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Calcio2000: Antonio Candreva: "Alla Juve forse sono arrivato troppo presto"

Calcio2000: Antonio Candreva: "Alla Juve forse sono arrivato troppo presto"
venerdì 27 giugno 2014, 11:452014
di Chiara Biondini
Intervista completa su Calcio2000 di questo mese, trovi il numero dal 15 di giugno in tutte le edicole d'Italia

Una vita da protagonista, sia in campo che fuori. Per questo motivo è raro che un calciatore di Serie A apra le porte di casa sua alla stampa. Antonio Candreva, centrocampista della Lazio e prossimo protagonista al Mondiale brasiliano con la maglia dell'Italia, ha deciso di fare una piccola eccezione per i taccuini di Calcio2000. Fra le pareti della sua residenza, il talento nato nella zona di Tor de' Cenci, nella zona sud della Capitale ha ripercorso tutte le tappe importanti della sua carriera. Dai primi passi nella Lodigiani, passando per l'avventura Terni dove la società e lo staff tecnico trasformarono un ragazzo in un calciatore, poi ancora Udinese, Livorno con il primo gol fra i professionisti, la "prematura" esperienza alla Juventus, Parma, Cesena e, infine la Lazio. Ognuno di questi step per Candreva ha rappresentato un passo fondamentale nella sua crescita umana e professionale, senza mai però dimenticare le radici. Ovvero la famiglia, snodo fondamentale per la vita del numero 87 biancoceleste: "Mio padre è sempre stata una figura fondamentale - spiega -.E' stato lui a farmi capire cosa avrei dovuto fare della mia vita". Antonio Candreva, però, si dimostra anche un ragazzo come tanti altri, con in testa il sogno del pallone: "Mondiale, scudetto, champions. perché non esagerare coi sogni?" afferma con un sorriso sulle labbra. Idoli, invece, nessuno. Solo punti di riferimento: "Zidane e Kakà su tutti".

E il sogno? Beh... scopritelo leggendo il nuovo numero di Calcio2000.
"La Juventus? Forse sono arrivato troppo presto in bianconero".

L'Udinese la gira poi al Parma, al Cesena, poi arriva la Lazio. È il 2012 e lei è considerato l'uomo che trasforma i fischi in applausi.
"Di me si dicevano tante cose, su tifo, appartenenza e altro su cui è già stato detto, scritto e raccontato tutto. La verità è che volevo dimostrare chi ero e chi potevo essere e non mi sono tolto nessun sassolino dalla scarpa. Anzi. È un'avventura splendida quella che ho vissuto sinora in maglia biancoceleste".

© foto di Andrea Staccioli/Insidefoto
© foto di Andrea Staccioli/Insidefoto
© foto di Andrea Staccioli/Insidefoto