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Avellino, Rastelli può sorridere nonostante un pareggio che sa di beffa

Avellino, Rastelli può sorridere nonostante un pareggio che sa di beffaTUTTO mercato WEB
© foto di Prospero Scolpini/TuttoLegaPro.com
sabato 1 marzo 2014, 20:162014
di Stefano Sica

Un pareggio che sa di beffa per l'Avellino. Assolutamente ingeneroso per quanto prodotto dai biancoverdi per tutto l'arco del match. Pescara con Cosmi all'esordio sulla panchina biancazzurra ma troppo rinunciatario al cospetto degli irpini, che dominano la contesa e vengono puniti all'ultimo respiro soltanto da una prodezza di Caprari imbeccato da Brugman. Lo schieramento più audace scelto da Rastelli rispetto alle apparizioni precedenti, con la rinuncia ad un incontrista e l'impiego di Ciano alle spalle del duo Castaldo-Galabinov, rende l'Avellino più bello e intraprendente. Il campo infame del Partenio, reso una risaia dalla pioggia abbondante abbattutasi sulla città irpina fino a pochi minuti prima del match, non limita i Lupi che, anzi, riescono a proporre un buon fraseggio costringendo il Pescara, posizionato sul 3-5-2, alla difensiva. Un paradosso per l'Avellino che, in altre apparizioni precedenti tra le mura amiche, aveva lasciato spesso l'iniziativa agli ospiti prima di venire fuori alla distanza. Tante le occasioni create dai biancoverdi, finalizzate dal colpo vincente nella ripresa di Fabbro su maestosa pennellata di Ciano. Persino l'1-0 sarebbe andato stretto ai Lupi, che hanno continuato a comandare le operazioni del gioco con un Pescara che, fino al gol del pari, aveva creato un solo grattacapo a Terracciano grazie ad una conclusione velenosa di Ragusa.

Poi il buco difensivo, davvero inspiegabile, che ha lasciato una prateria a Caprari per il sigillo del pari. Di positivo per l'Avellino resta però una prestazione sontuosa, intrisa di rabbia agonistica e, per certi tratti, di un gioco davvero piacevole. Bene il duo Arini-Schiavon in mediana così come Ciano, impeccabile Bittante con Castaldo solito gladiatore. Più opaco Galabinov, che ha la colpa di intestardirsi troppo nelle iniziative personali. Una performance che zittisce critici e diffidenti, in linea con quanto fatto intravedere a Varese, dove il direttore di gara aveva privato con un errore marchiano gli irpini di un successo sacrosanto. E' stato senza dubbio il miglior Avellino della stagione che, mai come ora, può assimilare la convinzione definitiva di poter lottare per la massima serie fino all'ultima giornata.