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Claudio Nassi: "Il decennale di Calciopoli"

Claudio Nassi: "Il decennale di Calciopoli"TUTTO mercato WEB
martedì 26 aprile 2016, 20:082016
di Lorenzo Marucci
fonte articolo di Claudio Nassi per www.claudionassi.com

Ho letto con interesse ciò che è stato scritto venerdì scorso sulla ricorrenza del decennale di Calciopoli. Ricordo bene quando, nel 2006, la "rosea" inviò un sabato un ballon d'essai e avvertì che ci sarebbe stato un seguito. Avvenne puntualmente e la deflagrazione che seguì fu enorme. Oggi dopo alcune considerazioni si scrive: "Non c'è uno che trovi il coraggio di dire come stanno le cose o, meglio, come stavano. Ci piacerebbe fosse Nicchi, il numero uno degli arbitri". A me sembra strano come non si sappia che il calcio ha mille storture e altrettante contraddizioni, ma alla fine è più serio di quanto si pensi. Molto spesso viene usato dalla politica, e non solo, per l'impatto che ha sull'opinione pubblica, soprattutto in un Paese latino; ma sarebbe semplice apportare le correzioni che i padroni del vapore non vogliono.

La premessa per dire, ancora una volta, che il problema nasce dal potere discrezionale dell'arbitro, fin troppo ampio. Ma se la categoria non si ribellerà mai per spiegare che ne ha abbastanza di essere usata, sarà sempre così. Quindi, senza fare tutto il can can con le intercettazioni riportate a destra e a manca e buttare altro guano sul calcio, bastava cambiare alcune regole, perché fossero uguali per tutti: tempo effettivo, fuorigioco e fallo da ultimo uomo. Oltre a portare la tecnologia in campo. Siamo nel 2016 e si continua a parlare di fare esperimenti nel 2017, poi nel 2018, per vedere se dopo il 2020 qualcosa cambierà. Nel frattempo vorrei sapere che cosa è cambiato. Un dirigente di lungo corso ripeteva che se il Papa entrasse nel calcio dopo una settimana sarebbe come gli altri. Perché conta solo vincere e per vincere tutti sono pronti a tutto. Per questo serve ben altra credibilità. Senza parlare del nostro campionato, desidererei sapere se a Firenze hanno dimenticato la direzione di gara del norvegese Ovrebo a Monaco con il Bayern e la relativa eliminazione. O se il Chelsea non ricorda lo stesso arbitro nella semifinale di Champions League con il Barcellona, o per finire con l'uscita agli ottavi della Juventus ancora con il Bayern, grazie agli errori dell'inglese Atkinson e dello svedese Eriksson. Potrei continuare con la vittoria della Spagna ai danni dell'Olanda nel Mondiale 2010 o con l'analisi delle designazioni che, per chi sa leggere, fanno sempre pensare e, più spesso, sorridere.

Per cui lasciate perdere i discorsi e guardiamo ai fatti. E i fatti dicono: 1) che da sempre ci sono stati quelli che hanno comandato; 2) che questi ultimi non appaiono; 3) che qualsiasi cosa venga messa in atto ha il loro consenso; 4) che se qualcuno prova ad attaccarli, o vorrebbe sostituirli, viene annientato. Questo è successo anche a Calciopoli. Al di là del millantato credito, che nel calcio la fa da padrone, quelli che pensavano di guidare le danze erano solo tirati con i fili e quando hanno inteso alzare la testa, convinti di comandare, gli è stata tagliata. Il resto è fantasia.