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Andrea Abodi: "Non mi piacciono le curve chiuse"

Andrea Abodi: "Non mi piacciono le curve chiuse"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 24 febbraio 2014, 17:132014
di Chiara Biondini

"Non mi piacciono le curve chiuse. Certe decisioni sono delle caricature". Il presidente della Lega Serie B Andrea Abodi è intervenuto questo pomeriggio ai microfoni di Rete Sport

Presidente, oggi la Lega Serie B è protagonista di una bella iniziativa, di apertura ad anziani e a bambini da parte delle amministrazioni comunali delle città che ospitano le vostre società:
"Leggiamo che il calcio è di chi lo ama: bisogna dimostrare che il calcio non è un elemento a sé stante. Oggi abbiamo 22 maglie che testimoniano la vicinanza al bambino, la novità è che avviene nella stessa giornata in contemporanea".

In una giornata come questa è difficile sentire la vicinanza del calcio alla gente. Forse, per quello che ha dimostrato alla Lega di B servono personaggi come Lei per cambiare qualcosa.
"Grazie. C'è bisogno di buonsenso e responsabilità. Il calcio è un settore dove si salvaguardano bene i diritti ma molto meno i doveri. Ognuno adesso deve dimostrare se è al servizio di questo fenomeno straordinario o se vuole solo usarlo. Noi ci muoviamo su questi presupposti. Capisco lo stato d'animo dei tifosi della Roma, e condivido anche molte cose. Non siamo riusciti a fare un salto di qualità, bisogna ricercare sempre più la responsabilità soggettiva, pur nell'ambito di quella oggettiva, che resta presupposto fondamentale. Non vorrei si cadesse nel vittimismo, ma vedere le curve chiuse non mi piace, anche se ritengo che certe decisioni su temi seri come la discriminazione razziale e territoriale siano solo delle brutte caricature".

Può spiegare lei, visto che noi adesso fatichiamo a farlo, che il cosiddetto "Palazzo" del calcio non è gestito con logiche politiche?
"Sono un inguaribile ottimista e ho ancora una visione romantica della vita e del calcio. Se vedessi qualcosa di diverso lo direi immediatamente".

Lei nutre l'ambizione di passare alla Lega di serie A?
"La mia massima ambizione è continuare a lavorare bene, poi spero che anche i fatti consentano una valutazione quando sarà il momento, tra tre anni. Per ora svolgo la mia funzione in serie B che non è un elemento "appeso", ma fa parte del sistema calcio. Un anno fa non è andata, è stato eletto un presidente che va rispettato e aiutato a capire che il calcio è un fenomeno sportivo prima di tutto sociale e che può diventare anche un grande fenomeno finanziario. Se pensiamo che sia solo questo terza cosa perdiamo gli elementi che hanno fatto del calcio quello che è".