Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

Alfredo Pedullá: "Pirlopoli"

Alfredo Pedullá: "Pirlopoli"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
martedì 2 dicembre 2014, 08:112014
di Redazione TMW
fonte Alfredopedulla.com

Chiamasi Pirlopoli l'era calcistica caratterizzata solo ed esclusivamente dalle geniali trovate del signor Andrea. Per tutti il Maestro. L'uomo che, nascendo trequartista, immaginava che prima o poi - molto presto - qualcuno lo avrebbe portato in mezzo al campo. Per dargli le chiavi e per dirgli "fai tu".
La spettacolare giocata che ha consentito alla Juve di vincere - in dieci - il derby quando l'arbitro aveva ormai il fischietto in bocca consente di ribadire alcuni concetti. E magari di rinfrescarne altri. Il più importante: a 35 anni Pirlo appartiene a quella razza non estinta che vive per il calcio e che fa la differenza al semplice pensiero. Se continuasse così, magari scoprirebbe presto di non avere troppa birra, ma sarebbe sempre indispensabile. Un po' come Totti che a 38 gioca con il sigaro in bocca e senza la minima intenzione di imboccare il viale del tramonto. Forse non è troppo casuale che la "meraviglia" di Andrea sia arrivata nella stessa giornata che ha poi visto Francesco fare un assist da terra e in condizioni impossibili di equilibrio. Pjanic trascorrerà l'intera settimana a pensare come il suo capitano sia riuscito a recapitargli un pallone che gli ha permesso di tirare una sassata, a pochi metri da Handanovic. A Roma sono ormai abituati, dovrebbe esserlo anche l'artista Miralem.
Ci scuserà Galliani, eccellente dirigente, ma ogni volta che Pirlo confeziona un numero del genere continuiamo a pensare che perderlo a parametro zero sia stato non soltanto un bagno per il Milan. Ma soprattutto uno degli errori più clamorosi degli ultimi vent'anni di mercato. È curioso che ora a ritrovarselo sia lo stesso intelligente allenatore, Max Allegri, che quando respirava rossonero aveva un po' oscurato il ragazzo di Brescia. Pur stimandolo, come ci ha tenuto in seguito a specificare. E la gestione di Andrea in casa Juve è quella di uno stratega interiormente convinto che l'indicazione data a suo tempo in sede di mercato era al cento per cento sbagliata. Il pentitismo rende gli uomini più umani. Nel senso che oggi Andrea resta, ovvio, in cima a qualsiasi valutazione tecnica di Max.

Se bisogna trovare il genio, urge passare da Pirlo. Quando è necessario sbloccare, chiamate Andrea. Per l'ultima disperata offensiva, affidatevi a lui com'è accaduto contro il Toro.
Tornando a Galliani, non se la prenda, ogni volta che il suo ex riferimento inventa calcio e regala magie è come se qualcuno gli chiedesse un risarcimento. Magari Berlusconi che avrebbe dovuto - da competente - bloccare quella folle scelta di perderlo a parametro zero. Liberarlo nel 2011, a 32 anni appena compiuti, sapendo che sarebbe andato alla Juve, è stato un colpo con la stessa eco ma dagli effetti opposti avuta quando a Milanello sbarcò Van Basten. A 32 anni uno come Pirlo va coccolato, tutelato e prolungato (il riferimento è al contratto). A costo, eventualmente e sperando di no, di metterlo sul mercato. Come minimo il Milan ci avrebbe ricavato un mucchio di milioni, in tanti (Real di Carletto in testa) gli avrebbero fatto prima o poi la corte. Ma sdoganarlo come un pre-pensionato è qualcosa da feroce mal di testa nei secoli.
Quando, tra vent'anni, riscopriranno Pirlopoli con nostalgia, forse non basteranno i dvd per rendere l'idea. Di sicuro aumenteranno i nostalgici, spopoleranno i dibattiti, magari il regista sarà un ruolo in via di estinzione, oppure il 4-4-2 o il 3-5-2 verrà interpretato in un altro modo. Ma proprio perché Andrea è il calcio, non ha bisogno di essere catalogato: infatti, nasce trequartista per diventare metronomo. Se tanto ci dà tanto avrebbe potuto agire da esterno d'attacco o da prima punta con i medesimi risultati.
Pirlopoli resta e sarà un momento irripetibile, come quelle poesie raccolte in un volume e pronte a resistere - nel tempo - a qualsiasi scaffale impolverato. Ecco perché non è una tendenza, neanche una promessa di chissà cosa. Piuttosto, per chi ama il calcio, una fantastica sentenza.

© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport