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Claudio Nassi: "Il busillis del fuorigioco"

Claudio Nassi: "Il busillis del fuorigioco"TUTTO mercato WEB
venerdì 28 ottobre 2016, 07:142016
di Redazione TMW
fonte Claudio Nassi

Una delle cose che più fanno discutere nel calcio è il fuorigioco. Alcuni dicono sia il padre di tutte le regole. 90 anni fa i dirigenti d'Oltremanica, che guidavano lo sport della pedata, notarono che troppe partite finivano 0-0, la media-gol si era abbassata fino a 2,58 reti a gara, gli spettatori erano in calo, così come gli introiti. Correva il 1925. Fino ad allora ci dovevano essere 3 calciatori tra attaccante e porta. Si giocava con il "metodo", che per gli amanti dei numeri si identificava nel 2-3-2-3. I due difensori più il portiere tenevano in gioco l'attaccante, ma bastava che uno facesse un movimento in avanti per fischiare il fuorigioco. Raccontano che il Notts County e il Newcastle fossero maestri in questa tattica. Naturalmente fecero proseliti e, prendendo esempio dai vari Morley e Montgomery e da Hudspert e McCracken, la vita per gli uomini-gol divenne più difficile, per la delusione degli spettatori. Cominciarono gli esperimenti. Nelle amichevoli si iniziò a giocare il primo tempo con la regola del fuorigioco a 2 e il secondo con la regola della linea a 36 metri, dietro la quale un attaccante veniva considerato in posizione regolare. Il 13 giugno 1925 era passato il fuorigioco a 2. La volontà era di rendere meno difficile la vita agli attaccanti e l'anno successivo la media-gol schizzò a 3,69, anche se, per alcuni, dovuta al fatto che non tutti avevano trovato le contromisure. Fu l'allenatore dell'Arsenal, Herbert Chapman, a inserire un difensore in mezzo ai classici 2. Pare sollecitato dal calciatore più rappresentativo, Charles Buchan. Nacque il WM o, se preferite, il 3-4-3, con lo stopper a francobollare il centravanti avversario. Come tutti sanno, gli allenatori si preoccupano prima di tutto di non prendere gol, Zeman escluso. A conferma, il "secondo" di Chapman era solito dire: "Il segreto non è attaccare, ma contrattaccare". Pensate da allora quante discussioni sono state fatte sul fuorigioco.

La lunga premessa per arrivare al gol prima concesso e poi annullato da Rizzoli ai bianconeri in Milan - Juventus. L'arbitro ha ammesso pubblicamente di aver sbagliato, ma non credo risolva il problema. Eppure l'azione si svolgeva davanti all'addizionale, con l'assistente in linea per un giudizio migliore. Se il direttore di gara avesse fischiato la posizione irregolare di Benatia prima della partenza di Bonucci verso la porta, avrebbe sbagliato? Che cosa si poteva contestare? L'azione seguente metteva in evidenza che si trattava di fuorigioco passivo. Ma torno a ripetere: e se avesse fischiato prima invece di convalidare il gol? E' la solita storia di lana caprina, dove tutti possono avere ragione. Nel calcio, invece, avremmo bisogno del maggior numero di certezze, anche se, per adesso, si deve solo attendere, nella speranza che lorsignori capiscano che in troppi hanno capito.