apprendista che sta studiando per diventarlo. L'anomalia consiste nel fatto che questo stage Leonardo abbia potuto svolgerlo con due delle società piu importanti in Europa, come se un neo-laureato in legge potesse diventare subito giudice della Corte Costituzionale. L'altra anomalia risulta che Leonardo, questo tirocinio dorato, nemmeno volesse svolgerlo: Galliani ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie per convincerlo perchè lui aveva propositi ben diversi ed un posto già assegnato nella Federazione brasiliana per preparare i mondiali del 2014. L'equivoco è stato prolungato da Moratti che, nella affrettata ricerca di una svolta, ha permesso a Leonardo di infrangere la promessa, fatta a se stesso ed ai giocatori del Milan, che mai si sarebbe riaccomodato su una panchina. I nodi sono venuti al pettine ancora una volta e Leonardo, allenatore per caso che però cattura l'occhio perchè è intelligente, elegante, simpatico e poliglotta, dal prossimo anno potrà tornare all'occupazione a lui piu congeniale come la ricerca di talenti nel paese natìo, ragazzi che come lui sanno "dare del tu" al pallone. La caccia al successore si è appena aperta e andrà avanti ancora a lungo. Luciano Spalletti sarebbe la soluzione ideale, ma occorrerà capire i piani dello Zenit e quelli del tecnico di Certaldo, lui sì allenatore per vocazione e non per necessità o improvvisazione.

Philippe Mexes, svaniti gli obblighi di riserbo, ha svelato il classico segreto di Pulcinella affermando che, smaltito il grave infortunio al ginocchio, indosserà una maglia differente da quella della Roma. Il francese giocherà nel Milan, un percorso a tutti noto da almeno tre mesi cui la contingenza ha conferito i connotati dell'ufficialità prima del tempo. Complimenti ai rossoneri che ingaggiano gratis un centrale validissimo, ancora relativamente giovane e che accanto a Thiago Silva o Alessandro Nesta saprà correggere gli svarioni che negli anni hanno minato la sua presentabilità come interprete di livello assoluto nel ruolo. Un altro galletto è in lista di sbarco dalla Capitale: Jeremy Menez, per alcuni è un fenomeno, per altri un elemento scostante e fumoso, in ogni caso il contratto in scadenza tra un anno impone soluzioni a breve termine, così come per De Rossi, anche se per il centrocampista azzurro esistono una serie di valutazioni completamente diverse.

Un ultimo dato che emerge dall'infausta serata di San Siro: lo Schalke 04 ha schierato in campo tre giovani dell'88, Uchida, Höwedes e Schmitz, il '91 Matip, un '92 (Papadopoulos) e addirittura il minorenne Draxler, e si è guadagnato l'accesso alle semifinali. In Italia questi ragazzi, nella migliore delle ipotesi, graviterebbero ancora in Lega Pro o nella Primavera. Come ad esempio il Cagliari che all'astro nascente dell'Uruguay, Pablo Ceppellini, per ora si limita ad offrire un posto nelle giovanili, lo stesso garantito al ventottenne Federico Marchetti, tre apparizioni in Sudafrica, ma la sua presenza va addebitata a tutt'altra motivazione, pur sempre riconducibile alle storture del nostro calciomercato.