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Welcome back Mr. Balotelli

Welcome back Mr. Balotelli TUTTO mercato WEB
Balotelli e Cassano, presto compagni in rossonero?
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
venerdì 18 marzo 2011, 18:002011
di Alessio Calfapietra

"L'attaccante del Manchester City fa poco per smentire la teoria che i calciatori non sono intelligenti". Questo il commento del Sun a significare lo sdegno e l'imbarazzo per il gestaccio che Mario Balotelli ha compiuto ai danni di un giocatore della Dinamo Kiev, un calcio volante degno di un film sulle arti marziali e non certo il miglior viatico per favorire la rimonta dei citizens in Europa League. L'aggettivo "stupido" compare a più riprese nella stampa britannica e Mario, il potenziale fenomeno che sta cercando di passare dalle parole ai fatti, torna ad essere il "Bad boy" che cerca in ogni modo di gettare alle ortiche il suo talento incalcolabile. Roberto Mancini, suo mentore e sponsor, dopo avergli concesso un'ampia linea di credito, ora non ne può piu', e se l'artefice del trasferimento in Inghilterra molla la presa, significa che la prossima estate Mario tornerà in Italia e con ogni probabilità per vestire la maglia del Milan. Nulla di nuovo, lo scriviamo sin da quando è stato formalizzato il suo passaggio al Manchester City, da noi descritto come una semplice e breve tappa necessaria per smaltire la militanza nell'Inter e rendere accettabile il passaggio da una sponda all'altra del Naviglio. Il City come camera di compensanzione, ricca e stimolante per Mario, ma ciò che ci sorprende è che il frutto di questo rapporto sia striminzito, magro e insufficiente, come nelle peggiori annate funestate dalla siccità. In Inghilterra ricorderanno soltanto l'hat-trick rifilato all'Aston Villa, una sontuosa parentesi di un progetto largamente incompiuto. Lo stesso Raiola, pronto da mesi a riportare Balotelli a Milano, si è lamentato perchè il rendimento del suo assistito è stato inferiore alle attese. La risposta è rimasta impressa nel petto del malcapitato Popov. Chi scrive è convinto che giocatori come Balotelli na nasca uno ogni dieci o quindici anni, e mantiene questa ferma opinione sin da quando nella cagoria degli allievi interisti Mario mostrava la sua assoluta superiorità e, appena sedicenne, al sottoscritto confessava con nonchalance di sentirsi pronto per le big europee. Ma parafrasando un motto in voga alcuni anni fa, il talento è nulla senza controllo. Balotelli deve tenere a freno la sua irruenza e deve iniziare a farlo già in vista del Milan: da quelle parti un altro ragazzo dai problemi comportamentali, Antonio Cassano, ha dovuto mettersi in riga e nessuno può ancora stabilire se questo esperimento avrà successo. L'ambizione di Mario è diventare il calciatore piu forte al mondo, ne ha tutti i mezzi ma per farlo è fondamentale calmare l'ardore che troppo spesso prorompe fuori luogo. Recentemente Balotelli ha detto di essere il migliore in assoluto dopo Messi, in confidenza ci permettiamo di dire che se saprà porre un freno ai suoi eccessi, l'asso argentino del Barcellona troverà molta fatica nel reggerne il confronto.
Complimenti vivissimi all'Inter che ha ottenuto un'impresa contro il Bayern Monaco e, calendario alla mano, si candida senza misteri a confermarsi nelle prime quattro società d'Europa, nella paura-speranza di ritrovare Mourinho nella finale di Wembley del 28 maggio, o di confrontarsi con il Barcellona in una clamorosa rinvincita di cui tutti hanno paura.

Lo Schalke 04 è un avversario morbido, ristagna al decimo posto in campionato ed ha appena cambiato l'allenatore, ma in organico ha degli elementi che possono far male. Come Raul, il sempreverde campione che conosce l'Europa come le sue tasche, o Huntelaar che per i suoi recenti trascorsi milanisti potrebbe gustarsi una sorta di derby posticipato. Neuer è un portiere temibile e la velocità di Farfan può creare qualche problema. In ogni caso è bene convogliare il tifo verso l'Inter, ultima italiana sopravvissuta in Europa, al di là delle polemiche di bottega perchè i nerazzurri, esattamente come lo scorso anno, possono compiere un tragitto salva-ranking a danno delle squadre tedesche. L'Inter, opposta alla squadra dei minatori che nel corso della storia ha riservato gioie e dolori, può dare un contributo per evitare al calcio nostrano una dimensione provinciale e limitata, non saranno certo le soddisfazioni a breve termine del campanilismo a rendere meno amaro un eventuale e prematuro addio dell'Inter alla Champions.
La chiusura incentrata sulla città di Torino. Una volta tanto, entrambe le sue facce appaiono sofferenti. La Juventus, pur nelle migliori intenzioni palesate lo scorso anno, continua a navigare a metà classifica ed il profilo del suo campionato è sempre piu' simile a quello della scorsa edizione, giudicata disastrosa e da riscattare al piu' presto. Marotta e Delneri sono lontanissimi dal ripetere sotto la Mole il miracolo offerto a Genova e stanno suscitando molti dubbi sulla loro adattabilità ai grandi contesti. L'ipotesi Mazzarri al momento è imperscrutabile, bisogna attendere la fine della stagione per fornire le valutazioni in merito, il progetto Napoli non può prescindere dal tecnico livornese e dunque risulterà ben difficile strapparlo alla causa partenopea. Di certo Mazzarri ha avuto successo ovunque è andato, dal Livorno portato in A, alla Reggina mai retrocessa, sino alla Sampdoria balzata in Uefa e ad un passo dalla Coppa Italia, e il suo nome non stonerebbe all'interno della grande famiglia Juventus. La parte granata della città sta a sua volta attraversando un momento buio del quale non si intravede l'uscita. Per quanto riguarda il Torino, una rosa da promozione diretta si ritrova mestamente undicesima, del resto non si può pretendere la pur minima stabilità tecnica se in un anno vengono ingaggiati addirittura 34 giocatori, frutto delle rivoluzioni proletarie e delle controrivoluzioni borghesi operate da quando Petrachi si occupa in via esclusiva del mercato. Se i risultati non migliorano pur avendo smantellato tutto piu volte e ben tre allenatori si sono incartati nel tentativo di capirci qualcosa, visto che è impensabile disfarsi dell'intero organico in una sola volta, consigliamo le dimissioni di chi ha gestito la disfatta, vale a dire Cairo ed il buon Petrachi, ma occorre fare presto perchè i play-off non aspettano soltanto in virtù della storia e del blasone: corrono via velocemente.