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Alfano: "Le società non vogliono avere a che fare con tifoseria violenta"

Alfano: "Le società non vogliono avere a che fare con tifoseria violenta"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 5 maggio 2014, 11:052014
di Chiara Biondini

Il Ministro dell'Interno Angelino Alfano è intervenuto questa mattina ai microfoni di RTL 102.5 durante "Non Stop News" a proposito dei fatti accaduti sabato a Roma in occasione della finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli.

Perché il Napoli sostiene di non aver mandato Hamsik a parlare con la curva? Parliamo delle commistioni società - gruppi di tifo organizzato ?
"Noi abbiamo un'idea molto chiara, cioè che le società sono sane, non vogliono avere a che fare con la tifoseria violenta, ne sono convinto. Deve essere lo Stato ad aiutare le società ad emanciparsi anche da forme di condizionamento che possono venire fuori dalla tifoserie violenta e lo stato deve farlo con misure forti, basta impunità nei confronti di chi compie questi atti di violenza allo stadio e l'altro elemento di aiuto alla società è la organizzazione dei servizi in congiunta con le forze di polizia che possa creare una bonifica preventiva degli stadi. Relativamente alla domanda sul Napoli sono convinto che il fatto di aver dato una rassicurazione, di aver girato cioè un'informazione, abbia consentito di stemperare una tensione che si era determinata per comportamenti che si erano verificati a 3 o 4 km, è stato il concatenarsi delle notizie e delle sensazioni che ha determinato il credere fosse in corso una faida tra Napoli e Fiorentina che non era invece in atto".

Lei cosa ha provato, da cittadino italiano, nel vedere un capitano di una squadra di calcio, il Questore, il Prefetto, i suoi emissari, dover parlare con un soggetto a cavalcioni di una ringhiera, con una maglietta che da sola meriterebbe punizione.
"Innanzitutto quella maglietta mi ha indignato e mi ha portato ieri a telefonare alla signora Marisa Grasso, vedova Raciti, dicendole che ci sentiamo tutti Filippo Raciti e che pensiamo che quegli uomini in divisa rappresentati anche dal sangue versato da suo marito sono gli uomini che dobbiamo stimare, ai quali essere vicini, e noi come Governo siamo stati vicini agli uomini in divisa esattamente con 700 milioni in più di stanziamenti durante la legge di stabilità per l'anno 2014. Questo è stato il nostro segno concreto di vicinanza alle divise e per me che l'onore di queste divise venga messo continuamente in discussione, io sto dalla loro parte senza dubbi. Per il resto è evidente che si tratta di condizioni e situazioni eccezionali, dove dentro uno stadio di calcio gli operatori sono costretti a fare i conti anche con la logica della riduzione del danno e alla logica del contenimento di una possibile esasperazione della tensione su 60.000 presenti. Sono momenti delicatissimi da gestire. L'unica certezza è che l'ordine pubblico era garantita sia fuori che dentro e che quello verificatesi ad alcuni km dallo stadio non aveva nulla a che fare con la partita e che noi eravamo in grado di disputare in considerazioni di sicurezza la partita. Questa è la comunicazione data e che noi come Stato, ovviamente la valutazione tecnica l'hanno fatta gli operatori della sicurezza, il prefetto, il questore".