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Claudio Nassi: "L'ennesimo papocchio"

Claudio Nassi: "L'ennesimo papocchio"TUTTO mercato WEB
martedì 15 marzo 2016, 07:372016
di Redazione TMW
fonte Claudionassi.com

Al momento è una lotta impari, ma è bello combattere quando sai che gli altri un giorno saranno costretti ad abbassare la guardia. C'è solo da attendere. Quanto? Non lo so, ma la fine è segnata e il calcio dovrà scendere a patti con chi lo vuole più credibile. Per questo stento a capire come Pierluigi Collina, designatore dell'UEFA e personaggio accreditato per incarichi ancor più importanti, dopo quanto deliberato a Cardiff dai soloni della FIFA riguardo all'ingresso in campo della tecnologia, abbia dichiarato: "Sarei frustrato a essere valutato per immagini che in campo non ho e non per la mia bravura". In passato avevo sentito parole simili da un altro illustre fischietto. Si parlava allora di doppio arbitraggio, prima, e poi dell'avvento degli addizionali. Diceva di stare attenti. Era un errore. Si sarebbe spersonalizzato l'arbitro. Si poteva essere d'accordo, ma contestare l'ingresso in campo della tecnologia è una bestemmia. Al proposito mi tornavano in mente le parole di un altro personaggio riguardo ai compiti dell'arbitro, che riassumeva in tre sostantivi: individuazione, valutazione e segnalazione. Aggiungeva poi che negli ultimi 5', in area di rigore, si dovevano fischiare i falli più che evidenti. Oggi ti è data la possibilità di verificare se anche negli ultimi 5' il fallo è da rigore. Non è un passo avanti? Non si è corretto un eventuale errore? Non diventa più credibile quel calcio che si è accorto di aver dato troppo potere a un solo uomo e corregge il tiro? Ma il discorso è sempre lo stesso: non è l'arbitro il braccio armato del potere? Quindi perché cambiare se sta bene a chi di solito vince? E questo ovunque, manifestazioni internazionali comprese. Si fa, però, un errore: oggi comanda la tv, quindi l'audience, e se non sei credibile la gente, che è meno stupida di quanto si pensi, fa zapping, a vantaggio, spesso, di altri sports.

Ebbene, nonostante l'evidenza che cosa si è deciso dalle nostre parti nell'ultimo Consiglio di Presidenza? Di far pagare, dal primo luglio, le spese arbitrali alle Leghe. Si è decretato così la fine della dipendenza dell'AIA dalla FIGC; e se sei prigioniero, come tutti sanno, chi paga, in questo caso la Lega, vuole ritorni. Ricordo che quando Bergamo propose a Carraro e al suo consigliori Tosatti il professionismo arbitrale, si ebbe il buon senso di dare i soldi alla FIGC per pagarli gli arbitri, per una questione di buon gusto. Oggi si è perso anche questo. E chi sperava che a pagare non fosse più la FIGC ma un ente terzo, magari il CONI o meglio ancora il Ministero delle Finanze, è servito!