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Abatantuono: "Tifoso del Milan grazie a mio nonno, Rivera e Padre Pio"

Abatantuono: "Tifoso del Milan grazie a mio nonno, Rivera e Padre Pio"TUTTO mercato WEB
mercoledì 25 dicembre 2013, 06:002013
di Chiara Biondini
fonte Di Alessio Calfapietra per TMWmagazine.com

Ogni volta che la violenza funesta gli eventi sportivi, proviamo un sincero fastidio che si mischia ad una sensazione di schifo crescente. Eppure Diego Abatantuono è riuscito a dare della violenza una versione così parodistica ed esilarante che lo stereotipo dell'ultras manesco, volgare, così falso e così reale, continua a mietere risate ancora oggi e a suo modo ci fa rimpiangere un tempo dove la qualità del calcio, e forse anche del cinema, era superiore. Il Milan sta affrontando un periodo terribile, con la peggior partenza in campionato da oltre trent'anni, assetti societari in subbuglio ed Allegri perennemente appeso ad un filo. Serve l'ironia e la competenza di Diego per fotografare al meglio lo sconfortante momento rossonero. La presentazione del libro autobiografico "Ladri di cotolette", una gustosa raccolta di aneddoti cinematografici e ricette da leccarsi i baffi scritta insieme a Giorgio Terruzzi, ne è l'occasione. Il capo ultras milanista lo conosciamo tutti, nella realtà che tipo di tifoso è Abatantuono? "Bella domanda, sono un tifoso pacato, attento e ragionante, che capisce di calcio al contrario di molti che fanno i tifosi perché gli piace farlo ma che di pallone non se ne intendono".

Come è diventato un fan del Milan? "Quando ero piccolo, mio nonno ha perso il portafoglio in casa, io l'ho raccolto e all'interno c'erano due foto, una di Padre Pio e l'altra di Rivera, allora ho chiesto al nonno chi fosse quel signore e lui mi ha risposto: "Un uomo che fa miracoli" e l'altro? "Un popolare frate pugliese"...da quel momento ho scelto i colori rossoneri".

Qual è il ricordo migliore che conserva da tifoso? "Ce ne sono talmente tanti, ma se proprio dovessi scegliere direi la finale a Barcellona contro lo Steaua Bucarest".

Veniamo all'attualità. Forse questa estate Allegri non andava confermato? "Se me lo avessero chiesto allora avrei risposto, farlo adesso sembrerebbe una cosa poco simpatica verso l'allenatore. Resta il fatto che Allegri avrebbe dovuto spiegare come mai senza colpo ferire ha lasciato partire Pirlo, come mai faceva scaldare Inzaghi fino al novantaduesimo senza poi schierarlo, come mai non ha detto niente per la partenza di Ibrahimovic (che mi è dispiaciuta parecchio), Thiago Silva, Seedorf e di molti altri giocatori, alcuni ceduti per gli introiti elevati, altri invece senza una spiegazione. Faccio l'esempio di Seedorf che per una squadra come la nostra sarebbe stato grasso che cola, a questo punto non posso essere estimatore di una persona che non mi spiega certe scelte, mi sembra sia un aziendalista e siccome sono in disaccordo con le scelte dell'azienda di questo periodo, fai un po' tu...".

Nella diatriba tra Barbara Berlusconi e Galliani come si schiera? "Non conosco Barbara Berlusconi, conosco poco Galliani, conosco abbastanza quello che ha fatto, le cose giuste si sanno, quelle sbagliate anche, uno può sbagliare come azzeccare, certo il Milan era il fiore all'occhiello di tutto l'ambaradan, ora forse non lo è più, devo dire che comunque abbiamo passato molti anni divertendoci parecchio, e di questo siamo grati".

Balotelli le ha fatto perdere la pazienza? "No, non mi ha fatto perdere niente, io non sono mai stato un grande ammiratore di Balotelli, parlo del giocatore e non del gossip, secondo me un grande calciatore deve rendere a tempo pieno, e non fare una partita ogni tanto. Ho visto giocare il mio idolo Rivera, Rosato, Gullit, Van Basten, Rijkaard, Baresi ed Ancelotti, quindi prima di emozionarmi con Balotelli ci vuole molto, fino ad adesso non mi ha mai divertito, a differenza di El Shaarawy".

Il "Piccolo Faraone" va recuperato. "Qualcuno sa cosa gli è preso? Credo nessuno.. in ogni caso preferisco lui che so quello che può fare, rispetto ad uno che ancora non mi ha ancora dato tutto, se dipendesse da me però li terrei entrambi".

Dall'altra parte del Naviglio c'è l'Inter che ha appena cambiato gestione. "Dall'altra parte del Naviglio c'è una polpetteria, "The Meatball Family" (locale appena aperto da Abatantuono e soci, ndr) dove vendono il mio libro "Ladri di cotolette", questo mi interessa davvero, di Balotelli non me ne può fregar di meno, mi ha veramente rotto le scatole, si parla solo di lui, perché bisogna parlare così tanto di uno che ha segnato sei goal in due anni? Secondo me si è stancato pure lui di tutto questo".

Cosa pensa dell'Inter passata agli indonesiani? "Mi sembra una bella idea, ma soprattutto l'Inter ha un bravo allenatore che sta dimostrando sul campo di essere uno capace e infatti il gioco sta migliorando. Del lato economico non so cosa dire, non essendo un commercialista, ma adesso i nerazzurri hanno un bravo tecnico ed è quello che conta".