Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

Un fulmine a ciel sereno

Un fulmine a ciel sereno TUTTO mercato WEB
© foto di Alfonso Miranda/TuttoMercatoWeb.com
giovedì 7 giugno 2012, 19:302012
di Alessio Calfapietra
Tra poco tornerà attiva la tabella trasferimenti per rendervi aggiornati h24 su ogni movimento di mercato!

Amarsi e dirsi addio. Ezequiel Lavezzi sta per dare il suo secondo commiato al campionato italiano, probabilmente quello definitivo e piu' doloroso. Nel 2005 ha dovuto lasciare il Genoa che sarebbe stato retrocesso d'ufficio, a giorni saluterà Napoli dopo una lunga ed intensa storia durata cinque anni. Non il migliore degli addii, a dire il vero. Lavezzi proviene infatti da una parabola discendente iniziata con la gara di ritorno contro il Chelsea. Quando tutti aspettavano le sue ripartenze per trafiggere i londinesi, l'arma segreta del Napoli ha invece fatto scena muta e gli uomini di Mazzarri sono stati schiantati seppur in rimonta. Da allora tante prove anonime ed un infortunio persistente che ha ridotto al minimo l'apporto dell'argentino nella lotta per il terzo posto.
Infine il guizzo su Storari contro la Juventus, come ultimo regalo. Ma la sensazione che il giocatore lasci Napoli per i soldi è troppo forte e rischia di oscurare quanto di buono c'è stato in questo quinquennio. Nè può consolare l'idea che il giocatore voglia voltare le spalle alla città che lo ha ospitato e amato per così tanto tempo, perchè non si sente sicuro o perchè vuole praticare lo shopping in solitaria. L'amore di Napoli va preso e irradiato nel cuore, ha dei fastidiosi eccessi ma il calore e l'intensità ripagano tutto con gli interessi. Tramortisce ma allo stesso tempo rinvigorisce chi lo riceve.
De Laurentiis vuole giustamente guadagnare solo cash dalla cessione del calciatore. Parigi val bene una vendita, ci sarebbe da dire, se l'emiro può garantire una cifra molto simile alla clausola rescissoria, aggiungendo un paio di amichevoli a beneficio delle casse partenopee. In ultima battuta sono sorte delle incomprensioni sulla modalità di pagamento, ma non dovrebbero esserci problemi dopo che la trattativa verrà ultimata direttamente con la famiglia qatariota che governa il club della Senna. Il Napoli ha fatto la scelta migliore respingendo l'offerta interista perchè in ogni caso è preferibile ricevere unicamente soldi e non contropartite, sulle quali è difficile trovare un accordo e dove le parti in causa tentano rispettivamente di fare il sacrificio minore e l'affare piu conveniente.
Il ricavato dalla partenza di Lavezzi è stato già in parte reinvestito con il riscatto di Goran Pandev, un colpo di assoluto livello se si considera il basso esborso da parte del club campano e la volontà del macedone di abbassarsi l'ingaggio. Sembra esserci piena sintonia tra il riconfermato Walter Mazzarri e la società per il piano di sviluppo tecnico che prevede l'arrivo di almeno un esterno sinistro, un difensore ed un mediano. Il Napoli dispone poi di un tesoretto che si chiama Luca Cigarini, da sempre inservibile ai piani dell'allenatore e utile moneta di scambio per arrivare agli obiettivi prefissati. Uno di questi potrebbe essere Jovetic, in tal caso verrebbe inserito anche l'altro tesoro di Castelvolturno, Lorenzo Insigne, con la differenza che l'asso di Frattamaggiore rinvierebbe di un solo anno il suo approdo in azzurro. Piace anche Gabbiadini, incerto il futuro di Vargas. Il mercato è ai suoi primi palpiti, c'è tempo per vedere nuove trame e suggestioni.

Chi non può finora lamentarsi è L'Inter. Le mosse dei nerazzurri sul mercato sono state fatte oggetto di numerose critiche, ma per quanto fatto ad oggi non si può rimproverare nulla a Branca ed Ausilio. A fine maggio l'Inter ha già messo a tacere la diatriba allenatore rinnovando con Stramaccioni, ha riscattato Guarin - elemento imprescindibile per il futuro - ottenendo un piccolo sconto e si è assicurata Rodrigo Palacio, probabilmente il meglio che, per costi e rendimento, offrisse ad oggi il campionato italiano. Come se non bastasse, sono state poste le basi per il riscatto di Poli dalla Sampdoria e per il ritorno di Mattia Destro a Milano. Niente male, come primo bilancio, anche se resta l'interrogativo, già formulato sul Milan ed Astori, sulla facilità con cui i grandi club si privano dei giovani migliori salvo poi rincorrerli quando hanno dimostrato altrove il proprio valore. Ora è tempo di alleggerire il monte ingaggi disfandosi di cartellini pesanti come quelli di Lucio, Stankovic e Forlan, e di guadagnare il piu possibile dalla partenza di Maicon. Sneijder è incedibile, in entrata l'Inter continua ad inseguire Lucas ma trattare con il Brasile in questo periodo è ai limiti dell'impossibile. Meglio puntare su Coutinho reduce da una corroborante esperienza all'Espanyol. La vicenda Giovinco risulta inestricabile fino a quando Juventu e Parma non avranno risolto la comproprietà. L'Inter deve rigenerarsi e ricostruirsi, i primi passi in tal senso sono stati spesi al meglio e Stramaccioni è un tecnico estremamente bravo e preparato.

Dopo alcuni anni, entrambe le società romane tornano ad avere un allenatore straniero. La Lazio ha accolto un Carneade dalla Svizzera, Vladimir Petkovic, nome semi-sconosciuto che ha un curriculum modesto ma dimostra idee chiare ed interessanti ed una personalità affascintante, riuscirà ad imporla? Ederson e Breno a costo zero sono buoni affari, il bomber Yilmaz va invece valutato alle nostre latitudini, ci sarà infine da decidere il futuro di Zarate e capire le possibili ripercussioni del calcioscommesse. Alla luce delle buone prestazioni rese, Candreva va riscattato dall'Udinese.
La Roma ha riabbracciato Zeman. Tanti sorrisi, applausi, dichiarazioni d'amore e strette di mano. Il boemo torna a Roma a 13 anni dalla sua ultima volta in giallorosso, quando la famiglia Sensi ha deciso di alzare il tiro affidandosi a Fabio Capello. Al di là dei sentimenti, restano diversi discorsi in sospeso. Innanzitutto la Roma deve fare i conti con il fallimento di Luis Enrique e della sua maniera di intendere il calcio che ha convinto in pochi, a noi in primis. Dove sono finite le dichiarazioni di un anno fa, puntualmente disattese? La Roma è arrivata settima, riuscendo a peggiorare il piazzamento di un anno prima quando almeno la scusante era una squadra a fine ciclo. Ma ottanta milioni di euro di investimenti hanno fatto sfiorare il record assoluto di sconfitte (le famigerate 15 nel 2004), la prima mancata partecipazione alle coppe dal 1997 - non che contro lo Slovan Bratislava sia andata meglio - e Daniele De Rossi che reclama l'arrivo di campioni. Il primo step del progetto è andato malissimo, avanti con il seguito. La proprietà americana ha dovuto ricapitalizzare per cinquanta milioni di euro e il budget per questa stagione è stato notevolemente ridotto. Ecco spiegato l'arrivo di Zeman, noto per far rendere spesso i giocatori al meglio delle loro possibilità. Il corteggiamento a Montella è apparso difficilmente spiegabile, un anno dopo la sua prematura cacciata da Trigoria.
Ma non è stato trovato un accordo nè sui compensi nè sugli obiettivi e quindi si è consumato il ritorno di Zeman, il cui credo dovrebbe essere compatibile con il gioco praticato dal predecessore. A parità di numeri in campo, Zeman punta sulle triangolazioni piuttosto che sul gioco in orizzontale ed il possesso palla, ma in difesa rischia di essere ancora meno affidabile di Luis Enrique. L'anno passato a Pescara è stato eccellente, praticamente da manuale, ma non sempre si riesce a creare la giusta situazione e il pieno funzionamento di tutti gli interpreti. L'ultima prova soddisfacente del boemo in serie A risale al lontano 2005, poi da allora sono seguiti campionati inconcludenti con Brescia, ancora Lecce, il disastro alla Stella Rossa e la parentesi contraddittoria di Foggia. Le minestre riscaldate, anche se gli ingredienti sono di buona fattura, rischiano di essere poco appetitose se non addirittura indigeste.