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Claudio Nassi: "É un Napoli prevedibile"

Claudio Nassi: "É un Napoli prevedibile"TUTTO mercato WEB
domenica 9 aprile 2017, 07:512017
di Redazione TMW
fonte Claudionassi.com

Mi sono divertito fin dal 1978 a fare scouting per le mie squadre e i miei allenatori. Avevo indubbi vantaggi e nessuno lo sapeva. Poi dal 1990, uscito dal calcio, ho confezionato con amici Tuttocalcio, un annuario tecnico-statistico di 1.300 pagine su cui si potevano preparare anche le partite. Per questo di tanto in tanto mi diletto a osservare e quando sento parlare di fenomeni e scienziati della panchina mi viene da sorridere, perché tanti li conosco e li ho studiati, altri li ho avuti e, pur continuando a ripetere che il mestiere del tecnico è il più difficile del mondo, so che vivono quotidianamente con mille dubbi e sempre a guardarsi le spalle.

Quando vedo Sarri premiato con la Panchina d'oro sono contento, perché è arrivato dopo tanta gavetta. So come lo stimi il suo ex Presidente Corsi e le ore che sta in campo. Poi vedo un Napoli piacevole, ma prevedibile. Ha il miglior attacco, 69 gol, e la quinta difesa, 33 subiti, divisi tra casa e fuori. Addirittura è meglio affrontarlo al S. Paolo, perché le 17 reti incassate in 16 gare fanno riflettere. Vado a vedere chi segna e trovo Mertens, 20, Insigne, 12 e tanti assists, Hamsik, 11, Callejon, 8, che vanno oltre il 70% del totale. Se è vero, come è vero, che il gol è l'unica cosa che nel calcio non si insegna, so da dove arriveranno i maggiori pericoli. A cui mi piace aggiungere le 4 reti di Zielinski, temibile da fuori. Che la maggior parte del gioco si sviluppa sul lato sinistro, grazie al duo Insigne-Hamsik, non c'è chi non lo sappia. Come i frequenti cambi di fronte che Insigne fa per Callejon e che portano a più di un gol. Se a questo si aggiunge che con Jorginho ha l'allenatore in campo, si ha ancora un vantaggio, perché se si gioca a un ritmo a lui non congeniale, lo si marca e si attacca diventa l'anello debole della catena.

Credo che un tecnico che si soffermi a considerare queste poche cose abbia più di un dato su cui preparare la gara. Inoltre il corpo scouting avrà certamente trovato ancora particolari che determinano, ad esempio gli assists, così la possibilità di creare ulteriori problemi aumenta. Ecco perché tra i pochi innovatori un posto l'ho sempre riservato a Fascetti, che con la sua "disorganizzazione organizzata" creava grattacapi agli avversari. Mi ha fatto piacere leggere ieri Beccantini tesserne l'elogio sulla "rosea". Di Neno conosco tante cose, dal suo incredibile archivio al carattere non facile, fino alle idee che mi piace condensare in questa frase: "Il calcio assomiglia agli scacchi: se le tue mosse sono prevedibili e sempre uguali, scatta subito la contromossa e ti fregano. Dunque bisogna variare di continuo la tattica, essere imprevedibili". E poi non immaginate il piacere che mi ha fatto leggere che il tiki-taka lo faceva nel '70 Viviani a Terni e a Palermo, oltre, aggiungo, Heriberto alla Juventus, senza Messi e Xavi; che, senza scomodare l'Ajax di Cruyff, il pressing alto lo praticava Sonetti con la Sambenedettese di Zenga in Serie C, che il falso nueve data 1953 con Hidegkuti e la Grande Ungheria, senza dimenticare Di Stefano al Real e Kopa al Reims, e che il Trap, che il sacchismo ha fatto passare per lo scemo del villaggio, ha vinto in Italia, Germania, Austria e Portogallo.

Insomma, cari amici, possiamo ancora sperare, perché con Lady Radio e Stazione di Sosta non siamo soli a difendere il calcio dagli inventori dell'acqua calda.

© foto di Insidefoto/Image Sport