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Sogni spezzati e realtà emergenti

Sogni spezzati e realtà emergenti TUTTO mercato WEB
© foto di Giacomo Morini
martedì 14 agosto 2012, 18:002012
di Alessio Calfapietra

Sarebbe sin troppo semplice sostenere che in questa sessione di calciomercato le tre regine del calcio italiano sono state costrette ad un brusco risveglio. Come quando sei immerso in un sonno prodondo e vieni scosso da qualcuno perchè devi andare al lavoro. Ma è la fotografia piu' immediata e veritiera.
L'Inter ha inseguito per mesi Lucas e, una volta rotto il salvadanaio, è arrivato il Paris Saint Germain che in poche ore ha messo sul tavolo 43 milioni di euro, prendendosi anche il lusso di lasciare il giocatore in Brasile altri sei mesi.
La Juventus ha riacceso il ritornello annuale del top player identificato di volta in volta in Suarez, Van Persie, Jovetic e Dzeko. Una curiosa tempistica ha ravvicinato il rinnovo dell'uruguaiano al trasferimento di Van Persie al Manchester United, creando un doppio, brusco risveglio per la Vecchia Signora, quasi traumatico se si considera che Jovetic non si muoverà da Firenze ed agguantare Dzeko sarà difficilissimo. Nel frattempo, dopo una lunga trattativa, è stato acquistato Gabbiadini. Non è esattamente la stessa cosa, tanto piu che il neo-azzurro farà immediatamente le valigie per Bologna.
In casa Milan il sogno è sempre quello del ritorno galactico di Kakà. Un'impresa ai limiti dell'impossibile per motivi economici. E per qualche remora di ordine tecnico. Se questa operazione verrà conclusa al fotofinish, tutte le parti in causa avranno fatto dei sacrifici enormi, in primis il Real Madrid che regalerebbe un calciatore tre anni (difficili) dopo aver scomodato il leggendario Di Stefano a consegnare la camiseta blanca a Kakà nel bel mezzo di una cerimonia hollywoodiana. Intanto il Milan sostituisce Thiago Silva con Zapata appena retrocesso con il Villarreal. Non è molto, ma ha il pregio di essere gratis.

Per una volta parleremo del mercato delle altre. Realtà emergenti e realtà che lasciano spazio ai dubbi.
La Fiorentina aveva urgente bisogno di una Primavera viola, e la rivoluzione - dolce - è quasi giunta al compimento. La famiglia Della Valle veste i panni del condottiero, rimontato in sella con ritrovato entuasiasmo e volontà di investire, i generali promossi sul campo Pradè-Macia stanno dirigendo le operazioni con maestria e preparano il materiale umano per Vincenzo Montella, uno dei tecnici piu' promettenti del panorama italiano e la miglior scelta possibile per il nuovo corso fiorentino.
Un organico rinnovato parte anzitutto dalle cessioni. Via tutti i calciatori in scadenza: Boruc, Natali, Kroldrup, Marchionni, Gulan ed Amauri, un sollievo per le casse con l'unica dolorosa eccezione di Montolivo che però era impossibile trattenere. Ceduti a poco o tramite rescissione Gamberini e Kharja, mandato in prestito De Silvestri alla Sampdoria, i tifosi hanno reagito con un certo malumore solo alla partenza di Behrami, economicamente conveniente per la società viola. Tabula rasa o quasi, perchè mancano all'appello il peruviano Vargas ed il brasiliano Felipe, mentre per Cerci e Adem Ljajic il destino oscilla tra conferma e partenza. Tutti i gioielli del vivaio sono andati a farsi le ossa altrove.
Ma la Fiorentina ha dato il meglio di sè in entrata. Era indispensabile trattenere Jovetic e renderlo l'alfiere di un nuovo ciclo senza equivoci e con obiettivi conclamati. Anche se il montenegrino non si è ancora espresso in merito, al momento tutti gli indizi portano ad una sua permanenza. Intorno a lui si sta allestendo una squadra competitiva. Difesa e centrocampo escono nuovi di zecca. Riscattato Cassani dal Palermo, davanti a Viviano si sono piazzati due marcatori implacabili come gli argentini Roncaglia e Gonzalo Rodriguez che si affiancheranno a Nastasic nella linea a tre, fungendo da chioccia ai promettenti Hegazy e Camporese. Traffico e qualità nella linea mediana come richiesto espressamente da Montella: ecco Pizarro regalato dalla Roma e Aquilani che il Liverpool ha ceduto praticamente a titolo gratuito. Accanto a loro giostrerà Borja Valero, vecchio obiettivo del Napoli, giunto in Toscana un pò a sorpresa e che qualora si adattasse in fretta ai ritmi del calcio italiano potrebbe scongiurare la maledizione dei calciatori spagnoli alle nostre latitudini. Sempre a centrocampo la grande scommessa stagionale, vale a dire il talento purissimo del cileno Mati Fernandez, un calciatore dal tasso tecnico elevatissimo, ma che in carriera ha raccolto molto meno di quanto ci si aspettasse. Firenze potrebbe essere l'occasione della grande svolta. L'importante è fargli giungere il pallone tra i piedi, lui saprà inventare ogni volta una giocata da applausi. Sulla destra Cuadrado aspetta di confermare quanto di buono fatto intravedere a Lecce, il suo unico limite è la scarsa disciplina tattica a fronte di notevoli mezzi tecnici e fisici, l'Udinese continua a seguirlo. Della Rocca, elemento polifunzionale, può rivelarsi utile. In avanti ci sono ancora i lavori in corso. Perfezionato l'acquisto con sei mesi di ritardo della seconda punta El Hamdaoui, Montella vorrebbe ad ogni costo Alejandro Gomez, la trattativa con il Catania per ora non decolla, e nel mentre sono spuntate le alternative Babel dell'Hoffenheim e Giovani Dos Santos del Tottenham, due eterne promesse mai definitivamente sbocciate.
La Fiorentina suscita impressioni molto positive, nessuno chiederà lo scudetto o una qualificazione alla Champions League, ma l'impostazione di un nuovo progetto che faccia dimenticare in fretta le ultime due, terrificanti stagioni.

Discorso completamente diverso per la Lazio. Il precampionato è stato da incubo e il mercato risulta immobile ormai da settimane. La sensazione è che il piano iniziale di Lotito sia saltato cammin facendo. Chiara la strategia iniziale: ingaggiare calciatori a costo zero in giro per l'Europa. Così è stato per Ederson, mai veramente esploso a Lione, e così sarebbe dovuto essere per Breno, altro prospetto un pò annebbiatosi nel tempo, con l'accordo concluso ormai da mesi mandato in fumo dalle vicende giudiziarie del calciatore. La stessa mossa adottata per Berbatov, salvo poi scoprire che il Manchester aveva fatto valere la clausola per il rinnovo. Quindi la Lazio ha iniziato a cercare alternative per la difesa e l'attacco, i guai sono iniziati quando si è tergiversato nella scelta del centrale e si è perso tempo dietro il turco Yilmaz che poi è finito altrove. Quindi Tare ha dovuto ripiegare su altri nomi, tanto che a metà agosto la Lazio, eccettuato il ritorno di Zarate, è esattamente la stessa di un anno fa e rischia di perdere anche Diakite. Sussistono inoltre alcuni casi in sospeso da risolvere come Matuzalem e Floccari e qualche esubero da piazzare. Il diesse biancoceleste ha cercato di limare l'ansia dei tifosi per l'immobilismo sul mercato: "La squadra, però, va rinforzata nel modo giusto, non dobbiamo prendere giocatori per fare numero. Dobbiamo intervenire per migliorare la rosa a livello di caratteristiche".
Parole sacrosante, alle quali devono seguire i fatti. Per non vanificare il lavoro di Petkovic, tecnico preparato anche se poco celebrato dai media, ed i risultati ottenuti da Lotito in tutti questi anni. E per onorare la probabile Europa League visto che i sorteggi dei play-off sono stati clementi. I contatti con il Genoa devono proseguire, Granqvist sembra una soluzione piu' convincente delle incognite Xandao e Rever.
Lotito si vanta di non aver operato nessuna cessione, e di questi tempi è un merito non indifferente, Ma è ora di accogliere volti nuovi a Formello. Perchè l'aquila Olympia possa volare sempre piu' lontano e non rimanga invece appollaiata sul trespolo.