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Bucchioni: "Batistuta e quella pazza voglia di Fiorentina"

Bucchioni: "Batistuta e quella pazza voglia di Fiorentina"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
martedì 3 dicembre 2013, 20:172013
di Redazione TMW.
fonte Enzo Bucchioni

Serata di festa, dedicata a Bati. La festa del gol. Va bene segnarne quattro, un po' meno bene subirne tre. A meno che non si prenda per buona una vecchia massima del barone Liedholm che si preoccupava poco delle tattiche e spiegava lapalissianamente .

Per una notte va bene così anche se il centrocampo in fase difensiva non ha mai preso le misure al Verona, Neto è sembrato Neto e qualche giocatore comincia a fare più per sé che per la squadra. Vero Cuadrado? Le scusanti ci sono, come l'infortunio nel riscaldamento a Pizarro, la notte insonne di Ambrosini alle prese con un'influenza gastrica e la squalifica di Aquilani. Come dire Fiorentina senza mezza cabina di regia. E poi quel clima di gioia, contagioso, per il grande ex che tornava. I tanti gol, in fondo, forse hanno fatto piacere a Bati uno che se ne intende.

Comunque la vittoria è arrivata, la partita non è mai stata in discussione anche se con qualche sofferenza e i tre punti hanno permesso di agganciare l'Inter e di mettere nel mirino il Napoli e la Roma.

Domenica si gioca alle 12,30, partita vera contro una squadra vera che sa giocare al calcio con tecnica ed equilibrio. Servirà un'altra Fiorentina rispetto a quella di ieri sera, è quasi una prova di maturità per valutare i progressi fatti fino ad oggi e mettere sul tavolo tutte le ambizioni di Champions. In genere certi appuntamenti i viola non li sbagliano, hanno giocatori di grande personalità che si esaltano nelle grande sfide.

Tanto per parlare di tattica, domenica è una partita da 4-3-2-1 con tutti e quattro i centrocampisti a rombo (Pizarro se recupera come pare, Ambrosini, Aquilani e Borja Valero vertice per inserirsi) più Cuadrado con Rossi unica punta. Ma c'è tempo.

Dovrebbe esserci in panchina un'arma in più chiamata Mario Gomez. Il tedesco è tornato dopo una settimana a casa e i controlli effettuati hanno dato gli stessi risultati ottenuti in Italia dai medici della Fiorentina: il ginocchio è guarito, l'operazione perfettamente riuscita, e con i dolori e i dolorini dovrà convivere almeno nella prima fase della rieducazione e della riabilitazione.

Da oggi Gomez sarà in gruppo, farà più o meno tutto e una settimana di lavoro dovrebbe consentirgli di essere convocabile per andare almeno in panchina e all'occorrenza giocare per una mezz'oretta. Vedremo.

In settimana a conoscere Gomez e tutta la Fiorentina , a salutare il suo vecchio compagno Montella, andrà anche Batistuta. Si è fatto convincere, sarà ai campini per una bella rimpatriata. La sua energia positiva, il suo carisma faranno sicuramente piacere e daranno la carica a tutti. Proprio al tedesco Bati potrà spiegare tante cose di Firenze, Gomez ha tutto per entrare nel cuore della gente come è successo con l'argentino. A proposito, Bati con i dolori ha giocato una vita. Le infiltrazioni erano il suo pane, ora con le caviglie sta un po' meglio, dopo due operazioni almeno riesce a camminare senza troppa sofferenza.

E la nostalgia di Firenze è tanta. Soprattutto la moglie Irina ha tanta voglia di tornare a vivere in una città che ama e si è goduta poco ai tempi della popolarità del marito e del troppo affetto che lo imprigionavano.

Simpatico l'incontro con il presidente Della Valle nei corridoi del Franchi, con l'impegno di rivedersi, di far qualcosa, anche in Argentina. Un grande personaggio e una bella faccia come quella di Bati possono fare tanto per il calcio e per la Fiorentina. Chissà. Batistuta avrebbe voglia di fare l'allenatore, gli sta tornando l'amore per il calcio dopo qualche anno , magari potrebbe restare a Firenze per fare il supercorso master a Coverciano.

Tutte idee nate in uno straordinario pomeriggio iniziato nel salone dei 500 in Palazzo Vecchio quando chi vi scrive ha avuto l'onore di leggere le motivazioni che hanno dato a Batistuta un posto tra i più grandi di sempre del calcio italiano. Una enorme emozione che ha preso tutta la sala, chi c'era ha toccato con mano, a cominciare dal sindaco Renzi che ha consegnato il premio, cosa significhi essere un grande uomo oltre che un grande giocatore. Batistuta ha lasciato un segno profondo fatto con i gol, ma anche con il cuore, la volontà e il fair play. Valori veri che Firenze sa distinguere e amare.