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Antognoni: "Non so se rifarei quella scelta di rimanere a vita a Firenze"

Antognoni: "Non so se rifarei quella scelta di rimanere a vita a Firenze"
lunedì 31 marzo 2014, 12:132014
di Chiara Biondini

"Oggi non so se rifarei quella scelta di rimanere con la Fiorentina a vita. Tante cose sono cambiate, ora i giocatori sono più indipendenti e autonomi e non ci sono più certi vincoli. Feci una scelta di cuore e di vita, per attaccamento alla maglia e alla città. Con le sirene che ci sono in giro, adesso il giocatore è molto tentato e paragoni con il passato non si possono fare". Queste le dichiarazioni di Giancarlo Antognoni, ex bandiera della Fiorentina che domani compie 60 anni, ospite questa mattina ai microfoni di Massimo Boccucci a "Pezzi da 90" sull'emittente umbra Radio Onda Libera.

Cosa le suscita la consegna delle chiavi della città domani a Palazzo Vecchio?
"E' un riconoscimento importante e che mi rende orgoglioso. Ringrazio il Comune di Firenze. Ci tengo particolarmente ed è particolare il fatto che ci sia il patrocinio di Matteo Renzi che adesso è presidente del consiglio".

Lei è nato a Marsciano ed è partito dall'Umbria: cosa le è rimasto delle sue origini?
"Quando erano in vita i miei genitori venivo spesso, ora meno. Ci sono i parenti e gli amici che vedo e sento con piacere quando c'è l'occasione. Mi porto dentro i ricordi di gioventù e sono tutti positivi. Le radici ti restano sempre".

Domani pomeriggio a Palazzo Vecchio ci sarà anche Prandelli: ha qualche suggerimento per lui in vista del Mondiale?
"Non ne ha bisogno, sta facendo un ottimo lavoro e sono convinto che sarà così anche per il Brasile. E' difficile il suo ruolo, è difficile accontentare tutti. Io ho preferito fare il dirigente che l'allenatore, un mestiere sempre difficile. Farà di testa sua, come è giusto che sia".

Chi può essere il nuovo Antognoni azzurro in Brasile?
"Il numero 10 è penalizzato in questo momento storico, è un ruolo carente. Non vedo particolari giocatori in circolazione con certe caratteristiche, ci sono elementi e giovani interessanti. Potrei fare qualche nome: Montolivo, Aquilani e l'emergente Bonaventura di cui parlano tutti per quanto di buono sta facendo con l'Atalanta. Sono le caratteristiche di un centrocampista moderno sono queste".

Porterebbe Totti al Mondiale?
"Se avesse qualche anno di meno volentieri, sarebbe scontato e neanche se ne discuterebbe. Bisognerà vedere a giugno come sta. E' un giocatore importante che sta giocando su altissimi livelli. Se rimane in questa condizione un pensiero credo che si possa fare".

C'è qualcuno che ancora oggi le chiede come mai ha giurato amore eterno alla Fiorentina?
"Quasi tutti quelli delle altre squadre, gli avversari. Il mio è sempre stato un legame speciale, diverso. Ho fatto una scelta di vita".

La sua Viola di oggi com'è?
"Una buona squadra che da due anni sta facendo molto bene. Spero che prosegua così. Può competere ancora di più se tiene i migliori e prende gli uomini giusti per migliorare la base che ha".

Se Della Valle la chiamasse per un incarico, tornerebbe subito?
"Sono passati 11 anni, troppo tempo. E' difficile che Della Valle pensi e si ricordi di me. L'importante è che si ricordino i tifosi. Sono passati 11 anni, troppo tempo. Me ne sono fatto una ragione. E' un pensiero che mi pongo, però ricopro un incarico dirigenziale con le nazionali giovanili. Il pensiero rimane Firenze però ci sono anche altre opportunità nel calcio".

Lei è tra quelli che considera il calcio italiano a un livello basso?
"Il nostro calcio non è più come quello di alcuni anni fa quando il potere d'acquisto era diverso. Dall'estero vengono a prendere i nostri giovani e noi prendiamo giocatori dall'estero. Abbiamo perso giocatori importanti. Le società stanno guardando altri orizzonti e i settori giovanili che mi pare la cosa migliore".