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Barletta, Corda: "Tre giorni da incubo. E senza una prova"

Barletta, Corda: "Tre giorni da incubo. E senza una prova"TUTTO mercato WEB
© foto di Anto.Abbate/TuttoLegaPro.com
sabato 30 maggio 2015, 00:582015
di Antonio Vitiello

Ninni Corda ha voluto rompere il silenzio, raccontando la sua verità. L'allenatore, reduce dalla stagione a Barletta, è stato coinvolto nell'ultimo scandalo scommesse. Arrestato il 19 maggio, scarcerato il 22. E ora ha raccontato in esclusiva al sito alfredopedullà.com quanto accaduto. "Sono stato coinvolto in situazioni che non mi competono. Sono stato tirato dentro semplicemente sul millantato da parte di gente che ha minacciato, sul passaparola, di farmela pagare perché non mi sarei prestato a certi giochini. Ma per fare un illecito sportivo bisogna essere coinvolti: non è il mio caso. Se trovassero uno straccio di prova, oppure un mio calciatore in grado di sostenere simile tesi, mi farebbero smettere. E sarebbe giusto. Ma se esistesse il minimo sospetto, sarei io a smettere. Ho ascoltato alcune parole sagge, di chi giustamente sostiene che un allenatore o un direttore sportivo non possa alterare qualsiasi risultato senza la compartecipazione dei calciatori. E allora, di cosa stiamo parlando? Sono stato chiamato in causa in tre partite del Barletta, senza che ci fosse un piccolo riscontro. E infatti dopo tre giorni mi hanno mandato a casa. Ma sono stati tre giorni durissimi per me: sono venuti a prendermi alle cinque di mattina a Savona, dove vivo.

Pensavo fosse accaduto qualcosa di grave a un mio parente, non riuscivo a capire. Mi sono spaventato davvero, ero allibito. Mi hanno portato via i cellulari, giustamente dovevano fare il loro lavoro, si sono comportati bene e con grande civiltà. Mi ha fatto male che abbiano sequestrato anche i tablet delle mie bambine, un trauma anche per le persone che mi stanno vicine. Ho fiducia nella magistratura, ma detesto i moralisti perché il più pulito ha la rogna... Ci sono personaggi che fanno davvero male al calcio, non aggiungo altro. Se ho ricevuto minacce? Non è giusto che risponda a questa domanda, ci sono gli atti e le intercettazioni. Io non ho fatto nulla. Sono arrivato a Barletta il 15 marzo, in precedenza non avevo avuto alcun tipo di rapporto con i tesserati che ho trovato. Come avrei potuto coinvolgere in un paio di settimane gente che non conoscevo e che tra l'altro era legata al vecchio allenatore Sesia? Per me conta soltanto il lavoro sul campo: negli ultimi anni ho vinto campionato e coppe con Alghero, Como e Savona, certe salvezze per me valgono come un trofeo. Adesso sono un appestato, un manipolatore di partite, senza una prova una ma sono fiducioso. Conosco il mondo del calcio, infatti da un paio di settimane mi telefonano soltanto giornalisti e amici, i presidenti sono spariti, so che questa storia potrebbe rovinarmi perché io sono soltanto allenatore e non immagino un futuro diverso. Però adesso ho un desiderio: che venga fuori tutta la verità".